«Sul “Salva Milano” abbiamo fatto tutti una figuraccia: tutti, sia nella maggioranza che nelle opposizioni. Sapevamo chi era Oggioni e nonostante questo ci si è legati mani e piedi a lui. Alla luce di questi fatti, il disegno di legge è morto. Come potremmo noi di Fratelli d’Italia portare avanti ora una misura che di fatto avvantaggerebbe il sindaco Sala, che tra l’altro lui stesso ha chiesto di fermare?». Così un deputato di Fratelli d’Italia – che ha preferito restare anonimo – ha spiegato a Pagella Politica perché il disegno di legge che vuole sbloccare decine di cantieri a Milano non sarà più approvato dal Parlamento.
Il futuro del “Salva Milano” si è fatto sempre più complicato negli ultimi giorni. Il 5 marzo il Comune di Milano, guidato dal sindaco di centrosinistra Beppe Sala, ha annunciato in una nota che non sosterrà più il provvedimento, già approvato dalla Camera e ora all’esame del Senato. Il 7 marzo si è poi dimesso l’assessore per le Politiche per la casa del Comune di Milano, Guido Bardelli, dopo la pubblicazione di alcune intercettazioni in cui emergerebbe il suo coinvolgimento nelle inchieste che riguardano il capoluogo della Lombardia.
La decisione dell’assessore Bardelli e quella del Comune sono arrivate dopo l’arresto di Giovanni Oggioni, ex dirigente comunale, accusato di corruzione, depistaggio e falso, insieme ad altri due dirigenti, Andrea Viarioli e Carla Barone, e al progettista Marco Cerri. Oggioni e Cerri sono accusati di aver fatto pressioni su alcuni parlamentari di partiti che hanno la maggioranza dei voti in Parlamento per fare approvare velocemente il disegno di legge.
Oggioni è la prima persona arrestata nell’ambito di numerose inchieste che la Procura di Milano ha avviato negli ultimi due anni nel settore edilizio. Ma partiamo dall’inizio per capire chi è coinvolto nelle indagini, che cosa c’entra il disegno di legge “Salva Milano” e quali sono le possibili evoluzioni della vicenda.
Il futuro del “Salva Milano” si è fatto sempre più complicato negli ultimi giorni. Il 5 marzo il Comune di Milano, guidato dal sindaco di centrosinistra Beppe Sala, ha annunciato in una nota che non sosterrà più il provvedimento, già approvato dalla Camera e ora all’esame del Senato. Il 7 marzo si è poi dimesso l’assessore per le Politiche per la casa del Comune di Milano, Guido Bardelli, dopo la pubblicazione di alcune intercettazioni in cui emergerebbe il suo coinvolgimento nelle inchieste che riguardano il capoluogo della Lombardia.
La decisione dell’assessore Bardelli e quella del Comune sono arrivate dopo l’arresto di Giovanni Oggioni, ex dirigente comunale, accusato di corruzione, depistaggio e falso, insieme ad altri due dirigenti, Andrea Viarioli e Carla Barone, e al progettista Marco Cerri. Oggioni e Cerri sono accusati di aver fatto pressioni su alcuni parlamentari di partiti che hanno la maggioranza dei voti in Parlamento per fare approvare velocemente il disegno di legge.
Oggioni è la prima persona arrestata nell’ambito di numerose inchieste che la Procura di Milano ha avviato negli ultimi due anni nel settore edilizio. Ma partiamo dall’inizio per capire chi è coinvolto nelle indagini, che cosa c’entra il disegno di legge “Salva Milano” e quali sono le possibili evoluzioni della vicenda.