Il record del Parlamento sulle giornate nazionali

Non ne sono mai state istituite così tante come in questa legislatura. Finora sono nove, ma il loro numero è destinato a salire ancora
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’Altare della patria per la Giornata dell’Unità Nazionale all’Altare della Patria a Roma, 17 marzo 2025. ANSA/Francesco Ammendola
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’Altare della patria per la Giornata dell’Unità Nazionale all’Altare della Patria a Roma, 17 marzo 2025. ANSA/Francesco Ammendola
In queste settimane il Parlamento è molto impegnato nell’esame di proposte di legge che puntano a istituire nuove giornate nazionali. A luglio, il calendario dei lavori della Camera prevede l’esame di due proposte: una per creare la Giornata nazionale delle persone scomparse, l’altra per istituire la Giornata in memoria dei giornalisti uccisi a causa dello svolgimento della loro professione. Se approvate, queste due proposte dovranno ottenere anche il via libera del Senato, dove è in discussione la proposta per istituire la Giornata nazionale contro la denigrazione dell’aspetto fisico delle persone (il cosiddetto body shaming), già approvata all’unanimità dalla Camera lo scorso 25 giugno.

Insomma, il Parlamento è particolarmente attivo sul fronte delle giornate nazionali. Se queste tre nuove ricorrenze venissero approvate in via definitiva, il numero complessivo delle giornate istituite in questa legislatura salirebbe a 12. Le altre nove sono dedicate, rispettivamente, alla promozione delle manifestazioni in abiti storici, alla prevenzione veterinaria, agli internati italiani nei campi di concentramento, alle periferie urbane, all’agricoltura, al rispetto, al Made in Italy, all’ascolto dei minori e quella contro la violenza verso il personale scolastico

Secondo i calcoli di Pagella Politica, basati su dati forniti dalla Camera, in nessun’altra legislatura sono state approvate così tante giornate nazionali.

Va chiarito che queste giornate non equivalgono ai giorni festivi. «Nelle giornate nazionali le autorità possono promuovere eventi specifici per sensibilizzare su un tema specifico, ma le attività lavorative proseguono, a differenza dei giorni festivi, come la festa della Repubblica del 2 giugno o la festa della Liberazione dal nazifascismo del 25 aprile», ha spiegato a Pagella Politica Alfonso Celotto, professore di Diritto costituzionale all’Università Roma Tre. 

Celotto ha anche precisato che le giornate nazionali si distinguono dalle solennità civili, come il 4 ottobre, dedicato ai Santi patroni d’Italia San Francesco e Santa Caterina. «Le solennità civili non sono giornate festive, ma si distinguono delle giornate nazionali perché prevedono l’esposizione della bandiera italiana degli edifici pubblici», ha spiegato il professore. 

In passato, le solennità civili consentivano alle pubbliche amministrazioni di ridurre l’orario di lavoro, ma questa possibilità è stata abolita nel 1977.

Un po’ di numeri

Dunque, a differenza dei giorni festivi e delle solennità civili, le giornate nazionali sono ricorrenze simboliche. 

In base alle verifiche di Pagella Politica, dal 1948 a oggi il Parlamento ha istituito 32 giornate nazionali. La prima è stata quella della bandiera,
approvata a dicembre 1996, nella tredicesima legislatura, e fissata al 7 gennaio di ogni anno. In quella legislatura sono state poi approvate altre due giornate nazionali, la Giornata della memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico durante il fascismo e il nazismo, e la Giornata italiana per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. 

Nella quattordicesima legislatura, tra il 2001 al 2006, il Parlamento ha approvato due giornate nazionali, tra cui la festa nazionale dei nonni, mentre in quella successiva, tra il 2006 e il 2008 ne ha approvata una, ossia il giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice. 

A partire dalla sedicesima legislatura, l’approvazione di nuove giornate nazionali è diventata più frequente. In quel periodo ne sono state istituite quattro: quella dell’unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera, quella della memoria per le vittime del terremoto del 2009, quella contro la pedofilia e la pedopornografia e quella degli alberi.

Nella legislatura seguente, tra il 2013 e il 2018, il Parlamento ha approvato sei nuove giornate nazionali, mentre nella legislatura tra il 2018 e il 2022 ne ha istituite sette.

Come detto, nella legislatura in corso le giornate approvate finora sono nove. A queste si aggiungono due ricorrenze particolari: la Settimana nazionale delle discipline  scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (STEM), istituita a novembre 2023 e fissata dal 4 all’11 febbraio di ogni anno; e la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate, per cui va fatto un discorso a parte. 

Questa giornata era stata istituita come giorno festivo nel 1949 e fissata al 4 novembre. Ma nel 1977 è stata declassata a solennità civile e la sua celebrazione è diventata “mobile”, spostandosi alla prima domenica di novembre. In questa legislatura, però, il Parlamento ha ripristinato il 4 novembre come data ufficiale per celebrare la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate, senza però renderla nuovamente un giorno festivo.

A costo zero

Il carattere simbolico delle giornate nazionali è testimoniato dal fatto che per la maggior parte di esse è stata stabilita una clausola di invarianza finanziaria. In pratica, quasi tutte devono essere celebrate senza costi aggiuntivi per lo Stato. Fanno eccezione due giornate istituite in questa legislatura: quella dell’agricoltura, per cui è previsto un finanziamento di 20 mila euro l’anno, e la giornata degli abiti storici, per cui sono state stanziati più soldi: 300 mila euro per il 2024, 350 mila euro per 2025 e 550 mila euro dal 2026 in poi.

Il numero delle giornate nazionali istituite dal Parlamento è comunque destinato ad aumentare. Dopo il via libera della Camera, salvo imprevisti, nei prossimi mesi il Senato approverà definitivamente la Giornata contro la denigrazione dell’aspetto fisico delle persone, che la proposta di legge prevede di fissare per il 16 maggio di ogni anno. Ma non finisce qui. In base al calendario dei lavori parlamentari, a luglio la Camera discuterà la proposta per la Giornata nazionale delle persone scomparse e quella in memoria dei giornalisti uccisi a causa dello svolgimento della loro professione.

Nonostante l’unanimità nel voto alla giornata contro il body shaming, durante la discussione alla Camera sono emersi alcuni dubbi sulla recente tendenza del Parlamento ad approvare così tante giornate nazionali. «Chiaramente noi su questa proposta di legge votiamo a favore perché, ripeto, proprio l’istituzione di questa giornata, con questa proposta di legge, dal mio punto di vista e dal nostro punto di vista, è importante e merita di essere istituita. Riflettiamo, però, tutti sul fatto che il Parlamento dovrebbe occuparsi anche di altre questioni, che non devono più passare esclusivamente dal governo. Non dobbiamo soltanto convertire decreti-legge, ma dobbiamo fare leggi importanti, che possano davvero cambiare e migliorare la vita delle persone», ha detto per esempio durante le dichiarazioni di voto la deputata del Movimento 5 Stelle Marianna Ricciardi.
Una critica simile è stata sollevata dal deputato di Italia Viva Roberto Giachetti, che ha sottolineato che secondo lui sarebbe stata da approvare anche la Giornata in memoria delle vittime di errori giudiziari. In questa legislatura proposte di istituire quest’ultima giornata sono state presentate alla Camera da tre partiti diversi: Lega, Forza Italia e Italia Viva. A maggio di quest’anno le proposte sono arrivate all’esame dell’aula, ma i partiti del centrodestra le hanno subito rinviate in commissione per un ulteriore esame. 

Secondo fonti stampa, dietro a questa decisione della maggioranza ci sarebbe la volontà di evitare polemiche con l’Associazione nazionale magistrati (ANM), già critica nei confronti del governo per la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati, al momento all’esame del Senato.
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