Sul salario minimo Salvini e la Lega hanno cambiato idea varie volte

Favorevoli, contrari, poi di nuovo favorevoli e infine contrari: le posizioni del vicepresidente del Consiglio e del suo partito sulla retribuzione minima, dal 2017 a oggi
Pagella Politica
Il leader della Lega Matteo Salvini e il suo partito hanno cambiato idea più volte negli ultimi anni sul salario minimo, ossia la retribuzione minima sotto cui i datori di lavoro non possono pagare un lavoratore, uno dei temi politici più discussi di queste settimane. 

La Commissione Lavoro della Camera sta discutendo infatti una proposta di legge unitaria dei partiti di opposizione (Italia Viva esclusa), per introdurre in Italia un salario minimo da 9 euro lordi all’ora. La scorsa settimana i partiti che sostengono il governo Meloni, ossia Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati, hanno presentato un emendamento per cancellare il contenuto del testo e affossare la proposta di legge. Il 22 luglio la presidente del Consiglio Meloni ha aperto alla possibilità di un dialogo con i partiti di opposizione sul salario minimo. L’emendamento soppressivo non è comunque stato al momento ritirato e domani è previsto il voto in commissione alla Camera. 

Ma tra il 2017 e il 2018 il leader della Lega Salvini si diceva favorevole all’introduzione del salario minimo in Italia, per poi cambiare idea varie volte insieme al suo partito negli anni successivi. «Fermare le partenze, bloccare i barconi, espellere i clandestini, combattere mafie e caporalato, prevedere un SALARIO MINIMO che impedisca schiavitù e sfruttamento. Si può, anzi si deve», scriveva Salvini a marzo 2017 in un tweet contro il fenomeno del caporalato nel Mezzogiorno. All’epoca il governo era guidato da Paolo Gentiloni, sostenuto tra gli altri dal Partito Democratico e Alternativa Popolare di Angelino Alfano.
L’anno dopo, nel 2018, Salvini esprimeva sui social network il suo sostegno al salario minimo in altre due occasioni. In vista della campagna elettorale per le elezioni politiche 2018 il programma elettorale della Lega chiedeva espressamente l’introduzione di una retribuzione minima per i lavoratori.
Immagine 1. Il salario minimo nel programma elettorale della Lega nel 2018 – Fonte: programma elettorale Lega 2018
Immagine 1. Il salario minimo nel programma elettorale della Lega nel 2018 – Fonte: programma elettorale Lega 2018
Dopo le elezioni politiche del 2018, la Lega ha sostenuto insieme al Movimento 5 Stelle il primo governo di Giuseppe Conte, nato a giugno 2018 e caduto a settembre 2019 proprio perché il partito di Salvini aveva tolto il suo appoggio. 

A giugno 2019 – durante l’esperienza del primo governo Conte – Salvini aveva comunque già cambiato idea sul salario minimo. Per esempio, il 27 giugno scriveva su Twitter che prima di approvare una retribuzione minima oraria bisognava «abbassare le tasse alle imprese» perché il salario minimo «non deve andare a carico degli artigiani e dei commercianti». A settembre, dopo la caduta del primo governo Conte, Salvini aveva invece definito il salario minimo «una boiata», portando come motivazione il fatto che questa misura avrebbe come effetto quello di abbassare «il salario di tutti gli altri» che non ne sono coinvolti.

Il 13 giugno 2022, durante una conferenza stampa per commentare i ballottaggi delle elezioni comunali del giorno prima, il leader della Lega ha dichiarato che «è inevitabile un adeguamento degli stipendi, che non è il salario minimo che in Italia non può funzionare». 

Nel programma elettorale della Lega in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022, si chiedeva però di riconoscere ai lavoratori un salario minimo pari a quello stabilito dai Contratti collettivi nazionali di lavoro (Ccnl) più diffusi. Questa proposta è comunque diversa da quella a oggi in discussione alla Camera che, come detto in precedenza, fissa il salario minimo orario a 9 euro lordi (Immagine 2).
Immagine 2. Il salario minimo nel programma elettorale della Lega nel 2022 – Fonte: programma elettorale Lega 2022
Immagine 2. Il salario minimo nel programma elettorale della Lega nel 2022 – Fonte: programma elettorale Lega 2022
Dopo la nascita del governo Meloni, avvenuta a ottobre 2022, la Lega ha cambiato di nuovo idea, e diversi suoi esponenti hanno criticato l’idea di introdurre il salario minimo in Italia. Lo scorso 19 luglio, ospite di Tg2 Post su Rai 2, il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo ha dichiarato (min. 1:48) che la proposta di salario minimo presentata dai partiti di opposizione «ha indubbiamente un impatto mediatico forte», ma «rischia di essere un boomerang per i lavoratori stessi», perché potrebbe portare tra le altre cose a un maggiore ricorso ai “contratti pirata”, ossia contratti sottoscritti da organizzazioni poco rappresentative dei lavoratori e che prevedono tutele inferiori rispetto a quelli siglati dai sindacati principali. 

Nella scorsa legislatura, tra il 2018 e il 2022, anche un deputato di Fratelli d’Italia, Walter Rizzetto, ha presentato una proposta di legge per introdurre il salario minimo orario. La proposta non è stata firmata però da nessun altro esponente del suo partito, e il tema del salario minimo non è presente né nel programma di Fratelli d’Italia per le elezioni politiche 2018 né nel programma per quelle del 2022.

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