La mattina del 13 febbraio il Parlamento riunito in seduta comune, ossia con deputati e senatori insieme, ha eletto quattro giudici della Corte Costituzionale, l’organismo che giudica la legittimità costituzionale delle leggi e risolve i conflitti tra lo Stato e le regioni. Si tratta di Francesco Saverio Marini, Roberto Cassinelli, Massimo Luciani e Maria Alessandra Sandulli, che hanno superato la soglia minima dei tre quinti dei voti di deputati e senatori. Il più votato è stato Luciani con 505 voti, seguito da Cassinelli con 503 voti e da Sandulli con 502 voti. Marini na ha ottenuti invece 500. Altri cinque voti sono andati al senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin, mentre quattro sono andati al viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, sempre di Forza Italia. Le schede bianche sono state dieci, le nulle sono state quattro.
I quattro nuovi giudici entreranno in carica a tutti gli effetti dopo il giuramento al Palazzo del Quirinale di fronte al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che si terrà nei prossimi giorni.
La Costituzione prevede che i giudici costituzionali nominati dal Parlamento (cinque dei 15 totali) siano eletti con voto segreto, con la maggioranza dei due terzi dei deputati e dei senatori riuniti insieme. Questa soglia corrisponde a 403 parlamentari sul totale dei 605 tra deputati e senatori attualmente in carica. Se per tre votazioni il Parlamento in seduta comune non riesce a eleggere nessun giudice la soglia scende a tre quinti, ossia per l’appunto a 363 parlamentari. Questo numero di voti però sono superiori a quelli attualmente a disposizione dei partiti della maggioranza che sostiene il governo Meloni, quindi per eleggere i quattro giudici è stato necessario trovare un accordo tra gli schieramenti.
L’elezione di questi giudici è stata molto complicata, visto che in totale sono serviti 14 tentativi e quasi un anno e mezzo per riportare la Corte Costituzionale alla sua composizione originale. L’11 novembre 2023 è scaduto infatti il mandato di nove anni della giudice Silvana Sciarra, eletta dal Parlamento a novembre 2014 e poi divenuta presidente della stessa Corte Costituzionale a novembre 2022. A dicembre 2024 poi è scaduto il mandato di altri tre giudici costituzionali, tra cui quello dell’ex presidente Augusto Barbera. I partiti hanno allungato i tempi di elezione del sostituto di Sciarra per aspettare la scadenza degli altri tre giudici ed eleggerne così quattro nello stesso scrutinio.
Il motivo di questa scelta sta nel fatto che i giudici costituzionali eletti dal Parlamento sono espressione in qualche modo dei partiti che li hanno eletti, ed eleggere quattro giudici tutti insieme ha permesso ai vari schieramenti di trovare un accordo sulle nomine. Lo schema a cui si è arrivati è il seguente: due giudici designati dai partiti che sostengono il governo Meloni, uno dalle opposizioni e uno “indipendente”, ossia condiviso dalla maggioranza degli schieramenti. Dunque, il costituzionalista Francesco Saverio Marini è stato eletto “in quota” Fratelli d’Italia: da oltre due anni Marini è consigliere diplomatico della presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed è l’autore della proposta di riforma costituzionale sul “premierato”, ossia l’elezione diretta del presidente del Consiglio. Massimo Luciani, accademico dei Lincei e professore di diritto pubblico, è il nome proposto dal Partito Democratico e dai partiti di opposizione in generale, mentre il nome di Roberto Cassinelli è stato avanzato da Forza Italia. Genovese, avvocato cassazionista, Cassinelli è stato parlamentare del partito di Antonio Tajani dal 2008 al 2022. Infine, la giurista Maria Alessandra Sandulli è considerata come “indipendente”, non essendo vicina a nessun partito in Parlamento.
I quattro nuovi giudici entreranno in carica a tutti gli effetti dopo il giuramento al Palazzo del Quirinale di fronte al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che si terrà nei prossimi giorni.
La Costituzione prevede che i giudici costituzionali nominati dal Parlamento (cinque dei 15 totali) siano eletti con voto segreto, con la maggioranza dei due terzi dei deputati e dei senatori riuniti insieme. Questa soglia corrisponde a 403 parlamentari sul totale dei 605 tra deputati e senatori attualmente in carica. Se per tre votazioni il Parlamento in seduta comune non riesce a eleggere nessun giudice la soglia scende a tre quinti, ossia per l’appunto a 363 parlamentari. Questo numero di voti però sono superiori a quelli attualmente a disposizione dei partiti della maggioranza che sostiene il governo Meloni, quindi per eleggere i quattro giudici è stato necessario trovare un accordo tra gli schieramenti.
L’elezione di questi giudici è stata molto complicata, visto che in totale sono serviti 14 tentativi e quasi un anno e mezzo per riportare la Corte Costituzionale alla sua composizione originale. L’11 novembre 2023 è scaduto infatti il mandato di nove anni della giudice Silvana Sciarra, eletta dal Parlamento a novembre 2014 e poi divenuta presidente della stessa Corte Costituzionale a novembre 2022. A dicembre 2024 poi è scaduto il mandato di altri tre giudici costituzionali, tra cui quello dell’ex presidente Augusto Barbera. I partiti hanno allungato i tempi di elezione del sostituto di Sciarra per aspettare la scadenza degli altri tre giudici ed eleggerne così quattro nello stesso scrutinio.
Il motivo di questa scelta sta nel fatto che i giudici costituzionali eletti dal Parlamento sono espressione in qualche modo dei partiti che li hanno eletti, ed eleggere quattro giudici tutti insieme ha permesso ai vari schieramenti di trovare un accordo sulle nomine. Lo schema a cui si è arrivati è il seguente: due giudici designati dai partiti che sostengono il governo Meloni, uno dalle opposizioni e uno “indipendente”, ossia condiviso dalla maggioranza degli schieramenti. Dunque, il costituzionalista Francesco Saverio Marini è stato eletto “in quota” Fratelli d’Italia: da oltre due anni Marini è consigliere diplomatico della presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed è l’autore della proposta di riforma costituzionale sul “premierato”, ossia l’elezione diretta del presidente del Consiglio. Massimo Luciani, accademico dei Lincei e professore di diritto pubblico, è il nome proposto dal Partito Democratico e dai partiti di opposizione in generale, mentre il nome di Roberto Cassinelli è stato avanzato da Forza Italia. Genovese, avvocato cassazionista, Cassinelli è stato parlamentare del partito di Antonio Tajani dal 2008 al 2022. Infine, la giurista Maria Alessandra Sandulli è considerata come “indipendente”, non essendo vicina a nessun partito in Parlamento.