Aggiornamento 24 gennaio, 9.30 – In seguito alla morte del deputato Vincenzo Fasano (Forza Italia), il numero dei “grandi elettori” potrebbe scendere a 1.008, nel caso in cui non si dovesse riuscire a proclamare in tempo il sostituto. Nei primi tre scrutini, il quorum scenderebbe da 673 a 672 voti.

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Il 4 gennaio il presidente della Camera Roberto Fico ha convocato il Parlamento per lunedì 24 gennaio, alle ore 15, per l’avvio delle elezioni del successore di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica.

Alla seduta comune parteciperanno, oltre ai 630 deputati e i 321 senatori (compresi i senatori a vita), anche i 58 delegati regionali, ossia i tre rappresentanti che saranno nominati nei prossimi giorni da ciascuna regione (il Trentino-Alto Adige conta come un’unica regione, mentre la Valle d’Aosta ha solo un delegato). Nel complesso i cosiddetti “grandi elettori” – ossia coloro che parteciperanno all’elezione del nuovo capo dello Stato – dovrebbero dunque essere 1.009. Ma per il momento il condizionale è ancora d’obbligo.

Da un lato alla Camera va riempito il seggio vacante lasciato libero da Roberto Gualtieri: le elezioni suppletive di Roma si terranno il prossimo 16 gennaio, otto giorni prima della convocazione di Fico. Dall’altro lato in Senato va sostituito il senatore Adriano Cario, decaduto a inizio dicembre dall’incarico per brogli elettorali. Ad oggi non è chiaro se sarà sostituito entro il 24 gennaio.

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I problemi organizzativi

Secondo la Repubblica, anche se non in via ufficiale, sarebbe già stato adottato un protocollo per limitare i rischi durante le votazioni legati al contagio da coronavirus. Durante le votazioni, il Transatlantico di Montecitorio – lo storico salone luogo di incontro per parlamentari e giornalisti – dovrà rimanere libero, per consentire il deflusso dei “grandi elettori”, che potranno restare in aula in 200 al massimo. Deputato, senatori e delegati regionali, ha spiegato la Repubblica, «saranno chiamati a votare per fasce orarie in base all’ordine alfabetico e invitati a non sostare. Si vota, e via».

«Nelle prossime due settimane, all’attività ordinaria della Camera si affiancherà quella di preparazione al voto», ha invece scritto su Facebook Fico. «Siamo al lavoro insieme al collegio dei questori per definire l’organizzazione e le misure per garantire la piena operatività e sicurezza del voto».

L’aumento dei contagi rischia anche di portare a numerose defezioni tra i grandi elettori, o perché positivi al virus o perché in quarantena dopo un contatto stretto. In questo caso non sono previste votazioni a distanza. Secondo quanto appreso dal quotidiano Domani, al momento i parlamentari in isolamento sarebbero già 39.

Quali sono le regole della votazione

In base all’articolo 83 della Costituzione, l’elezione del presidente della Repubblica avviene per scrutinio segreto, a maggioranza di due terzi degli aventi diritto di voto nei primi tre scrutini. Dal quarto scrutinio in poi è invece sufficiente raggiungere la maggioranza assoluta, ossia la metà più uno dei membri dell’assemblea. Per intenderci, dal primo al terzo scrutinio servirebbero almeno 673 voti, mentre dal quarto in poi 505.

Nel 2015 la prima votazione per eleggere il sostituto di Giorgio Napolitano si tenne il 29 gennaio, mentre la seconda e la terza votazione il 30 gennaio. In tutte e tre le votazioni l’ex magistrato Ferdinando Imposimato risultò il più votato (120 voti al primo scrutinio, 123 voti al secondo e 126 al terzo), ma molto lontano dalla maggioranza dei due terzi dei componenti dell’assemblea, fissata a 673.

Il 31 gennaio 2015, al quarto scrutinio, Sergio Mattarella – il cui attuale mandato scade il prossimo 3 febbraio – fu eletto presidente della Repubblica con 665 preferenze, 165 in più rispetto alla soglia della maggioranza assoluta, fissata a 505.

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