Nelle ultime settimane, la bassa affluenza ai referendum sulla giustizia e alle elezioni comunali del 12 giugno hanno riportato al centro dell’attualità politica la questione del diritto di voto ai cosiddetti “fuorisede”, ossia di chi vive in un comune diverso da quello di residenza. In Italia i fuorisede, a differenza di altri Stati del mondo, per votare devono tornare al loro comune di residenza, salvo alcune eccezioni, con ostacoli economici e logistici che rischiano di limitare la loro partecipazione al voto.
Il Parlamento sembra essere consapevole di questo problema, ma a oggi non ha ancora trovato una soluzione. Il 20 giugno era attesa in aula alla Camera dei deputati la discussione delle proposte per estendere l’esercizio di voto dei fuorisede, ma un’intesa tra i partiti su un testo comune non è ancora arrivata. Ora la promessa è che una sintesi delle diverse ipotesi in campo possa arrivare prima della pausa estiva, prevista dopo la prima settimana di agosto.
Il Parlamento sembra essere consapevole di questo problema, ma a oggi non ha ancora trovato una soluzione. Il 20 giugno era attesa in aula alla Camera dei deputati la discussione delle proposte per estendere l’esercizio di voto dei fuorisede, ma un’intesa tra i partiti su un testo comune non è ancora arrivata. Ora la promessa è che una sintesi delle diverse ipotesi in campo possa arrivare prima della pausa estiva, prevista dopo la prima settimana di agosto.