Come funziona il trasporto ferroviario italiano, in sei grafici

Passeggeri, chilometri percorsi, durata media e prossimità alle stazioni: che cosa dicono i dati sui treni in Italia
Ansa
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Il 2025 non è iniziato bene per il trasporto ferroviario: tra guasti tecnici, maltempo e rallentamenti vari i treni di tutta Italia stanno registrando numerosi ritardi e cancellazioni, creando disagi tra i cittadini. Il 15 gennaio il gruppo Ferrovie dello Stato ha presentato un esposto per denunciare «l’ennesimo incidente anomalo sulla rete e un elenco di circostanze altamente sospette», ipotizzando quindi che i disagi siano causati da dei presunti sabotaggi, ma al momento non ci sono prove a favore di questa tesi.

Sabotaggi o no, l’infrastruttura ferroviaria italiana nel suo complesso è oggettivamente molto vecchia e da tempo fa fatica ad assorbire il carico di passeggeri della rete. Per risolvere i problemi di questi giorni, una delle possibili soluzioni proposte dalla politica sembrerebbe essere quella un taglio temporaneo delle corse, riducendo del 15 per cento i treni ad alta velocità.

Vediamo cosa dicono gli ultimi dati sul trasporto ferroviario: gli italiani oggi usano i treni più che in passato? E rispetto agli altri grandi Paesi europei?

I passeggeri

In Italia nel 2023 sui treni hanno viaggiato 814 milioni di passeggeri, un dato più alto di quelli registrati dal 2020 al 2022, ma più basso del periodo pre-pandemia. Nel 2019 si era arrivati infatti a un massimo di 898 milioni di passeggeri trasportati. I dati completi del 2024 non sono ancora disponibili, ma nei primi nove mesi c’è stata una crescita del 5 per cento rispetto agli stessi mesi del 2023, in particolar modo grazie ai primi sei mesi (+7 per cento), mentre durante l’estate c’è stato un rallentamento (+2,7 per cento). 

Negli ultimi vent’anni però i passeggeri non sono aumentati così tanto. Nel 2004 erano 728 milioni, nel 2008 si erano superati gli 800 milioni e già nel 2010 il dato sui passeggeri era più alto di quello attuale (839 milioni). Nel periodo 2004-2023 comunque la crescita è stata di circa il 12 per cento. 

I chilometri percorsi

I treni per passeggeri in Italia nel 2023 hanno percorso 348 milioni di chilometri, mentre i treni merci 51,5 milioni. Il dato dei treni passeggeri è il più alto di sempre ed è leggermente migliore anche di quello che si registrava nel periodo pre-pandemia, mentre per i treni merci negli ultimi quindici anni non ci sono state particolari variazioni dopo che tra 2007 e 2008 c’era stato un calo.

In generale, rispetto a vent’anni fa, i treni passeggeri hanno avuto un aumento dei chilometri percorsi del 17 per cento, mentre quelli merci un calo del 19 per cento.

La durata dei viaggi

Le rilevazioni di Istat ci permettono di vedere quanto sono lunghi i viaggi in treno. In media ogni passeggero nel 2020 ha fatto 68 chilometri in treno, il dato più alto degli ultimi quattordici anni. 

Ventuno anni fa, nel 2004, il tragitto medio era di circa 90 chilometri, dato che negli anni successivi è progressivamente sceso fino ai 56 chilometri del 2012, per poi rimanere stabile fino al 2021 e crescere nel 2022 e 2023.

Le stazioni ferroviarie

Quanto si parla dei treni bisogna comunque considerare che nel nostro Paese questo mezzo di trasporto non è facilmente raggiungibile da tutti. Istat in un’analisi del 2022 ha considerato la distanza tra i cittadini e le 258 stazioni ferroviarie da cui passano almeno tre treni a lunga percorrenza e regionali al giorno.

Secondo i dati, il 39 per cento della popolazione italiana vive in un raggio di 15 minuti da una stazione ferroviaria, il 36 per cento tra i 15 e i 30 minuti e il 16 per cento tra i 30 e i 45 minuti. Il 5 per cento degli italiani invece deve impiegare tra i 45 e i 60 minuti per raggiungere una stazione ferroviaria, mentre il 4 per cento oltre un’ora. Per quanto riguarda i comuni, il 15 per cento si trova nel raggio di 15 minuti da una stazione, il 39 per cento tra i 15 e i 30 minuti, il 24,5 per cento tra i 30 e i 45 minuti, il 12,5 per cento tra i 45 e i 60 minuti e il 9,5 per cento dista più di un’ora da una stazione ferroviaria.
Guardando invece alla relazione tra la prossimità, data dalla distanza, e l’accessibilità, calcolata dalla capacità di raggiungere un luogo entro un determinato tempo massimo, Istat ha diviso i comuni italiani in diverse categorie. Il 33 per cento dei comuni è classificato come “accessibile e prossimo”, il 17 per cento come “accessibile ma distante”, il 17 per cento come “inaccessibile e prossimo” e il 33 per cento come “inaccessibile e distante”. In poche parole, per un terzo dei comuni italiani la stazione ferroviaria a lunga percorrenza è vicina e raggiungibile in tempi brevi, mentre per un altro terzo la stazione è lontana e difficilmente raggiungibile. In quest’ultimo gruppo rientrano in particolare i comuni a Nord sulle Alpi e al Centro sugli Appennini.

Al contrario, in termini di accessibilità le aree messe meglio sono quelle del triangolo Milano-Bologna-Venezia. Questo asse si estende a Ovest verso Torino e a Est sul mare Adriatico fino alle Marche. Anche nel Sud Italia ci sono territori ad alta concentrazione di snodi ferroviari, come il tratto Adriatico della Puglia, ma sono aree poco continue e troppo piccole per determinare un’area di alta accessibilità inter-regionale.

I treni in Europa

In termini assoluti l’Italia è il terzo Paese europeo per traffico ferroviario, davanti alla Spagna ma molto indietro rispetto a Francia e Germania. Nel 2023 infatti la Spagna ha registrato 666 milioni di passeggeri, la Francia 1,23 miliardi e la Germania 2,73 miliardi. 

Bisogna considerare che la Spagna ha 48 milioni di abitanti, meno dei 59 milioni del nostro Paese, mentre Francia e Germania ne contano rispettivamente 68 e 85 milioni. L’utilizzo dei treni in Germania però è pari a 3,4 volte quello dell’Italia, nonostante la popolazione sia solo 1,4 volte quella italiana. I tedeschi quindi usano i treni molto di più di noi e anche i francesi fanno meglio. Il dato spagnolo è invece comparabile con quello italiano.

Per fare dei paragoni tra i sistemi ferroviari di Paesi diversi bisogna poi considerare la capacità dell’infrastruttura e la lunghezza dei percorsi. In questo caso si usa il dato dei “passeggeri-Km”, che si ottiene moltiplicando il numero di passeggeri trasportati per la distanza percorsa in chilometri. L’Italia nel 2023 ha avuto 54,8 miliardi di passeggeri per chilometro, contro i 34,6 miliardi della Spagna e i 101 miliardi di Germania e Francia. Il fatto che i dati francesi e tedeschi siano uguali implica che in media i viaggi dei francesi siano sensibilmente più lunghi di quelli dei tedeschi. 

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