Dopo le discussioni sulle prime dosi di vaccino arrivate in Italia il 27 dicembre, una nuova polemica ha acceso il dibattito politico italiano. Nelle ultime ore alcuni media italiani e internazionali hanno riportato la notizia dell’acquisto, da parte della Germania, di 30 milioni di dosi del vaccino Pfizer-BioNTech fuori dagli accordi di approvvigionamento comuni della Ue.

Durante la conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stato chiesto anche a lui un commento sulla vicenda. Conte ha risposto citando un articolo specifico dell’accordo europeo sull’approvvigionamento delle dosi, che vieterebbe simili accordi, ma ha anche dichiarato di non conoscere i dettagli del caso tedesco.

Abbiamo verificato e diverse fonti hanno confermato a Pagella Politica che non è vero che la Germania abbia già acquistato, da sola, 30 milioni di dosi aggiuntive. Questo non significa che non abbia cercato di farlo in passato: notizie di “trattative” tedesche risalgono a ottobre scorso. È possibile che proprio l’acquisto di 100 milioni di dosi opzionali da parte dell’Ue sia stata una risposta proprio a questi negoziati.

Dal punto di vista legale, poi, la questione è complessa, ma secondo l’interpretazione più accreditata degli accordi europei gli Stati membri possono fare acquisti da soli solo se gli accordi con le case farmaceutiche sono conclusi, e quello con Pfizer si concluderà solo tra diversi mesi.

Che cosa ha detto Conte

La questione delle dosi aggiuntive tedesche è stata posta allo stesso presidente del Consiglio il 30 dicembre, durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno. Una cronista ha detto che «la Germania ha acquistato 30 milioni di dosi aggiuntive di vaccino al di fuori del piano europeo» e ha chiesto al presidente del Consiglio Conte «perché l’Italia non ha percorso la stessa strada».

Il premier ha fornito due motivazioni. La prima è, in parole povere, che l’Italia non ne avrebbe bisogno: il nostro Paese «non ha cercato di assicurarsi altre commesse innanzitutto – ha replicato Conte – perché le dosi vaccinali commissionate dall’Europa sono centinaia di milioni quindi sono più che sufficienti». La seconda: «L’Italia – ha aggiunto il premier – non l’ha fatto perché all’articolo 7 del contratto e della decisione della Commissione europea c’è il divieto di approvvigionarsi per via bilaterale se si accede a livello europeo» alla distribuzione dei vaccini.

Poco dopo un’altra giornalista, facendo seguito alla risposta di Conte, ha chiesto quindi se la Germania avesse violato l’articolo 7 menzionato dal premier (come era logico concludere dalla risposta precedente). Il presidente del Consiglio ha risposto evitando di parlare esplicitamente della Germania: «No, non ho detto questo. Mi è stato chiesto perché l’Italia non abbia concluso un accordo bilaterale e il motivo è che l’articolo 7 fa divieto ai Paesi che aderiscono al piano vaccinale europeo, e quindi entrano in questo meccanismo, di concludere poi con le stesse ditte accordi bilaterali».

Conte ha sostenuto di non sapere esattamente come si sia mossa la Germania: «Ho letto anch’io i giornali e qualche anticipazione che è stata fatta, ma non ho elementi di conoscenza dettagliata».

Come è nata la polemica

La notizia di un acquisto separato di vaccini da parte della Germania è arrivata in Italia pochi giorni fa, anche se nelle settimane precedenti c’erano già state anticipazioni sui media internazionali.

Il 29 dicembre alcuni media italiani, come il Corriere della sera, hanno scritto che la Germania avrebbe siglato un accordo separato con Pfizer-BioNTech per acquistare 30 milioni di dosi dell’unico vaccino per ora autorizzato in Europa, «al di fuori del piano dell’Ue». La notizia dell’acquisto è stata riportata nelle ultime ore anche da media internazionali, come l’agenzia stampa Reuters, mentre le trattative erano già state anticipate da altri media, come Bloomberg a inizio dicembre e il Wall Street Journal addirittura già a ottobre.

La notizia dell’accordo ha subito creato un grande dibattito, perché sulle forniture vaccinali l’Unione europea sembrava finora essersi mossa unita. Come abbiamo spiegato di recente in un approfondimento sulle polemiche delle 9.750 dosi simboliche arrivate in Italia per il Vaccination day del 27 dicembre, l’approvvigionamento dei vaccini per gli Stati membri dell’Ue è stato gestito sin da giugno dalla Commissione Ue. In totale, a livello comunitario sono stati siglati contratti con sei case farmaceutiche, per oltre 1,3 miliardi di dosi di vaccini garantiti (che salgono a circa 2 miliardi con gli accordi sulle dosi opzionali). Le dosi acquistate dall’Ue saranno spartite tra i vari Stati membri sulla base delle popolazione: non ci dovrebbero essere, insomma, favoritismi di sorta tra Paesi.

Per quanto riguarda il vaccino Pfizer-BioNTech – di cui si discute nel caso del presunto accordo separato tedesco – l’Ue da parte sua ha siglato l’11 novembre un accordo per la fornitura di 200 milioni di dosi, più 100 milioni di dosi opzionali, su cui è stata firmata un’ulteriore intesa il 29 dicembre.

La polemica delle ultime ore ruota dunque intorno al fatto se la Germania abbia davvero acquistato delle dosi aggiuntive, rispetto a quelle previste dagli accordi europei. E se nel farlo abbia violato gli accordi tra gli Stati membri, oppure se abbia fatto qualcosa di legittimo.

No, la Germania non ha acquistato separatamente milioni di vaccini

Per prima cosa diciamo subito che è falso che la Germania abbia acquistato separatamente milioni di dosi del vaccino di Pfizer-BionTech.

Abbiamo infatti contattato direttamente BioNTech per avere chiarimenti sulla questione. Ci hanno risposto che tutti gli accordi di fornitura di vaccini con la Ue (200 milioni di dosi, più altri 100 milioni opzionali) sono oggetto di comunicati stampa – qui quello sull’acquisto delle 100 milioni di dosi opzionali, del 29 dicembre – in quanto sono importanti per una società quotata in borsa e, soprattutto, che ad oggi non sono stati siglati accordi addizionali con la Germania per la consegna di vaccini nel 2020-2021.

Da dove arrivano i “30 milioni”

Se dunque un accordo concluso non c’è, rimane da spiegare come sia nata la storia dei “30 milioni di dosi aggiuntive”.

Il numero di 30 milioni di vaccini riferito alla Germania circola da tempo. A fine ottobre ne aveva parlato ad esempio il Wall Street Journal e di recente il numero è stato ribadito, secondo quanto ha riferito Reuters, anche da un portavoce del Ministero della Salute tedesco.

L’ipotesi che questo numero sia semplicemente riferito alla quota che la Germania otterrebbe dei 100 milioni di vaccini acquistati dalla Commissione europea non sembra reggere per diversi motivi. La popolazione tedesca pesa per il 18,6 per cento sul totale della popolazione Ue. Dunque dovrebbe ricevere 18,6 milioni di dosi e non 30 milioni, in base a quanto stabilito dalla strategia europea sull’acquisto di vaccini («Agli Stati membri sarà dato accesso a una quantità di dosi di vaccino secondo a una chiave di ripartizione basata sulla popolazione»).

È vero che gli Stati possono scambiarsi quote di vaccini – se ad esempio un Paese meno colpito dalla pandemia volesse cedere parte della propria quota a un Paese tra i più colpiti, potrebbe farlo – ma anche con questo corollario sembra impossibile arrivare a 30 milioni di dosi per la sola Germania.

L’ipotesi allora più probabile è che la Germania, duramente colpita dalla seconda ondata, già da tempo stia cercando una via per acquistare più dosi del vaccino Pfizer-BioNTech, in particolare 30 milioni di dosi extra. Non potendolo fare per ora, come vedremo tra poco, pare si debba accontentare per il momento della sua quota dei 100 milioni di vaccini acquistati dalla Commissione (come detto, circa 19 milioni di dosi).

Abbiamo contattato il Ministero della Salute tedesco per avere chiarimenti, ma siamo ancora in attesa di risposta.

Un possibile retroscena

Alcune fonti di stampa hanno riportato uno scenario che testimonierebbe l’esistenza di trattative indipendenti da parte della Germania. E cioè che, nelle scorse settimane, l’Ue abbia completato il proprio acquisto di 100 milioni di dosi opzionali di vaccino Pfizer-BioNTech per rispondere alle proteste di quegli Stati, come l’Italia, che non vedevano di buon occhio la volontà della Germania di acquistare separatamente 30 milioni di dosi.

Diverse fonti vicine alla Commissione europea contattate da Pagella Politica permettono di aggiungere alcuni particolari. Per come è scritto l’accordo Ue sui vaccini, un singolo Stato non può comprare da Pfizer-BioNTech o da altre aziende dosi aggiuntive di vaccino (lo scoglio quindi sarebbe stato almeno in parte legale: ci torniamo tra poco).

In particolare la Germania non avrebbe potuto comprare le 30 milioni di dosi di vaccino aggiuntivo – che secondo diverse fonti di stampa sono nel suo mirino da tempo – fino a che non è terminata la distribuzione delle dosi acquistate per tutti gli Stati membri dalla Commissione, prevista dopo la seconda metà del 2020.

L’acquisto delle 30 milioni di dosi per la sola Germania, secondo le nostre fonti, potrebbe essere stata solo rinviata nel tempo, a quando la fase di distribuzione dei 300 milioni di dosi di vaccino acquistati dalla Commissione sarà terminata.

La questione legale

Ma torniamo alla questione legale. Se la Germania avesse comprato 30 milioni di dosi extra, rispetto a quelle negoziate dalla Commissione, avrebbe violato l’articolo 7 dell’Allegato alla decisione della Commissione sull’acquisto dei vaccini, come ha sostenuto Giuseppe Conte?

L’articolo 7 recita: «Firmando il presente accordo, gli Stati partecipanti […] stabiliscono di non lanciare proprie procedure per l’acquisto anticipato di vaccini dagli stessi fornitori».

Secondo l’interpretazione della norma che ci è stata confermata da alcune fonti europee, il divieto che pone l’articolo 7 non viene meno con la semplice stipula del contratto tra Commissione e industrie farmaceutiche (con la Pfizer-BioNTech è stato firmato l’11 novembre) ma con l’avvenuta consegna di tutte le dosi di vaccino acquistate.

Visto che le dosi del vaccino Pfizer-BioNTech non sono state ancora tutte consegnate, anzi, un eventuale accordo separato della Germania avrebbe – il condizionale è d’obbligo su questioni giuridiche che possono essere risolte con certezza solo nelle corti – insomma violato l’articolo 7. Quando la distribuzione sarà completata, gli accordi di singoli Stati con le varie industrie farmaceutiche torneranno invece possibili.

In conclusione

Possiamo insomma dire che in Italia abbia imperversato una polemica basata su un accordo dato per concluso, quando in realtà non lo è. Insomma, su informazioni scarse e incomplete.

La Germania non ha acquistato separatamente dosi di vaccino, anche se probabilmente ha cercato di farlo in passato. Secondo l’interpretazione più probabile di un articolo degli accordi europei sull’acquisto dei vaccini, citato da Conte, un simile acquisto sarebbe in effetti stato in violazione degli accordi europei.

Non ci sarà più il rischio di violazioni in caso di acquisti diretti da parte di singoli Stati solo quando sarà terminata la distribuzione di tutte le 300 milioni di dosi acquistate dalla Commissione (probabilmente nell’ultimo trimestre del 2021).