Dentro le stanze del potere: il Senato

Quest’anno la legge di Bilancio inizierà il suo percorso parlamentare a Palazzo Madama, dove la politica non si fa solo nelle commissioni e in aula
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Nei prossimi giorni il governo Meloni presenterà in Parlamento il disegno di legge di Bilancio, chiamata “la manovra” nel linguaggio giornalistico e politico. Quest’anno la legge più importante dell’anno inizierà il suo esame parlamentare in Senato: prima il testo sarà discusso in Commissione Bilancio, che potrà modificarlo attraverso gli emendamenti presentati dai senatori, e dopo sarà votato da tutta l’aula per poi passare alla Camera. 

Nei lavori della legge di Bilancio non saranno coinvolte solo le commissioni parlamentari e l’aula del Senato. Da qui a fine anno, infatti, in tutte le stanze di Palazzo Madama, l’edificio che da oltre 150 anni è la sede del Senato, i politici si confronteranno su emendamenti, accordi e decisioni che potranno influenzare il testo finale della manovra.

Dalla sala Koch alla sala Garibaldi, passando per la buvette e la sala fumatori, abbiamo fatto il punto sui luoghi che compongono il palazzo del Senato, nei quali si fa politica “lontano dai riflettori”.

Un piccolo Transatlantico

La sala Garibaldi è l’ambiente di passaggio tra l’aula di Palazzo Madama, in cui avvengono le sedute del Senato, e la cosiddetta buvette, il bar destinato a senatori, assistenti parlamentari e giornalisti. Per la sua funzione la sala Garibaldi può essere definita la versione più piccola del “Transatlantico”, il lungo corridoio dove alla Camera dei deputati si incontrano i parlamentari per discutere tra loro e concludere accordi in modo informale.

«La sala Garibaldi è un luogo dove puoi confrontarti con i colleghi, ma anche con i giornalisti, che spesso ti possono fornire spunti. È una sala che ti permette di avere una visione completa» di quello che sta succedendo in Senato, ha spiegato a Pagella Politica Gianmarco Centinaio, vicepresidente del Senato e senatore di lungo corso della Lega.

Anche secondo l’ex senatore del Movimento 5 stelle Alberto Airola la sala Garibaldi è innanzitutto un’occasione di confronto. «Nel nostro “Transatlantico” mi è capitato di avvicinarmi ad alcuni politici e fare quattro chiacchiere. Ci si scambia qualche osservazione ma sono cose più di passaggio», ha detto Airola.

Il bar del Senato

La buvette è un luogo privilegiato di incontro tra politica e giornalismo. «Per i giornalisti è un momento di “scambio leggero” con i senatori: lì puoi parlare di qualsiasi cosa», ha spiegato Simonetta Dezi, giornalista parlamentare dell’Ansa che lavora da oltre vent’anni in Senato.

Nel bar del Senato «si staziona quando c’è il dibattito in aula», ha ricordato Salvatore Margiotta, ex senatore del Partito Democratico ed ex sottosegretario delle Infrastrutture e dei Trasporti nel secondo governo Conte. Margiotta, che sedeva negli scranni di Palazzo Madama durante la sedicesima, la diciassettesima e la diciottesima legislatura, ha spiegato a Pagella Politica che nella buvette «a volte con una battuta, una chiacchierata, si cerca di influenzare la discussione che c’è negli altri gruppi parlamentari». «Alla buvette si carpiscono informazioni: magari, mentre uno passa, sente di che cosa stanno parlando i colleghi», ha raccontato Airola.

Ma per bere, mangiare e discutere di politica i senatori hanno a disposizione un luogo più appartato e lontano dai riflettori: il ristorante. «Lì c’è una netta separazione tra giornalisti e politici», ha spiegato Dezi. «È un posto dove si può osservare chi mangia insieme e chi si confronta sempre sulla politica. Lì ci si siede spesso vicini per fazioni di gruppo». La giornalista parlamentare dell’Ansa ha osservato che il ristorante «cambia completamente aspetto la sera» quando ci sono soltanto i senatori: «Generalmente c’è un’atmosfera più tranquilla e meno politica, che dà l’idea di fine giornata».

Il ristorante si trova vicino al cosiddetto “Giardino degli aranci”, un cortile frequentato da politici e giornalisti. «È una zona di passaggio, vicino al bar dei dipendenti del Senato. Durante la loro prima legislatura i grillini spesso andavano lì», ha detto a Pagella Politica Pietro Salvatori, inviato politico dell’HuffPost.

Gli uffici dei gruppi

Nell’attuale legislatura in Senato sono presenti nove gruppi parlamentari. L’articolo 16 del regolamento, riformato nel 2022, assicura a ogni gruppo la «disponibilità di locali». Ogni singolo senatore ha poi a disposizione un ufficio per svolgere le proprie attività. Gli uffici e le stanze dei gruppi parlamentari sono luoghi dove accadono molte cose.

«Nel mio ufficio mi capita spesso di incontrare molte persone per discutere di un tema o di un emendamento. Le nostre riunioni le facciamo generalmente nell’ufficio della presidente del gruppo, Licia Ronzulli», ha spiegato a Pagella Politica Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in Commissione Giustizia. «È una di quelle commissioni dove si discute più spesso rispetto ad altre, dove magari c’è un andamento dei lavori più semplice», ha rilevato il senatore, nella passata legislatura deputato di Forza Italia. 

Margiotta ha evidenziato quanto siano fondamentali le riunioni di gruppo nelle dinamiche politiche: «Sono piuttosto importanti soprattutto sui provvedimenti cruciali. Si riunisce l’intero gruppo e il capogruppo, insieme ai capigruppo di merito nelle commissioni, espone il tema. Alcune volte ci possono essere contrasti e polemiche: nelle assemblee di gruppo il confronto diventa serio». 

Gli uffici dei gruppi rappresentano uno dei luoghi ideali per fare trattative o prendere decisioni politiche delicate. «Negli uffici dei gruppi si decide molto, visto che sono al riparo dai giornalisti», ha sottolineato Salvatori. «Per esempio fu in quella sede che Forza Italia decise di non partecipare al voto in cui è stato eletto come presidente del Senato Ignazio La Russa».
Ottobre 2023, un convegno organizzato presso la sala Koch del Senato. ANSA
Ottobre 2023, un convegno organizzato presso la sala Koch del Senato. ANSA

La sala dei convegni

Accanto all’aula di Palazzo Madama e non troppo distante dalla sala Garibaldi si trova la sala Koch, luogo dove spesso si svolgono convegni ed eventi. La sala viene utilizzata anche per le attività parlamentari: per esempio nelle scorse settimane le commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato hanno svolto qui il ciclo di audizioni sul decreto “Caivano”, approvato in Consiglio dei ministri lo scorso 7 settembre. 

«La sala Koch è molto grande: adesso viene utilizzata un po’ meno rispetto al periodo Covid», ha spiegato Nicola Calandrini, presidente della Commissione Bilancio e senatore di Fratelli d’Italia. Infatti, tra il 2020 e il 2021, quando anche a Palazzo Madama sono state prese una serie di misure di prevenzione, la sala era stata attrezzata per consentire un adeguato distanziamento e lo svolgimento delle attività parlamentari. «C’erano banchetti che consentivano a ogni senatore di poter parlare con un microfono. Durante il periodo Covid spesso le sedute di commissione le facevamo lì», ha ricordato Calandrini, che nella diciottesima legislatura era un esponente dell’opposizione e il capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Bilancio. 

«Al momento la sala non è predisposta per svolgere attività in cui ci sono molti partecipanti, o nel caso di audizioni importanti, come quelle che abbiamo svolto sulla Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef)», ha rilevato Calandrini. Il presidente della Commissione Bilancio non ha escluso che per l’iter parlamentare della prossima legge di Bilancio si riesca ad attrezzare la sala, visto che «risulta più confortevole» rispetto ad altre aule di commissione. 

Secondo Centinaio, la sala Koch è «molto riservata» e adatta per gli incontri politici: «Io in quella sala quando ero ministro dell’Agricoltura ho fatto tutti gli accordi con l’opposizione sui decreti che ho portato in Senato».

L’importanza della pausa sigaretta

Vicino all’infermiera di Palazzo Madama, dietro l’aula del Senato, c’è la sala fumatori, frequentata da diversi senatori. «Un tempo quello era un luogo dove ci si confrontava tantissimo: si facevano molti più discorsi approfonditi lì che in aula. Era un confronto molto bello perché avveniva in un luogo connotato come assolutamente neutrale: non possiamo attaccarci anche mentre si esce un secondo per fumare», ha ricordato Airola. 

In quella sala «ho discusso di possibili cadute di governo e ho saputo cose che sarebbero successe da esponenti di rilievo di altri partiti. Mi è capitato anche di discutere di emendamenti con il relatore di un disegno di legge», ha raccontato l’ex senatore del Movimento 5 stelle. 

Centinaio ha ricordato un aneddoto personale della diciassettesima legislatura. «All’epoca Roberto Calderoli era l’ideatore di milioni di emendamenti e quando andava a fumare i rappresentanti degli altri gruppi facevano la fila per cercare di carpire i segreti del gruppo della Lega. Io ero il capogruppo e quando Roberto tornava mi raccontava, con sorriso sornione, che in alcuni casi “sono venuti a imparare” e in altri casi “sono venuti a cercare di capire, ma non capiranno mai”». 

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