Mattarella ha bloccato una norma di Salvini sui controlli antimafia per il ponte sullo Stretto

La Presidenza della Repubblica ha escluso da un nuovo decreto una misura che accentrava nel Ministero dell’Interno la supervisione sulla legalità degli appalti
ANSA/Francesco Ammendola
ANSA/Francesco Ammendola
Il 21 maggio è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto-legge approvato due giorni prima dal Consiglio dei ministri, contenente alcune «misure urgenti» per la realizzazione di «infrastrutture strategiche». Ma nel testo non compare una misura annunciata in conferenza stampa dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che aveva presentato il provvedimento insieme al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. La norma in questione prevedeva che i controlli antimafia sulla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina fossero affidati a una struttura «centralizzata» all’interno del Ministero dell’Interno.

«In soldoni, significa centralizzare la definizione degli esiti dei controlli, valorizzando il coordinamento sul territorio delle prefetture, delle direzioni investigative antimafia e di tutte le istituzioni che in qualche modo alimentano il processo di valutazione di quelli che sono gli elementi di possibili condizionamenti ed infiltrazione nella gestione degli appalti che sono connessi alla realizzazione del ponte», aveva dichiarato Piantedosi.
Il giorno successivo, il 22 maggio, la Presidenza della Repubblica ha chiarito con una nota che quella misura è stata esclusa dal decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale per volontà del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che deve firmare i decreti prima della loro entrata in vigore. «La norma sui controlli antimafia non era contenuta nel testo preventivamente inviato al Quirinale, ma è apparsa poche ore prima della riunione del Consiglio dei ministri», si legge nella nota. «La legislazione in vigore contempla norme antimafia rigorose per le opere come il ponte di Messina. La norma proposta prevedeva invece una procedura speciale – adottata finora soltanto in casi di emergenza, come i terremoti, o di eventi speciali, come le Olimpiadi – che non risulta affatto più severa delle norme ordinarie».

La Presidenza della Repubblica ha poi aggiunto: «Basti ricordare che la procedura speciale, che veniva proposta, autorizza anche a derogare ad alcune norme previste dal Codice antimafia, deroghe non consentite dalle regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale».
In seguito, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha risposto con una nota, affermando di «auspicare fortemente» che il Parlamento, nel corso della conversione in legge del decreto, introduca un «rafforzamento dei controlli antimafia sul ponte sullo Stretto a cui hanno già lavorato i ministri Salvini e Piantedosi». Di fatto, il ministero ha contestato la decisione della Presidenza della Repubblica e ha ribadito la volontà politica di introdurre comunque quella norma, ritenendo necessario un intervento speciale sui controlli antimafia per la costruzione del ponte.

La Struttura per la prevenzione antimafia del Ministero dell’Interno è stata istituita nel 2016, dopo i terremoti nel Centro-Italia. Questa struttura coordina e realizza i controlli per evitare infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici legati alla ricostruzione post-sisma e a grandi eventi, come le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. Ha poteri speciali per eseguire verifiche antimafia e rilasciare autorizzazioni agli operatori economici coinvolti, operando in stretto raccordo con le prefetture, le forze di polizia e altri enti di vigilanza.

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