Negli ultimi giorni sta crescendo in Italia il dibattito su come vadano letti correttamente i numeri delle persone ricoverate in ospedale dopo essere state contagiate dal coronavirus Sars-CoV-2. Secondo alcuni politici, le statistiche attuali sarebbero “gonfiate” perché una parte dei positivi ricoverati non è arrivato in ospedale per la malattia Covid-19, ma per altri motivi. Il 12 gennaio, ospite a Porta a Porta su Rai1, il leader della Lega Matteo Salvini ha per esempio dichiarato (min. 54:12) che «se io mi rompo una gamba ed entro in ospedale, e mi fanno il tampone e risulto positivo, non sono in ospedale per la Covid-19».
Il primario di malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, ha addirittura parlato di «numeri assolutamente falsati» sui ricoveri, commentando una ricerca della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), pubblicata l’11 gennaio. Secondo Fiaso – che rappresenta ospedali e strutture sanitarie presenti su tutto il territorio nazionale – nel nostro Paese il «34 per cento» dei pazienti positivi al virus ricoverati in ospedale «non è malato» di Covid-19, ma è ospedalizzato per altri motivi, come traumi, infarti o tumori.
In realtà questa ricerca, come vedremo meglio tra poco, ha diversi limiti e va presa con la dovuta cautela. I dati inglesi, più completi di quelli italiani, mostrano comunque che effettivamente una parte dei ricoverati positivi non sembra avere sintomi tipici legati alla Covid-19, ma resta una minoranza sul totale. Al di là della questione ricoverati “con” o “per” la Covid-19, avere un numero crescente di persone infette in ospedale resta un problema per la tenuta del sistema ospedaliero.
Il primario di malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, ha addirittura parlato di «numeri assolutamente falsati» sui ricoveri, commentando una ricerca della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), pubblicata l’11 gennaio. Secondo Fiaso – che rappresenta ospedali e strutture sanitarie presenti su tutto il territorio nazionale – nel nostro Paese il «34 per cento» dei pazienti positivi al virus ricoverati in ospedale «non è malato» di Covid-19, ma è ospedalizzato per altri motivi, come traumi, infarti o tumori.
In realtà questa ricerca, come vedremo meglio tra poco, ha diversi limiti e va presa con la dovuta cautela. I dati inglesi, più completi di quelli italiani, mostrano comunque che effettivamente una parte dei ricoverati positivi non sembra avere sintomi tipici legati alla Covid-19, ma resta una minoranza sul totale. Al di là della questione ricoverati “con” o “per” la Covid-19, avere un numero crescente di persone infette in ospedale resta un problema per la tenuta del sistema ospedaliero.