Aggiornamento 11 aprile, ore 20 – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto e firmato il decreto “Sicurezza”, che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
A una settimana dalla sua approvazione, il nuovo decreto “Sicurezza” non è ancora entrato in vigore. Il decreto-legge, approvato dal Consiglio dei ministri il 4 aprile, riprende gran parte dei nuovi reati contenuti nel disegno di legge “Sicurezza”, il cui percorso parlamentare è stato di fatto bloccato. Ma all’11 aprile, il testo del nuovo decreto-legge non è ancora stato pubblicato in Gazzetta ufficiale e dunque le sue disposizioni non sono operative. Il governo ne ha riassunto il contenuto in un comunicato stampa e ha diffuso uno schema e una sintesi del provvedimento, ma il testo ufficiale continua a non essere disponibile.
Ricordiamo che i decreti-legge sono approvati dal governo solo «in casi straordinari di necessità e d’urgenza», almeno così dice la Costituzione. In realtà, da tempo i governi abusano di questo strumento per accelerare l’introduzione di nuove norme. In conferenza stampa, lo stesso ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha ammesso che il decreto “Sicurezza” è stato approvato per dare «tempi certi» all’attuazione di quanto contenuto nel disegno di legge “Sicurezza”.
Per entrare in vigore, un decreto-legge deve essere prima firmato dal presidente della Repubblica e poi pubblicato in Gazzetta ufficiale, che è l’archivio ufficiale di tutte le leggi e gli atti approvati in Italia. Dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale inizia il termine di 60 giorni entro cui la Camera e il Senato devono convertire il decreto-legge, anche modificandolo con emendamenti.
A distanza di una settimana, il decreto “Sicurezza” non è ancora stato pubblicato in Gazzetta ufficiale e quindi non è nemmeno stato trasmesso al Parlamento per la sua conversione in legge. Questo ritardo non è inedito: in passato ci sono stati altri casi in cui il governo ha presentato dopo parecchio tempo i suoi provvedimenti alla Camera e al Senato.
Per esempio, questo era accaduto proprio con il disegno di legge “Sicurezza”. Il governo Meloni aveva approvato il testo il 16 novembre 2023, ma lo aveva presentato ufficialmente alla Camera il 22 gennaio 2024, oltre due mesi dopo. Come abbiamo spiegato in passato, questi ritardi possono dipendere dal fatto che i testi arrivano in Consiglio dei ministri ancora incompleti, non del tutto “chiusi”. In attesa della versione definitiva, il governo si limita a illustrarne i contenuti principali in conferenza stampa. Nel caso del decreto “Sicurezza”, il ritardo del governo è rilevante perché i decreti-legge sono atti che, come detto, dovrebbero essere urgenti e adottati solo in casi di straordinaria necessità.
Secondo quanto riferito a Pagella Politica da fonti della Presidenza della Repubblica, alla serata del 10 aprile il testo del decreto “Sicurezza” non era ancora stato ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che non lo ha ancora potuto firmare per disporne la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
In questi giorni abbiamo contattato più volte il Ministero dell’Interno per avere maggiori informazioni sulla pubblicazione del decreto, ma al momento della pubblicazione di questo articolo non abbiamo ricevuto risposta.
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A una settimana dalla sua approvazione, il nuovo decreto “Sicurezza” non è ancora entrato in vigore. Il decreto-legge, approvato dal Consiglio dei ministri il 4 aprile, riprende gran parte dei nuovi reati contenuti nel disegno di legge “Sicurezza”, il cui percorso parlamentare è stato di fatto bloccato. Ma all’11 aprile, il testo del nuovo decreto-legge non è ancora stato pubblicato in Gazzetta ufficiale e dunque le sue disposizioni non sono operative. Il governo ne ha riassunto il contenuto in un comunicato stampa e ha diffuso uno schema e una sintesi del provvedimento, ma il testo ufficiale continua a non essere disponibile.
Ricordiamo che i decreti-legge sono approvati dal governo solo «in casi straordinari di necessità e d’urgenza», almeno così dice la Costituzione. In realtà, da tempo i governi abusano di questo strumento per accelerare l’introduzione di nuove norme. In conferenza stampa, lo stesso ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha ammesso che il decreto “Sicurezza” è stato approvato per dare «tempi certi» all’attuazione di quanto contenuto nel disegno di legge “Sicurezza”.
Per entrare in vigore, un decreto-legge deve essere prima firmato dal presidente della Repubblica e poi pubblicato in Gazzetta ufficiale, che è l’archivio ufficiale di tutte le leggi e gli atti approvati in Italia. Dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale inizia il termine di 60 giorni entro cui la Camera e il Senato devono convertire il decreto-legge, anche modificandolo con emendamenti.
A distanza di una settimana, il decreto “Sicurezza” non è ancora stato pubblicato in Gazzetta ufficiale e quindi non è nemmeno stato trasmesso al Parlamento per la sua conversione in legge. Questo ritardo non è inedito: in passato ci sono stati altri casi in cui il governo ha presentato dopo parecchio tempo i suoi provvedimenti alla Camera e al Senato.
Per esempio, questo era accaduto proprio con il disegno di legge “Sicurezza”. Il governo Meloni aveva approvato il testo il 16 novembre 2023, ma lo aveva presentato ufficialmente alla Camera il 22 gennaio 2024, oltre due mesi dopo. Come abbiamo spiegato in passato, questi ritardi possono dipendere dal fatto che i testi arrivano in Consiglio dei ministri ancora incompleti, non del tutto “chiusi”. In attesa della versione definitiva, il governo si limita a illustrarne i contenuti principali in conferenza stampa. Nel caso del decreto “Sicurezza”, il ritardo del governo è rilevante perché i decreti-legge sono atti che, come detto, dovrebbero essere urgenti e adottati solo in casi di straordinaria necessità.
Secondo quanto riferito a Pagella Politica da fonti della Presidenza della Repubblica, alla serata del 10 aprile il testo del decreto “Sicurezza” non era ancora stato ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che non lo ha ancora potuto firmare per disporne la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
In questi giorni abbiamo contattato più volte il Ministero dell’Interno per avere maggiori informazioni sulla pubblicazione del decreto, ma al momento della pubblicazione di questo articolo non abbiamo ricevuto risposta.