Il PD sbaglia: l’Italia non è ultima per spesa in sanità tra i Paesi Ocse

Sia in rapporto al Pil sia per singolo abitante c’è chi spende meno di noi, che siamo invece in fondo agli Stati del G7 
ANSA
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Il 4 settembre il Partito Democratico ha scritto sulla sua pagina ufficiale Facebook che «l’Italia è fanalino di coda dei Paesi Ocse per quel che riguarda la spesa sanitaria». «Su tutti i dati il nostro Paese è in fondo alla classifica, sia per quel che riguarda la spesa pro capite che gli investimenti legati al Pil», ha aggiunto il partito guidato da Elly Schlein.

Abbiamo controllato che cosa dicono i numeri e le cose non stanno così.

La spesa in rapporto al Pil

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) raggruppa i Paesi tra i più sviluppati al mondo, che hanno un’economia di mercato in comune. A oggi 38 Stati fanno parte dell’Ocse, tra cui 22 Paesi dell’Unione europea (con l’Italia) e tutti e sette i Paesi del G7. I sistemi sanitari di questi Paesi hanno fonti di finanziamento diverse tra loro: da un lato, ci sono Paesi come l’Italia e la Spagna dove l’assistenza sanitaria pubblica è finanziata dalla fiscalità generale, ossia dalle tasse pagate dai cittadini; dall’altro lato, ci sono Paesi come Francia e Germania dove l’assistenza si basa sulle assicurazioni obbligatorie sottoscritte dai cittadini. 

Sul database di Ocse sono disponibili i dati aggiornati al 2023 della spesa sanitaria di 18 Stati membri su 38 che fanno parte dell’organizzazione. In questo database la voce “spesa sanitaria pubblica” considera sia quella finanziata con la fiscalità generale sia quella finanziata con le assicurazioni volontarie, ed esclude la spesa privata dei singoli cittadini. Lo scorso anno si stima che la spesa sanitaria pubblica dell’Italia ha raggiunto un valore pari al 6,2 per cento del suo Prodotto interno lordo (Pil). Sette Paesi sui 18 per cui sono disponibili i dati – che sono comunque ancora provvisori – hanno registrato percentuali più basse: Colombia (5,9 per cento), Cile ed Estonia (5,8 per cento), Irlanda (5,1 per cento), Lituania (4,9 per cento), Lussemburgo (5 per cento) e Ungheria (4,5 per cento). Corea del Sud e Portogallo hanno invece una spesa uguale a quella italiana. 

Il nostro Paese non è ultimo in classifica tra i Paesi Ocse nemmeno se si guardano i dati relativi al 2022, che sono disponibili per tutti gli Stati membri dell’organizzazione. Due anni fa la spesa in sanità dell’Italia ha raggiunto un valore pari al 6,7 per cento del Pil, una percentuale inferiore alla media Ocse pari al 7 per cento, ma comunque più alta di quella di 19 Paesi Ocse. Tra quest’ultimi, ci sono anche dieci Paesi dell’Unione europea: Estonia e Grecia (5,3 per cento), Ungheria (4,9 per cento), Irlanda (4,7 per cento), Lettonia (4,9 per cento), Lituania e Lussemburgo (4,8 per cento), Polonia (4,7 per cento), Portogallo (6,5 per cento), Slovacchia (6,2 per cento). A questi si aggiungono altri tre Paesi Ue che non fanno parte dell’Ocse, ma per cui l’organizzazione mette lo stesso a disposizione le statistiche: Bulgaria (4,9 per cento), Croazia (6,3 per cento) e Romania (4,5 per cento).
Nel suo post sui social network il PD ha citato come fonte la Fondazione Gimbe, un’organizzazione indipendente che periodicamente pubblica rapporti sul sistema sanitario italiano. Il 3 settembre la Fondazione Gimbe ha raccolto in un comunicato stampa alcuni dati aggiornati sulla spesa sanitaria tra i Paesi Ocse, ma non ha scritto che l’Italia è ultima tra questi Paesi per spesa sanitaria. La fondazione ha sottolineato correttamente che la spesa italiana in rapporto al Pil è la più bassa tra i sette Paesi del G7. Nel 2022 gli Stati Uniti hanno registrato una spesa pari al 13,8 per cento del Pil, la Francia al 10,1 per cento, il Regno Unito al 9,1 per cento e il Giappone al 9,8 per cento. Per la Germania e il Canada sono disponibili i dati del 2023, quando la loro spesa sanitaria è stata rispettivamente pari al 10,1 per cento e al 7,9 per cento del Pil. 

La spesa in rapporto alla popolazione

Secondo il PD, l’Italia «è in fondo alla classifica» se si guardano i dati sulla «spesa pro capite» in sanità. Anche in questo caso i numeri dicono che questa affermazione è scorretta.

Nel 2022, ultimo anno per cui abbiamo i dati completi, la spesa sanitaria pubblica in Italia è stata pari a 3.526 dollari per abitante, tenendo conto della diversa parità di potere d’acquisto con gli altri Paesi (in inglese Purchasing power parity, o PPP). Questo valore non è il più basso tra tutti i Paesi Ocse: hanno infatti una spesa sanitaria pubblica pro capite più bassa dell’Italia il Cile, la Colombia, la Costa Rica, l’Estonia, la Grecia, l’Ungheria, Israele, la Corea del Sud, la Lettonia, la Lituania, il Messico, la Polonia, il Portogallo, la Slovacchia, la Slovenia, la Spagna, la Turchia, la Bulgaria, la Croazia e la Romania.

Anche in questa classifica comunque l’Italia è ultima tra i Paesi del G7, superata tra gli altri da Francia (5.866 dollari), Germania (7.403 dollari) e Regno Unito (4.836 dollari).

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