Le primarie del Pd stanno avendo parecchi problemi

Dalla conta dei voti alle tessere “gonfiate”, l’elezione del nuovo segretario si sta rivelando piuttosto complicata
ANSA
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Dal 3 al 12 febbraio (19 febbraio per Lazio e Lombardia) gli iscritti al Partito democratico hanno la possibilità di votare nei circoli le mozioni dei quattro candidati alla segreteria del partito, Stefano Bonaccini, Gianni Cuperlo, Paola De Micheli ed Elly Schlein. I due candidati più votati si sfideranno poi alle primarie, che si terranno il 26 febbraio e saranno aperte a tutti gli elettori.

In questi giorni il Partito democratico sta avendo difficoltà nel garantire il corretto svolgimento di questa delicata fase che porterà alla successione di Enrico Letta, sia per difficoltà oggettive sia per dinamiche al momento poco chiare che stanno interessando alcuni territori.

La conta dei voti

Il voto alle mozioni dei candidati segretari è riservato agli iscritti al Partito democratico, che devono recarsi nei circoli del partito sparsi sul territorio italiano ed esprimere la loro preferenza.

Questo processo ha generato subito alcuni problemi sia perché a oggi non c’è trasparenza sul numero degli attuali iscritti al partito sia perché la commissione nazionale del partito deve aggiornare e controllare costantemente i voti che arrivano da tutti i circoli italiani, da Bolzano a Catania. Secondo i dati più aggiornati diffusi dal Pd, al 9 febbraio i votanti sono stati quasi 30 mila: in testa c’è Bonaccini, con il 50,7 per cento dei voti, seguito da Schlein (36,1 per cento). Cuperlo (8,3 per cento) è terzo, De Micheli (4,8 per cento) quarta.

A meno di grandi sorprese, i due candidati che si sfideranno alle primarie saranno dunque il presidente e l’ex vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, un risultato in linea con le previsioni. Bonaccini rimane il favorito per la vittoria finale, anche se il margine di circa 15 punti percentuali che attualmente lo separa da Schlein potrebbe non essere sufficiente per garantirgli una certa sicurezza. In valori assoluti il divario tra i due candidati è di circa 4.500 voti, un numero considerevole di iscritti che però conteranno poco in un’elezione nazionale aperta a tutti, alla quale il partito spera di vedere partecipare centinaia di migliaia di elettori.

Inoltre Schlein, candidata che rappresenta l’area di sinistra del partito, potrebbe contare sul voto degli elettori non iscritti, più propensi a un cambio di rotta nel partito. Un dato importante è anche quello del voto nelle grandi città italiane: a Milano, Genova e Firenze la deputata è in vantaggio su Bonaccini. 

Le tessere gonfiate

A votazioni iniziate il Partito democratico ha dovuto poi affrontare un caso scoppiato in varie parti d’Italia, specialmente al Sud: quello delle cosiddette “tessere gonfiate”. Visto che per votare le mozioni dei candidati occorre essere iscritti al Pd, è naturale che qualche elettore decida di tesserarsi al partito in questi giorni, per partecipare direttamente al processo di selezione dei due sfidanti alle primarie. Il forte aumento dei tesseramenti avvenuto negli ultimi giorni in alcune zone del Paese ha fatto quindi pensare che potessero essere in corso brogli.

Per esempio a Caserta in soli tre giorni si è passati da 1.600 a 6 mila iscritti al partito. Per questo motivo sono state annullate oltre 3 mila iscrizioni fatte negli ultimi giorni, un numero molto alto che ha subito fatto sospettare i commentatori. Secondo fonti stampa, questi tesseramenti erano stati fatti di notte, dalle stesse caselle e-mail, pagati in una sola tabaccheria tramite pagamento Sisal, per non risultare tracciabili. L’episodio ha avuto come conseguenza le dimissioni del commissario per la Campania Francesco Boccia, che si è detto «indignato da quello che sta succedendo a Caserta, dove in alcuni casi non c’è praticabilità di campo».

Al centro delle polemiche è finito il presidente della consiglio regionale della Campania Gennaro Oliviero, sostenitore della mozione Bonaccini. Nel suo Paese d’origine, Sessa Aurunca in provincia di Caserta, negli ultimi giorni gli iscritti al Pd sono diventati più di mille a fronte dei circa 1.200 voti totali ottenuti dal partito alle ultime elezioni politiche. Nel Partito democratico, così come in tutti i partiti italiani, i militanti attivi costituiscono una parte molto piccola del corpo elettorale, ed è piuttosto improbabile che a Sessa Aurunca la quasi totalità degli elettori del Pd abbia deciso di iniziare a militare nel partito a pochi giorni dal voto delle mozioni. In ogni caso, Oliviero ha dichiarato di essere «solo uno spettatore» e di aver fatto esclusivamente la sua tessera. 

Dinamiche simili si sono verificate a Salerno, dove sono stati riscontrati singoli bonifici da oltre 40 mila euro per pagare 1.500 tessere, e in misura minore anche a Taranto e a Cagliari.

Le elezioni regionali

Oltre alle presunte irregolarità nei tesseramenti e alla difficoltà di contare i voti nei circoli, il Partito democratico deve coordinare l’elezione del nuovo segretario a quella dei presidenti delle regioni Lazio e Lombardia, che si svolgeranno il 12 e 13 febbraio. 

Queste elezioni amministrative, che vedono favorito il centrodestra, potrebbero influenzare anche il risultato delle primarie. Secondo vari commentatori, una doppia sconfitta potrebbe indurre gli elettori a virare in massa per Bonaccini, che è il candidato che garantisce più continuità con il passato, oppure per Schlein nel tentativo di dare una scossa al partito. 

Nelle due regioni più grandi d’Italia il Partito democratico si presenta con due alleati diversi: nel Lazio il candidato Alessio D’Amato è sostenuto insieme ad Azione-Italia viva, mentre in Lombardia Pierfrancesco Majorino è sostenuto dal Pd e dal Movimento 5 stelle.

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