Chi sono gli “antisistema”: Rivoluzione sanitaria, Gilet arancioni e Forza del popolo

La seconda parte della guida di Pagella Politica ai partiti che si collocano fuori dal sistema della politica nazionale 
ANSA
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Complottisti, no vax, euroscettici, capipopolo: fuori dal sistema della politica nazionale esiste una galassia di partiti e movimenti contro il «mainstream» e il «pensiero unico», come li chiamano loro, più o meno strutturati e diffusi sul territorio italiano e che puntano a candidarsi alle prossime elezioni del 25 settembre.

Da quelli che hanno già una rappresentanza parlamentare a quelli fondati intorno alla figura di un leader carismatico, i partiti antisistema rappresentano una galassia nascosta ai margini del dibattito politico italiano, ma presente e radicata in alcune frange della popolazione. 

Abbiamo analizzato i principali partiti antisistema, da quello con più possibilità di entrare in Parlamento al più bizzarro e sopra le righe: ecco chi sono i nuovi politici che vogliono entrare nelle istituzioni per rivoluzionarle dall’interno. In questa seconda parte (qui la prima parte, qui la terza, qui la quarta), ci concentreremo su tre partiti: Rivoluzione sanitaria, i Gilet arancioni e Forza del popolo.

La Rivoluzione sanitaria di Panzironi

Uno dei movimenti antisistema che punta a candidarsi alle prossime elezioni politiche è Rivoluzione sanitaria di Adriano Panzironi, l’imprenditore romano noto per essere l’ideatore e il promotore di Life 120, un regime alimentare che promette, senza alcuna prova scientifica, una serie di benefici per il fisico e la salute che possono portare a vivere fino a 120 anni.

Panzironi – cui è stata recentemente confermata una multa da oltre 260 mila euro comminata dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) nel 2019 per la diffusione di contenuti pericolosi per la salute – ha lanciato la sua candidatura su Facebook, spiegando le motivazioni che lo hanno portato a compiere questa scelta. «Dopo 10 anni, sono giunto all’amara consapevolezza che se vogliamo cambiare la medicina e salvare milioni di persone dalla morte per malattie degenerative, dobbiamo aver il coraggio di presentarci al Paese e chiedere quel sostegno che ci permetterà di entrare al Parlamento e cambiare il sistema dall’interno», ha scritto Panzironi.

Rivoluzione sanitaria ha scelto come simbolo una ghigliottina francese, un’immagine che secondo il fondatore «non lascia dubbi d’interpretazione». Panzironi ha affermato di aver preferito correre da solo e non «apparentarsi con altre forze antisistema» per cercare con maggiore facilità di superare le soglie di sbarramento per eleggere parlamentari.

In ogni caso, il 10 agosto Rivoluzione sanitaria ha iniziato la raccolta firme in tutti i punti vendita life120 lo spaccio presenti in Italia e ha avviato la campagna elettorale sul suo canale Ap Channel sul digitale terrestre e su YouTube.
Figura 1. Adriano Panzironi cucina sul suo canale Youtube mentre illustra il programma elettorale di Rivoluzione sanitaria – Fonte: Youtube
Figura 1. Adriano Panzironi cucina sul suo canale Youtube mentre illustra il programma elettorale di Rivoluzione sanitaria – Fonte: Youtube
Sul sito di Rivoluzione sanitaria si legge che uno degli obiettivi principali della campagna di Panzironi è quello di «ridurre nei prossimi cinque anni le spese sanitarie correnti del 50 per cento» e di «ridurre la mortalità italiana del 50 per cento».

Nello specifico, il programma elettorale è diviso in 13 punti, tutti incentrati sul cambiamento del Sistema sanitario nazionale, dalla «realizzazione di 5 mila nuovi pronto soccorso privati» alla revisione delle etichette alimentari e dei fogli illustrativi dei farmaci. 

Non manca nel programma di Rivoluzione sanitaria un riferimento ai vaccini: il punto 5 stabilisce infatti il «riconoscimento del diritto di “obiezione di coscienza” per i medici, per quanto riguarda qualsiasi trattamento sanitario, compreso la somministrazione di vaccini».

I Gilet arancioni di Pappalardo

Il 24 luglio anche il movimento guidato dall’ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo ha annunciato con un video su Facebook la volontà di partecipare alle prossime elezioni del 25 settembre. I Gilet arancioni sono una forza politica nata nel 2019 dall’unione di diversi movimenti precedenti, raggruppati sotto la figura di Pappalardo, ex generale ed ex deputato del Partito Socialista democratico italiano, allo scopo di «aiutare e insegnare agli italiani e a coloro che amano stare in Italia che si deve cambiare musica» (nel simbolo del partito è infatti presente una chiave di violino).

Il movimento provò a candidarsi inizialmente per le elezioni europee del 2019, ma non fu ammesso perché non furono raccolte le firme necessarie alla presentazione della lista. Oggi i Gilet arancioni e il loro leader sono più noti all’opinione pubblica, anche grazie alla loro opposizione al green pass e alle mascherine, culminata il 30 maggio 2020 in una serie di manifestazioni nelle più importanti piazze italiane, dove centinaia di persone si radunarono per protestare, nonostante le restrizioni (per le manifestazioni Pappalardo è stato denunciato).

Per raccogliere le firme, i Gilet arancioni stanno ricorrendo al metodo dell’autocandidatura spontanea, come spiegato da Pappalardo nel video-annuncio su Facebook: «Noi diciamo al cittadino semplice “ti vuoi candidare?” Bene, raccogli un po’ di firme e noi ti candidiamo». Non è chiaro però a che punto sia la raccolta firme del movimento o quali siano i suoi candidati, oltre allo stesso Pappalardo, ma il leader assicura che «si stanno avvicinando personaggi notevoli e faremo un comunicato stampa per farvi capire che i Gilet arancioni hanno tanto sostegno».

Il programma politico dei Gilet arancioni è disponibile sul sito del movimento e prevede «radicali trasformazioni dello Stato italiano e delle sue relazioni internazionali. Trasformazioni non dettate da slogan che mirano alla “pancia della gente”, bensì contenute in programmi che hanno come unico obiettivo quello di cambiare l’attuale sistema politico, economico, sociale e finanziario, creato per ulteriormente arricchire lobby di potere, che si riuniscono sotto la sigla “Nuovo Ordine Mondiale”, per realizzare un Nuovo Umanesimo».

Tra i punti principali del programma figurano un «accertamento scientifico» sulla Covid 19, per «verificarne la pericolosità pandemica e la sua letalità, tali da bloccare «l’intera economia mondiale» e le «dimissioni immediate di Sergio Mattarella, governanti e parlamentari in quanto tutti abusivi e illegittimi».

Oltre al programma, Pappalardo ha stipulato anche un «Patto d’onore» nel quale promette che se sarà eletto capo del governo attuerà una serie di provvedimenti entro un anno al massimo: tra questi ci sono la «costituzione di una repubblica confederale basata su sei stati confederati (Padania, Repubblica Serenissima, Etruria, Partenope, Sicilia e Sardegna)» e la messa in vigore della «lira italica», una moneta complementare di cambio 1 a 1 con l’euro, che elargirà «attraverso un’indennità di 1.500 lire italiche a tutte le casalinghe e i casalinghi».
Figura 2. Il leader dei Gilet arancioni Antonio Pappalardo espone il suo programma elettorale - Fonte: Facebook
L’ex generale ha poi diminuito i tempi di attuazione di queste norme, affermando in uno dei suoi video su Facebook che farà tutto (anche uscire dalla Nato) «in 48 ore al massimo».

Forza del Popolo di Musso

Un’altra lista antisistema che punta a candidarsi alle elezioni del 25 settembre è il partito Forza del popolo. Quest’ultimo è nato ufficialmente il 12 agosto 2021 e il suo leader è l’avvocato siciliano Lillo Massimiliano Musso, animatore tra le altre cose dei gruppi “Mille medici per la costituzione”, “Mille avvocati per la costituzione” e “Scuola per la costituzione”, che dall’inizio della pandemia di Covid-19 si oppongono alle misure adottate dalle autorità sanitarie per contrastare il contagio, come la campagna vaccinale e il green pass. 

Musso è titolare di uno studio legale a Ravanusa, in Sicilia, e ha una pagina Facebook, dove si fa chiamare «il vero avvocato del popolo» (in contrapposizione all’appellativo dell’ex presidente del Consiglio, l’avvocato Giuseppe Conte). 
Figura 3. La pagina Facebook di Musso - Fonte: Facebook
Figura 3. La pagina Facebook di Musso - Fonte: Facebook
Nella sua biografia, Musso si è definito, tra le altre cose, «esperto in vaccinazioni obbligatorie e libertà di cura» e quella con Forza del popolo non è la sua prima esperienza politica. Lui stesso, nella sua biografia, ha raccontato di aver fatto parte dell’Italia dei valori, il partito politico di Antonio Di Pietro, fino al 2010, anno in cui è stato espulso. In seguito, Musso ha fondato il “Centro studi sul Socialismo cristiano” e dopo una serie di candidature a livello locale, in Sicilia, è stato candidato alle elezioni politiche del 2018 nel collegio uninominale di Agrigento per la Lista del popolo per la Costituzione del giornalista Giulietto Chiesa. 

Il manifesto politico di Forza del popolo, che come movimento è nato nel 2016, è ricco di citazioni di personaggi illustri, da filosofi come John Locke e Immanuel Kant, fino a ex presidenti degli Stati Uniti come Franklin Delano Roosevelt, e proposte dai toni complottisti. Per esempio, il partito punta a istituire una «ri-Costituente democratica» per «la ricostruzione dalle fondamenta della Repubblica italiana», resa necessaria «dal collasso della democrazia, naufragata tra le onde di una – a tratti – indecifrabile dittatura soft, costruita silenziosamente all’interno delle maglie democratiche, i cui frutti di fame e di miseria sono simili a quelli di un conflitto bellico che si perpetua da decenni». Inoltre, Forza del popolo punta a trasformare l’Italia in una «Repubblica Federale di Regioni Autonome» a ridurre la giornata lavorativa a un massimo di «sei ore giornaliere» e a riformare la rappresentanza sindacale, incentivando «la costituzione di sindacati autonomi». 

Forza del popolo è una lista attiva sui social, in particolare su Telegram, dove ha due canali ufficiali, uno con più 11 mila iscritti e l’altro con quasi 4 mila iscritti. Su Telegram, i militanti del partito condividono per lo più contenuti legati alla Covid-19, contrari ai vaccini e al green pass. Nelle ultime settimane il partito ha lanciato la campagna per la raccolta delle firme e ha presentato già alcuni candidati alle elezioni del 25 settembre. Tra questi c’è anche Maria Fida Moro, figlia dell’ex presidente del Consiglio Aldo Moro (Democrazia cristiana), già deputata dal 1987 al 1992 eletta con Dc e poi passata a Rifondazione comunista.
Figura 4. La presentazione della candidatura di Maria Fida Moro sul Canale Telegram di Forza del popolo - Fonte: Telegram
Figura 4. La presentazione della candidatura di Maria Fida Moro sul Canale Telegram di Forza del popolo - Fonte: Telegram
Oltre alla figlia di Moro, Forza del popolo punta a candidare anche il medico negazionista della Covid-19 Domenico Mastrangelo e Matteo Testa, che su Facebook si fa chiamare «il farmacista libero», sospeso a febbraio 2022 dall’Ordine dei farmacisti dopo aver partecipato a diverse manifestazioni contro il green pass indossando una pettorina che richiama i deportati nazisti nei lager. 

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