«È dovere dei deputati partecipare ai lavori della Camera», e «i Senatori hanno il dovere di partecipare alle sedute dell’assemblea e ai lavori delle commissioni». Queste frasi sono contenute nei regolamenti della Camera e del Senato, ma entrambe le istituzioni forniscono dati incompleti per monitorare l’effettiva partecipazione dei deputati e dei senatori ai lavori parlamentari.
Innanzitutto nelle due aule del Parlamento le presenze dei parlamentari sono registrate solo durante le votazioni elettroniche, con alcune differenze. Tra le “presenze” in aula la Camera conteggia i deputati che partecipano alle votazioni e quelli “in missione”, ossia i deputati che sono assenti ma giustificati, per esempio impegnati in compiti istituzionali. Ma come avviene in concreto la registrazione della presenza in aula alla Camera?
«In aula la maggior parte delle votazioni si svolge con il sistema elettronico, quindi ogni parlamentare inserisce la sua tessera personale e vota. In questo modo, oltre al voto, è registrata anche la presenza in quella votazione», ha spiegato a Pagella Politica Igor Giancarlo Iezzi, vicecapogruppo della Lega alla Camera e membro della Giunta per il regolamento. «Il sistema di conteggio delle presenze in aula è particolare, perché di fatto sovrappone le presenze con la partecipazione al voto dei deputati. Ma il voto non è l’unica attività svolta dai parlamentari, che lavorano pure nelle commissioni parlamentari», ha sottolineato il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera dal 2013 al 2018.
Anche al Senato le presenze sono registrate durante le votazioni elettroniche. A differenza della Camera, però, i senatori “in missione” non sono conteggiati tra i presenti. I senatori che non possono partecipare alle sedute in aula devono chiedere per iscritto il congedo al presidente del Senato, che ne dà comunicazione all’inizio di ogni seduta. I senatori in congedo non possono comunque essere più di un decimo dei componenti dell’assemblea e non sono conteggiati nel computo del numero legale delle sedute. «Per mia esperienza, al Senato capita spesso che ci siano votazioni per alzata di mano, e quindi in quel caso la presenza non è presa, e il dato sulla partecipazione ai voti è quindi solo parziale», ha spiegato il senatore del Partito Democratico Filippo Sensi, deputato dal 2018 al 2022. Per esempio lo scorso 9 novembre l’aula del Senato ha approvato in via definitiva, e per alzata di mano, l’istituzione di una commissione d’inchiesta sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, due ragazze scomparse a Roma nel 1983. A marzo 2023 anche l’istituzione della commissione d’inchiesta contro le mafie è stata approvata dal Senato per alzata di mano.
Innanzitutto nelle due aule del Parlamento le presenze dei parlamentari sono registrate solo durante le votazioni elettroniche, con alcune differenze. Tra le “presenze” in aula la Camera conteggia i deputati che partecipano alle votazioni e quelli “in missione”, ossia i deputati che sono assenti ma giustificati, per esempio impegnati in compiti istituzionali. Ma come avviene in concreto la registrazione della presenza in aula alla Camera?
«In aula la maggior parte delle votazioni si svolge con il sistema elettronico, quindi ogni parlamentare inserisce la sua tessera personale e vota. In questo modo, oltre al voto, è registrata anche la presenza in quella votazione», ha spiegato a Pagella Politica Igor Giancarlo Iezzi, vicecapogruppo della Lega alla Camera e membro della Giunta per il regolamento. «Il sistema di conteggio delle presenze in aula è particolare, perché di fatto sovrappone le presenze con la partecipazione al voto dei deputati. Ma il voto non è l’unica attività svolta dai parlamentari, che lavorano pure nelle commissioni parlamentari», ha sottolineato il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera dal 2013 al 2018.
Anche al Senato le presenze sono registrate durante le votazioni elettroniche. A differenza della Camera, però, i senatori “in missione” non sono conteggiati tra i presenti. I senatori che non possono partecipare alle sedute in aula devono chiedere per iscritto il congedo al presidente del Senato, che ne dà comunicazione all’inizio di ogni seduta. I senatori in congedo non possono comunque essere più di un decimo dei componenti dell’assemblea e non sono conteggiati nel computo del numero legale delle sedute. «Per mia esperienza, al Senato capita spesso che ci siano votazioni per alzata di mano, e quindi in quel caso la presenza non è presa, e il dato sulla partecipazione ai voti è quindi solo parziale», ha spiegato il senatore del Partito Democratico Filippo Sensi, deputato dal 2018 al 2022. Per esempio lo scorso 9 novembre l’aula del Senato ha approvato in via definitiva, e per alzata di mano, l’istituzione di una commissione d’inchiesta sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, due ragazze scomparse a Roma nel 1983. A marzo 2023 anche l’istituzione della commissione d’inchiesta contro le mafie è stata approvata dal Senato per alzata di mano.