Il 2 aprile, intervistato da Libero, il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia) ha difeso la sua proposta di legge per valorizzare e rendere obbligatoria la lingua italiana in alcuni contesti, come la pubblica amministrazione e la scuola. Rampelli ha risposto alle critiche dicendo che la sua proposta si ispira alla «legge Toubon», una legge in vigore in Francia, che secondo l’esponente di Fratelli d’Italia «rende obbligatorio l’uso della lingua francese nelle pubblicazioni governative, nelle pubblicità, nei luoghi di lavoro, nei contratti e nelle contrattazioni commerciali, nelle scuole finanziate dallo Stato e in altre situazioni». «Lo fa la Francia e nessuno dice niente, lo propone l’Italia e viene giù il mondo», ha aggiunto il deputato di Fratelli d’Italia.
Ma che cosa prevede la proposta di Rampelli? Che cosa ha in comune e in che cosa è diversa dalla legge francese? Abbiamo fatto un po’ di chiarezza.
Ma che cosa prevede la proposta di Rampelli? Che cosa ha in comune e in che cosa è diversa dalla legge francese? Abbiamo fatto un po’ di chiarezza.