Che cos’è l’obbligo di assicurarsi contro le catastrofi naturali e perché si parla di un suo rinvio

La misura è stata introdotta dal governo Meloni: la scadenza è fissata al 31 marzo, ma nella maggioranza si sta provando a spostare questa data
ANSA/FABRIZIO ZANI
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Il 26 marzo la Commissione Attività produttive della Camera ha dichiarato inammissibile un emendamento che chiedeva di inserire nel decreto “Bollette” il rinvio di sette mesi dell’entrata in vigore dell’obbligo per le aziende di assicurarsi contro le catastrofi naturali. 

L’emendamento era stato presentato dal deputato di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi ed è stato dichiarato inammissibile perché non coerente con il decreto, che contiene misure contro i rincari delle bollette. Zucconi però non si è rassegnato e a Pagella Politica ha detto di avere presentato un emendamento simile per un altro decreto in discussione alla Camera. Nel frattempo, secondo fonti stampa, anche il Consiglio dei ministri starebbe pensando di adottare un provvedimento proprio per rinviare l’entrata in vigore dell’obbligo.

Ma che cos’è questo obbligo di assicurazione per le aziende, e perché la maggioranza vuole rinviare l’entrata in vigore di qualcosa che lei stessa ha proposto?

Di che cosa stiamo parlando

Innanzitutto, un’assicurazione per i danni è un contratto tra due parti, la compagnia assicurativa e il soggetto assicurato, in cui la compagnia assicurativa si impegna a pagare i danni subìti dall’assicurato secondo i limiti stabiliti nel contratto di assicurazione e dietro il pagamento di un premio da parte dell’assicurato stesso. Un esempio di assicurazione per danni è quella contro i danni provocati dalla grandine a un’automobile. Le assicurazioni possono essere fatte sia da singole persone sia dalle aziende.

L’obbligo per le aziende di assicurarsi contro eventi climatici come terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni è stato introdotto dal governo Meloni con la legge di Bilancio per il 2024, approvata in via definitiva dalla Camera il 30 dicembre 2023. Più nel dettaglio, il governo ha stabilito che tutte le aziende con sede legale in Italia dovessero stipulare entro il 31 dicembre 2024 un contratto assicurativo per coprire i danni a terreni e fabbricati, impianti e macchinari, nonché attrezzature industriali e commerciali, causati per l’appunto da eventi climatici estremi. Questo obbligo è stato introdotto per far fronte ai danni provocati alle imprese dai sempre più frequenti eventi climatici estremi, come le alluvioni avvenute a maggio 2023 in Emilia-Romagna e Toscana, zone poi colpite nuovamente da altre alluvioni tra settembre e ottobre 2024. 

La legge di Bilancio per il 2024 ha previsto che, in caso di mancato adempimento dell’obbligo, le imprese vengano penalizzate «nell’assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario» da parte dello Stato, ricevendo anche una multa da parte dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (IVASS) dai 100 mila ai 500 mila euro. L’IVASS è un autorità indipendente pubblica che ha il compito di vigilare sul corretto andamento del mercato assicurativo istituita dal governo di Mario Monti nel 2012. 

La legge di Bilancio per il 2024 ha previsto anche aiuti alle assicurazioni stesse. Coprire i danni subiti da un’impresa a causa del maltempo può comportare infatti un costo elevato per le compagnie assicurative. Per questo, lo Stato si è impegnato ad aiutare le assicurazioni nel pagamento dei rimborsi dei danni alle imprese attraverso un sistema di garanzia pubblica. Più nello specifico, lo Stato si è impegnato a dare alle assicurazioni un contributo pari al 50 per cento degli indennizzi dati agli assicurati. L’ente pubblico a cui è stato assegnato il compito di erogare questo contributo alle assicurazioni è SACE, il gruppo assicurativo dello Stato controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. 

L’obbligo di assicurazione per gli eventi climatici estremi non è però mai entrato in vigore. La legge di Bilancio per il 2024 prevedeva infatti che il Ministero dell’Economia e delle Finanze e quello delle Imprese e del Made in Italy approvassero un regolamento per definire nel dettaglio le modalità e gli schemi di assicurazione da applicare per i rischi dovuti alle catastrofi naturali. Questo regolamento è stato approvato solo il 30 gennaio 2025, ed è diventato operativo il 27 febbraio 2025, quando è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Essendo trascorso il termine del 31 dicembre 2024, nel regolamento è stato quindi previsto che le imprese dovranno sottoscrivere l’assicurazione contro gli eventi climatici estremi entro il 31 marzo 2024.
Pagella Politica

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L’emendamento inammissibile

Il rinvio al 31 marzo dell’obbligo assicurativo per le imprese è stato contestato da alcuni enti di categoria, tra cui Confindustria e l’Ascom Confcommercio. Secondo questi enti, è stato concesso troppo poco tempo alle imprese tra l’approvazione del regolamento e l’effettiva entrata in vigore dell’obbligo assicurativo. In pratica, tra l’entrata in vigore del regolamento e il termine ultimo per assicurarsi c’è un mese di tempo.

L’emendamento al decreto “Bollette” presentato da Zucconi puntava a rinviare l’entrata in vigore dell’obbligo assicurativo dal 31 marzo al 31 ottobre 2025. L’emendamento è stato dichiarato [1] inammissibile dalla Commissione Attività produttive e non è stato nemmeno discusso e messo ai voti. «I vertici della commissione e gli uffici tecnici hanno ritenuto che la questione delle assicurazioni fosse estranea alla materia del decreto-legge in questione, ossia i rincari dell’energia. In questo caso, uffici tecnici e vertici della commissione sono stati molto stringenti sugli emendamenti ammissibili, ma questo dipende dal fatto che ormai da tempo i presidenti di Camera e Senato, e lo stesso presidente della Repubblica, chiedono di evitare decreti-legge che contengono troppe materie o questioni poco attinenti tra loro», ha spiegato a Pagella Politica il deputato della Lega Andrea Barabotti, relatore del decreto “Bollette”.
Il deputato di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi – Fonte: Ansa
Il deputato di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi – Fonte: Ansa
«Sono rimasto un po’ deluso: io l’avrei dichiarato ammissibile, cioè avrei dato quantomeno la possibilità di discuterlo e metterlo ai voti tra di noi in commissione. Ammissibilità non vuol dire approvazione», ha detto a Pagella Politica Zucconi, il deputato di Fratelli d’Italia autore dell’emendamento. «Ho proposto questo emendamento perché secondo me quest’obbligo generalizzato di assicurarsi penalizza tante aziende che per esempio si trovano in zone dove il rischio di calamità naturali è inesistente. Fare un’assicurazione è importante, ma comporta un costo significativo per un’azienda, e imporla a tutte rischia di penalizzare chi non ha veramente la necessità di farla. Piuttosto, cerchiamo di correggere quest’obbligo introducendo delle distinzioni», ha continuato Zucconi, che non si è comunque rassegnato di fronte alla decisione sul decreto “Bollette”. «Ho ripresentato un emendamento simile al precedente al decreto “Pubblica amministrazione”: vediamo se questa volta lo giudicheranno ammissibile. Se verrà ammesso, penso avrà il sostegno di tutti i partiti che sostengono il governo». 

Il decreto “Pubblica Amministrazione” è un altro decreto-legge del governo Meloni in discussione in queste settimane alla Camera. Il decreto-legge contiene una serie di misure per il reclutamento del personale della pubblica amministrazione. Non è detto comunque che questa volta l’emendamento di Zucconi sia dichiarato ammissibile. Come anticipato, la valutazione degli emendamenti è sia politica sia tecnica, e in questo caso spetta ai vertici della commissione che esamina un provvedimento e agli uffici tecnici della Camera. Se l’emendamento sarà dichiarato ammissibile dovrà essere votato in commissione, dove potrà comunque essere anche respinto. 

***

[1] L’emendamento è il 3.52

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