Il 10 febbraio in Italia si celebra il “Giorno del ricordo”, una ricorrenza istituita nel 2004 dal Parlamento «in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale». Questa data è stata scelta perché il 10 febbraio 1947 fu firmato il trattato di pace che ha assegnato l’Istria e la maggior parte della Venezia Giulia alla Jugoslavia. Come sottolinea l’enciclopedia Treccani, per quanto riguarda la vicenda storica delle foibe c’è incertezza sul numero dei morti causati dagli jugoslavi nei confronti di militari e civili italiani, ma «nel complesso, un ordine di grandezza tra le 4.000 e le 5.000 vittime sembra attendibile».

Negli ultimi anni i partiti di destra italiani, in particolare la Lega e Fratelli d’Italia, hanno cercato di dare sempre maggiore risalto al Giorno del ricordo e al tema delle foibe. Il 9 febbraio 2023 la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha firmato un decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) per costituire un comitato di coordinamento per le celebrazioni del Giorno del ricordo. L’obiettivo di questo organismo sarà assicurare «un’efficace e coordinata programmazione delle iniziative e delle cerimonie» che le amministrazioni organizzeranno in memoria delle vittime delle foibe, spiega una nota del governo.

Dall’inizio della legislatura a oggi in Parlamento sono state depositate almeno cinque proposte di legge dedicate proprio alle foibe: quattro sono firmate da parlamentari di Fratelli d’Italia, una da quelli della Lega.

Alla Camera la deputata di Fratelli d’Italia Monica Ciaburro e altri colleghi di partito hanno presentato una proposta di legge per la «valorizzazione della memoria storica dei martiri delle foibe». Con uno stanziamento di 5 milioni di euro, la proposta chiede raccogliere «testimonianze di esuli e sopravvissuti» per elaborare testi o documenti audiovisivi da utilizzare poi nelle scuole. Il deputato di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto ha invece firmato una proposta di legge per modificare la legge del 2004 che ha istituito il Giorno del ricordo. In questo caso la richiesta è, per così dire, linguistica e non economica: il testo chiede infatti di sostituire nella legge l’espressione «vittime delle foibe» con «martiri delle foibe».

Al Senato sono stati finora depositati tre testi, ma solo due sono pubblicamente disponibili. Il senatore di Fratelli d’Italia Roberto Menia ha proposto di raddoppiare da 200 mila a 400 mila euro le risorse destinate ogni anno all’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata (Irci) e alla Società di studi fiumani. Non solo: Menia ha chiesto di dare sovvenzioni o contributi pubblici solo agli editori che usano l’italiano per denominare i «territori dell’Istria, del Quarnero e della Dalmazia» – oggi facenti parte della Croazia – in carte geografiche, stradali o turistiche. Il senatore di Fratelli d’Italia ha inoltre proposto di modificare l’articolo 604-bis del codice penale, che punisce la propaganda e l’istigazione a «delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa». Tra le altre cose, l’articolo punisce con la reclusione da due a sei anni i reati di propaganda o istigazione che «si fondano in tutto o in parte sulla negazione, sulla minimizzazione in modo grave o sull’apologia della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra». La proposta di Menia è quella di introdurre tra queste voci anche gli «eccidi delle foibe».

Infine alcuni senatori della Lega, guidati dal capogruppo Massimiliano Romeo, hanno proposto di istituire un concorso tra le università italiane per la «migliore installazione artistica a ricordo delle foibe». Il concorso, finanziato con 200 mila euro ogni anno, dovrà essere rivolto agli studenti delle facoltà di architettura, design, beni culturali, ingegneria e discipline delle arti, della musica e dello spettacolo (Dams). 

Al momento nessuna di queste proposte ha concluso il proprio esame in commissione né è stata esaminata da una delle due camere.