Sulla piattaforma online del Ministero della Giustizia, nella mattina di martedì 20 maggio il quesito aveva già superato le 330 mila firme, avvicinandosi così alle 500 mila necessarie per presentare la richiesta di referendum. Il raggiungimento di questa soglia, comunque, non comporterà in automatico l’indizione di un nuovo referendum. I referendum abrogativi servono a cancellare, in tutto o in parte, una legge – in questo caso una parte della “legge Cirinnà” – e una volta raccolte le firme il quesito dovrà essere esaminato dalla Corte di Cassazione. Se la Cassazione lo ammetterà, toccherà poi alla Corte Costituzionale stabilire se è ammissibile. Solo in caso di doppio via libera, si andrà al voto, e solo in caso di raggiungimento del quorum i risultati del referendum sarebbero validi.