Che cosa dicono i sondaggi per le europee negli altri Paesi Ue

A due settimane dal voto, quali sono i partiti in vantaggio in Germania, Francia e Spagna, e quanti seggi potrebbero raccogliere i vari schieramenti nel Parlamento europeo
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Tra giovedì 6 giugno e domenica 9 giugno si voterà in tutti i 27 Stati dell’Unione europea (Ue) per eleggere i 720 deputati del Parlamento europeo. I cittadini olandesi saranno i primi ad andare a votare (6 giugno), seguiti da quelli irlandesi (7 giugno) e via via poi dagli altri. 

In Italia, dove dal 25 maggio è vietato diffondere i risultati dei sondaggi, il partito al primo posto nei consensi al momento è Fratelli d’Italia, seguito dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle. Negli altri Paesi europei, quali sono i partiti che stanno andando meglio nei sondaggi? E se guardiamo ai partiti europei, dal Partito Popolare Europeo (PPE) ai Socialisti e Democratici (S&D), quali sono quelli che prenderanno più seggi al Parlamento europeo, sulla base dei sondaggi più aggiornati?

Che cosa succede nel resto dell’Unione europea

Non è semplice analizzare i risultati dei sondaggi sulle elezioni europee condotti in tutti e 27 gli Stati membri. A metà maggio il sito Europe Elects, che è un aggregatore di sondaggi e dati elettorali, ha però elaborato una proiezione per provare a quantificare come saranno distribuiti i seggi nel nuovo Parlamento europeo. 

Secondo Europe Elects, al primo posto c’è il Partito Popolare Europeo, di cui in Italia fa parte Forza Italia, con il 25,3 per cento dei parlamentari, in calo rispetto al 26,8 per cento del 2019. Con il 18,6 per cento seguono i Socialisti e Democratici, di cui fa parte il Partito Democratico, in calo rispetto al 21,2 per cento delle scorse elezioni europee, e poi Renew Europe (RE): lo schieramento europeo di cui fanno parte Azione e Italia Viva potrebbe ottenere l’11,8 per cento dei seggi, anche questo in calo rispetto al 13,4 per cento del 2019.

I due partiti di destra – i Conservatori e Riformisti europei (ECR), di cui fa parte Fratelli d’Italia, e Identità e Democrazia (ID), di cui fa parte la Lega – otterrebbero entrambe l’11,5 per cento dei seggi. I Conservatori e Riformisti in crescita di 3 punti percentuali rispetto a cinque anni fa, Identità e Democrazia solo di 0,7 punti.

Ci sono poi i Verdi (Greens) con il 7,5 per cento, in calo rispetto al 9,3 per cento del 2019, e la Sinistra (Left) con il 6 per cento, percentuale in linea con quella ottenuta cinque anni fa. I partiti non iscritti a un gruppo nel Parlamento europeo eleggerebbero invece il 7,8 per cento dei parlamentari, quasi il doppio rispetto alle ultime elezioni europee.
Come detto, queste proiezioni sono aggiornate alla metà del mese di maggio, quindi a quasi un mese di distanza dalle elezioni europee. I consensi potranno cambiare con l’avvicinarsi del voto e anche a causa di cambiamenti nei vari schieramenti europei. Per esempio, il 24 maggio Identità e Democrazia ha espulso il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) per alcune dichiarazioni controverse di uno dei suoi leader. A giugno Renew Europe ha in programma un voto per espellere il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD) dei Paesi Bassi per aver deciso di far parte di un governo con l’estrema destra. Altri partiti potrebbero aderire a un partito europeo dopo le elezioni.

I sondaggi in Germania

Secondo la media dei sondaggi elaborata dall’edizione europea della testata giornalistica Politico, in Germania il partito di centro dell’Unione Cristiano-Democratica (parte del PPE) è al 31 per cento, stabile ormai da mesi, mentre al 16 per cento sono dati sia il centrosinistra del Partito Socialdemocratico (S&D) sia AfD. AfD è in forte calo e ha perso circa sei punti da inizio anno, mentre la SPD ha un andamento di leggera crescita. 

Al 13 per cento ci sono i Verdi (Greens), al 5 per cento il Partito Liberale (RE) e poi al 4 per cento la sinistra della Linke (Left). La Germania è governata da una coalizione formata da Socialdemocratici, Liberali e Verdi.

I sondaggi in Francia

In Francia, al primo posto c’è il Rassemblement National (ID) di Marine Le Pen con il 32 per cento e in crescita da oltre un anno, mentre Ensemble, la coalizione di governo del presidente Emmanuel Macron, è in calo e si ferma al 17 per cento.

Al 14 per cento c’è il Partito Socialista (S&D), seguito all’8 per cento dalla France Insoumise (Left) e dai Repubblicani (PPE). Con il 6 per cento troviamo i Verdi (Greens) e Reconquête di Éric Zemmour, che a febbraio è entrato a far parte dei Conservatori e Riformisti europei.

I sondaggi in Spagna

In Spagna il primo posto se lo giocano il Partito Popolare (PPE), dato al 34 per cento, e il Partito Socialista (S&D) del primo ministro Pedro Sánchez, dato invece al 32 per cento. La distanza tra i due partiti si sta riducendo, con il Partito Popolare che fino a due mesi fa aveva otto punti di vantaggio sul Partito Socialista.

Dopo c’è Vox, partito di estrema destra membro dell’ECR, con l’11 per cento e poi Sumar, partito di sinistra che sta nel gruppo della Sinistra al Parlamento europeo, all’8 per cento. Gli altri partiti spagnoli non superano il 3 per cento.

I sondaggi negli altri Paesi

Paesi Bassi, Polonia e Ungheria sono tre Paesi i cui risultati saranno tra i più interessanti da un punto di vista politico.

Nei Paesi Bassi, dove si sta per formare un governo di destra, il Partito della Libertà (ID) di Geert Wilders, è al primo posto con il 32 per cento, otto punti in più rispetto alle elezioni politiche vinte sette mesi fa. Seguono con il 16 per cento il Partito Laburista (S&D) e poi con l’11 per cento il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (RE). Il resto dei partiti, che sono più di dieci, non superano il 10 per cento. 

In Polonia, la Coalizione Civica guidata dal primo ministro Donald Tusk, da un anno a capo di un governo europeista, è data al 32 per cento, poco sopra al 29 per cento di Diritto e Giustizia (ECR), il partito euroscettico che ha governato dal 2011 fino alla sconfitta alle elezioni dell’ottobre 2023. Rispetto a quelle elezioni, lo schieramento di Tusk è leggermente cresciuto, mentre Diritto e Giustizia ha perso circa sei punti. Ci sono poi al 12 per cento i centristi di Terza Via (RE e PPE), al 10 per cento l’estrema destra di Confederazione Libertà e Indipendenza e all’8 per cento la sinistra di Lewica (Left). 

Infine in Ungheria Fidesz (non iscritto a nessun gruppo al Parlamento europeo) è primo nei sondaggi: il partito del primo ministro Viktor Orbán è dato al 40 per cento, seppure in calo. Al secondo posto c’è Tisza, un nuovo partito senza un chiaro posizionamento ideologico, che sta crescendo velocemente nei consensi: a oggi è dato al 22 per cento e fino a marzo non era rilevato dai sondaggi. Il DK-MSZP (S&D), una coalizione di partiti di centrosinistra, è dato al 16 per cento, mentre il “Movimento Nostra Patria”, partito di estrema destra, è al 5 per cento.

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