Il 20 settembre in Italia è iniziata la somministrazione delle terze dosi di vaccino contro la Covid-19 per le persone più vulnerabili.

Che cosa ha deciso nello specifico il nostro Paese su questo fronte? La strategia italiana segue quella avviata anche da Stati europei e del mondo che hanno iniziato le terze dosi? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

– Leggi su Facta.news: Avremo tutti bisogno di una terza dose?

Che cosa ha deciso l’Italia

Il 14 settembre il Ministero della Salute ha deciso di approvare la terza dose di vaccino contro la Covid-19 non per tutta la popolazione vaccinabile, ma solo per alcune categorie di persone, introducendo anche una distinzione nella tipologia di dose.

In primo luogo, circa 930 mila persone (l’1,5 per cento della popolazione totale) con un sistema immunitario particolarmente compromesso – tra cui c’è chi ha ricevuto un trapianto, chi ha immunodeficienze, chi è malato di Aids o chi è in dialisi – riceveranno una dose addizionale (a 28 giorni dall’ultima) che viene considerata come parte del ciclo vaccinale primario. Al 28 settembre sono state somministrate oltre 53 mila dosi aggiuntive di questo tipo, a circa il 6 per cento degli immunocompromessi individuati dalle regioni.

L’altra tipologia di dose è la cosiddetta “booster”, che viene somministra almeno sei mesi dopo l’ultima dose ed è sostanzialmente un richiamo da fare dopo aver completato il ciclo vaccinale primario. Il suo obiettivo è quello di mantenere e rafforzare la risposta immunitaria. Questa dose sarà somministrata a chi viene considerato ad alto rischio, tenendo conto sia delle condizioni di fragilità (per esempio gli anziani) sia dell’esposizione professionale (come gli operatori sanitari). Il 27 settembre il ministero, seguendo le indicazioni del Comitato tecnico scientifico (Cts), ha autorizzato l’avvio delle dosi booster per le persone sopra gli 80 anni, gli ospiti e il personale delle case di riposo (Rsa).

Per le dosi addizionali e quelle booster si useranno esclusivamente i vaccini Pfizer e Moderna, i due vaccini a mRna approvati nell’Unione europea. Chi ha fatto il vaccino AstraZeneca o Johnson & Johnson dovrà quindi fare un richiamo eterologo. Questa decisione è stata adottata anche da tutti gli altri Paesi che hanno deciso di somministrare la terza dose, anche se non esiste una vera e propria strategia comune a livello internazionale.

Che cosa fanno gli altri Paesi

In Europa

Nell’Unione europea, sulle terze dosi l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) prevede di prendere una decisione a inizio ottobre, a meno che non siano necessarie ulteriori informazioni supplementari. È però probabile che l’Ema raccomandi una dose aggiuntiva per chi è immunocompromesso. L’agenzia ha recentemente ricordato che, in ogni caso, ogni Paese può decidere autonomamente se raccomandare o meno la terza dose. A inizio settembre il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) – l’agenzia europea che aiuta gli Stati nella lotta alle malattie infettive – aveva detto che la dose aggiuntiva non era urgente.

Nonostante l’Ema non abbia preso una decisione, diversi Paesi europei, come la stessa Italia, hanno già avviato le somministrazioni. La Francia ha deciso di somministrare la terza dose a chi ha più di 65 anni e alle persone vulnerabili. Si tratta di circa 18 milioni di persone e il governo punta a vaccinarne i due terzi entro la fine dell’anno. Ad oggi l’ha ricevuta poco più dell’1,3 per cento della popolazione totale.

In Germania ad agosto è stato deciso di somministrare a partire da settembre le terze dosi alle persone a rischio, ai più anziani e a coloro che vivono nelle case di riposo. Lo 0,7 per cento della popolazione ha ricevuto la terza dose.

In Spagna il governo ha deciso di somministrare la terza dose alle persone con un sistema immunitario compromesso, circa 100 mila, e a chi vive nelle case di riposo. Il gruppo di esperti che consiglia il governo spagnolo ha infatti concordato con l’Ecdc che non è necessaria la terza dose per la popolazione generale.

Nel Regno Unito il comitato che consiglia il governo sui vaccini ha raccomandato di somministrare la terza dose a chi vive nelle case di riposo, agli operatori sanitari, agli adulti sopra i 50 anni e a chi è sotto i 50 anni ma ha delle patologie pregresse.

In Israele e negli Stati Uniti

Israele è stato il primo Paese a decidere di somministrare la terza dose e al 28 settembre oltre un terzo della popolazione l’ha già ricevuta. Qui la precedenza è stata data ai più anziani, ma rapidamente si è deciso che chiunque abbia più di 12 anni può riceverla. La decisione è stata presa per via del forte calo della protezione dei vaccini contro l’infezione che si è osservata negli ultimi mesi.

Negli Stati Uniti, dopo una serie di messaggi contrastanti, la Food and drug administration (Fda) – l’ente che si occupa dell’approvazione dei farmaci e dei vaccini – ha deciso che potrà ricevere una dose booster chi ha più di 65 anni, chi ha tra i 18 e i 64 anni ed è a rischio quando contrae la Covid-19 o chi è molto esposto al virus a causa della condizione professionale.

Prima di concludere, sottolineiamo che i dati sull’efficacia della terza dose sono ancora pochi e si basano su studi piuttosto piccoli. Per approvare la dose aggiuntiva, gli enti regolatori si sono basati principalmente sul calo della protezione osservato tra chi aveva ricevuto due dosi. Come hanno spiegato i nostri colleghi di Facta, al momento ci sono evidenze che confermano la necessità di una terza dose di vaccino per alcune specifiche categorie – su tutti, i pazienti immunodepressi e gli anziani – ma non è ancora chiaro quanto sia necessaria una terza dose per il resto della popolazione, anche se è plausibile che possa servire prima o poi.

In conclusione

L’Italia ha deciso di iniziare a somministrare una dose aggiuntiva alle persone con il sistema immunitario particolarmente compromesso e a breve sarà avviata la somministrazione anche per chi ha più di 80 anni e per chi vive nelle Rsa.

In Europa non è ancora stata presa una decisione dall’Ema e i Paesi europei stanno usando strategie diverse. Francia e Germania intendono somministrarla a tutti gli anziani, mentre la Spagna no. Fuori dall’Unione europea, Israele la sta somministrando a tutti, gli Stati Uniti e il Regno Unito agli anziani.

Sappiamo che c’è un calo della protezione del tempo, ma i dati a sostegno dell’efficacia della terza dose per tutti sono ancora pochi.