Le posizioni dei partiti sul caso Cospito

Tra rispetto dei diritti e certezza della pena, che cosa pensano le principali forze politiche sulla vicenda dell’anarchico detenuto al 41-bis
ANSA
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Da alcuni giorni il dibattito politico è incentrato sul caso di Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto al 41-bis, che dallo scorso 19 ottobre è in sciopero della fame per protestare contro le severe restrizioni previste da questo regime di detenzione. A causa delle sue precarie condizioni di salute, il 30 gennaio Cospito è stato trasferito dal carcere di Sassari, in Sardegna, al carcere di Opera, in provincia di Milano, dove è attiva una struttura che permetterà ai medici di curare il detenuto, garantendo comunque il rispetto del regime di “carcere duro”.

Il 31 gennaio, durante un intervento alla Camera, il deputato di Fratelli d’Italia e vicepresidente del Copasir Giovanni Donzelli è intervenuto duramente sul caso di Cospito, accusando l’anarchico di «essere uno strumento della mafia». «Io voglio sapere se la sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi», ha continuato il deputato di Fratelli d’Italia riferendosi alla visita che alcuni parlamentari del Partito democratico avevano fatto a Cospito lo scorso 12 gennaio. Una delle deputate che ha fatto visita a Cospito, la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani, ha definito le parole del deputato di Fratelli d’Italia «gravissime», chiedendo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni di «chiarire la sua posizione». 

Ma quali sono le posizioni dei partiti sulla vicenda dell’anarchico detenuto al 41-bis? Abbiamo fatto un po’ di chiarezza.

Il governo e i partiti di centrodestra

Il governo Meloni difende da tempo legittimità del regime del 41-bis, tanto che la stessa presidente del Consiglio ha affermato, sbagliando, che il “carcere duro” esiste ancora grazie al governo in carica.

Il 31 gennaio il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani (Forza Italia), il ministro della Giustizia Carlo Nordio (Fratelli d’Italia) e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi hanno tenuto una conferenza stampa per spiegare le posizioni del governo sul caso Cospito. Il ministro Nordio ha dichiarato che le condizioni di detenzione di una persona non possono essere cambiate in base a uno sciopero della fame. «Se cedessimo a questa interpretazione ci ritroveremmo davanti ai 400 mafiosi che stanno al 41-bis e che attuando lo stesso procedimento metterebbero lo Stato nella condizione di decidere come avremmo fatto con Cospito», ha detto Nordio.

Le posizioni di Fratelli d’Italia sono sostanzialmente condivise anche dagli altri partiti della maggioranza: il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari (Lega) ha scritto sui social che «con i violenti non si tratta», mentre il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto (Forza Italia) ha evidenziato in un’intervista a Il Giornale l’importanza di avere «uno Stato deciso ma che sappia rispettare i diritti della persona».

Il Partito democratico

All’opposizione, diversi partiti hanno criticato l’operato del governo sul caso Cospito, anche se con posizioni diverse tra loro. 

Il Partito democratico, chiamato in causa direttamente da Donzelli, ha criticato duramente il discorso del deputato alla Camera, chiedendone le dimissioni: «Le accuse rivolte da Donzelli non c’entrano nulla con il merito della discussione e infangano con accuse assurde l’unità che la politica dovrebbe avere sulla lotta alla mafia», ha detto intervenendo alla Camera il vicesegretario del Pd Peppe Provenzano. La senatrice Laura Boldrini, da poco iscritta ufficialmente al Partito democratico, ha invece ricordato su Facebook che «fare visite in carcere a detenuti in pericolo di vita per il prolungato sciopero della fame come Cospito è prerogativa dei parlamentari. Chi la confonde col sostegno al terrorismo dimostra ignoranza e malafede».

In ogni caso, il Partito democratico non ha una linea precisa sul caso Cospito. Il 31 gennaio, Serracchiani ha affermato alla stampa che il suo partito «non ha mai messo in dubbio il 41-bis e non ha mai dubitato delle decisioni prese» dalla magistratura nei confronti dell’anarchico. Il giorno precedente Orlando (che con Serracchiani aveva visitato il penitenziario dove era recluso Cospito) aveva invece scritto sui social che «è urgente trasferire Cospito e revocare il 41 bis».

Gli altri partiti all’opposizione

La posizione di Azione-Italia viva è stata spiegata dal leader di Azione Carlo Calenda. In un’intervista a Stasera Italia su Rete 4, Calenda ha detto che «sul 41-bis non dobbiamo farci condizionare dagli anarchici, bisogna decidere in base a valutazioni tecniche». Calenda ha poi aggiunto che la decisione di trasferire Cospito e revocare il regime di “carcere duro” per questioni di salute non deve essere influenzata dal clima politico.

Anche il Movimento 5 stelle è sulla stessa linea. Intervenendo sulla vicenda, il deputato del Movimento 5 stelle ed ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho ha infatti affermato che il 41-bis «rappresenta una forma determinante per impedire che continuino i collegamenti tra coloro che occupano ruoli dominanti nell’ambito di organizzazioni criminali». «E questo è il motivo per cui noi riteniamo che assolutamente lo Stato non debba mai piegarsi agli atti di violenza», ha concluso l’ex magistrato.

Chi chiede la revoca del 41-bis

Lo schieramento che più di tutti chiede la revoca del regime di 41-bis per Cospito è Alleanza Verdi-Sinistra, che nei giorni scorsi ha depositato diverse interrogazioni parlamentari per avere maggiori informazioni da Nordio sulle condizioni del detenuto. Il 25 gennaio, il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Marco Grimaldi ha definito la vicenda di Cospito «la cronaca di una morte annunciata», chiedendo la revoca immediata del “carcere duro”, mentre il 30 gennaio la senatrice Ilaria Cucchi ha parlato di «palese forzatura ed errore colossale» in riferimento alla scelta della magistratura di destinare l’anarchico al 41-bis.

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