Il 23 giugno, durante le comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha confermato che l’Italia rispetterà l’impegno concordato dai Paesi membri della NATO: aumentare le spese militari fino a raggiungere un valore pari al 5 per cento del Prodotto interno lordo (PIL).
In aula, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte hanno criticato questa scelta, invitando Meloni a seguire l’esempio del capo del governo spagnolo Pedro Sánchez, che avrebbe ottenuto una maggiore flessibilità. «Sánchez ha dimostrato che si può dire di no e lei dovrebbe tenere la stessa posizione, presidente, nell’interesse dell’Italia e delle nuove generazioni, a cui si rischia di ipotecare il futuro», ha detto Schlein. «Ha visto Sánchez? Ha negoziato un accordo; lo faccia anche lei», ha dichiarato Conte.
Meloni ha risposto alle critiche affermando: «Su Sánchez e sul perché non ha fatto come la Spagna, comunico ufficialmente che non c’è alcuna differenza tra gli impegni che ha assunto la Spagna in ambito NATO e quelli che ha assunto l’Italia. Gli impegni sono uguali per tutti e sono stati sottoscritti da tutti».
Chi ha ragione, quindi? È vero, come sostengono Schlein e Conte, che la Spagna non dovrà portare le spese militari al 5 per cento? O ha ragione Meloni nel dire che gli impegni sono identici per tutti? In breve, stando alle informazioni attualmente disponibili, entrambe le versioni sono solo parzialmente corrette.
In aula, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte hanno criticato questa scelta, invitando Meloni a seguire l’esempio del capo del governo spagnolo Pedro Sánchez, che avrebbe ottenuto una maggiore flessibilità. «Sánchez ha dimostrato che si può dire di no e lei dovrebbe tenere la stessa posizione, presidente, nell’interesse dell’Italia e delle nuove generazioni, a cui si rischia di ipotecare il futuro», ha detto Schlein. «Ha visto Sánchez? Ha negoziato un accordo; lo faccia anche lei», ha dichiarato Conte.
Meloni ha risposto alle critiche affermando: «Su Sánchez e sul perché non ha fatto come la Spagna, comunico ufficialmente che non c’è alcuna differenza tra gli impegni che ha assunto la Spagna in ambito NATO e quelli che ha assunto l’Italia. Gli impegni sono uguali per tutti e sono stati sottoscritti da tutti».
Chi ha ragione, quindi? È vero, come sostengono Schlein e Conte, che la Spagna non dovrà portare le spese militari al 5 per cento? O ha ragione Meloni nel dire che gli impegni sono identici per tutti? In breve, stando alle informazioni attualmente disponibili, entrambe le versioni sono solo parzialmente corrette.