I conti di Salvini sul costo del ponte sullo Stretto non tornano

La maggior parte delle risorse servirà per costruire il ponte e le strutture collegate, ma non altre opere pubbliche, come sostiene il ministro
ANSA
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Per difendere la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, il leader della Lega Matteo Salvini ripete spesso che i soldi destinati all’opera serviranno anche a realizzare altre infrastrutture, utili agli abitanti di Sicilia e Calabria. «È un secolo che siciliani e calabresi si sentono dire: “No, non bisogna fare il ponte perché prima bisogna fare altro”. È un secolo che non hanno né il ponte né l’altro. Noi abbiamo l’ambizione di fare sia il ponte che l’altro», ha dichiarato per esempio Salvini lo scorso aprile, durante un evento a Milano. «Dei 13 miliardi, il ponte sono 5 miliardi. Gli 8 miliardi sono per strade, ferrovie, metropolitane, scuole, marine private, palazzetti dei congressi, e quindi diciamo che cambia il volto».

Al di là di come la si pensi sul ponte sullo Stretto, questa dichiarazione di Salvini è supportata dai numeri? Abbiamo verificato e ci sono diverse incongruenze nella tesi sostenuta dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

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I costi del ponte sullo Stretto

Secondo Salvini, chi si oppone al ponte vorrebbe che i soldi previsti per quest’opera venissero impiegati per «altro», come scuole, ferrovie e strade, infrastrutture di cui Sicilia e Calabria sono storicamente carenti. È interessante notare che in passato lo stesso Salvini aveva sostenuto questa posizione. Nel 2016, infatti, il leader della Lega diceva: «Non vorrei spendere qualche miliardo di euro per un ponte in mezzo al mare quando sia in Sicilia che in Calabria i treni non ci sono e vanno a binario unico. Quei soldi usiamoli per sistemare le scuole».

Con il tempo, Salvini ha legittimamente cambiato idea. Ma resta da capire se gli argomenti che oggi porta a sostegno del progetto siano fondati. Per verificarlo, possiamo consultare l’analisi costi-benefici dell’opera realizzata dal Centro di Economia Regionale, dei Trasporti e del Turismo (CERTeT) dell’Università Bocconi, aggiornata a fine dicembre 2023. Si tratta del documento presente sul sito della Società Stretto di Messina, la società ricostituita dal governo Meloni per gestire la realizzazione del ponte.

Secondo questa analisi, i benefici derivanti dal ponte sarebbero superiori ai costi. Altre analisi, però, arrivano a conclusioni opposte. Per esempio secondo Francesco Ramella, direttore esecutivo di Bridges Research (un centro studi specializzato in politiche dei trasporti), i costi superano i benefici, e il bilancio dell’opera sarebbe negativo.

Senza entrare nel merito del confronto tra analisi, possiamo prendere come riferimento quella “ufficiale”, che elenca (pag. 27) i costi complessivi del progetto. Secondo il documento, la realizzazione definitiva del ponte costerà 13,5 miliardi di euro: una cifra vicina ai «13 miliardi» citati da Salvini. Ma solo una parte di questi soldi è destinata (pag. 29) al ponte in senso stretto. Circa 4,2 miliardi di euro andranno alla “Sovrastruttura opera di attraversamento”, cioè al ponte sospeso a campata unica (senza piloni in mezzo al mare).

Su questo punto, Salvini sembra avere sostanzialmente ragione, anzi: a differenza di quanto affermato – «5 miliardi» – il costo effettivo del ponte vero e proprio è inferiore di circa 800 milioni. Basta però guardare meglio ai numeri per rendersi conto che il leader della Lega non la racconta giusta.

Altri 5,2 miliardi sono destinati a “lavori relativi alle sottostrutture dell’opera di attraversamento, ai collegamenti stradali e ferroviari”. Si tratta di componenti fondamentali del ponte: torri, fondazioni, ancoraggi, e tratti di raccordo. Dunque non possono essere considerati semplicemente «altro», come sostiene Salvini. Sono indispensabili per rendere accessibile l’opera, che altrimenti non sarebbe collegata né alla rete ferroviaria né a quella stradale. Complessivamente, il progetto prevede la costruzione di circa 20 chilometri di raccordi stradali e 20 chilometri di raccordi ferroviari.

Infine, quasi 3 miliardi sono classificati come “altri costi”, che secondo l’analisi costi-benefici sono comunque «accessori alla realizzazione del progetto».

Nel documento si legge inoltre che il progetto «prevede anche la realizzazione di alcune opere che non sono essenziali al funzionamento dei collegamenti, stradali e ferroviari, né imposti da norme di sicurezza o tutela ambientali». La costruzione di queste opere ha lo scopo di «mitigare e compensare» gli effetti negativi del ponte, ma il suo valore complessivo è inferiore (pag. 47) ai 300 milioni di euro, poco più del 2 per cento del costo totale dell’opera.

Metropolitane, centri congressi…

Un fondo di verità c’è nella parte della dichiarazione in cui Salvini afferma che saranno realizzati «palazzetti dei congressi» e «metropolitane». Sul sito della Società Stretto di Messina si legge infatti che il progetto prevede la costruzione di un Centro direzionale, firmato dall’architetto Daniel Libeskind. Questa struttura ospiterà le attività di gestione, controllo e manutenzione del ponte, ma non solo. Secondo i render disponibili, l’edificio comprenderà anche un centro commerciale, un hotel e un centro per le conferenze (Immagine 1). È plausibile che Salvini si riferisca a quest’ultimo quando parla di «centri congressi».
Immagine 1. Il render del «centro conferenze» che sarà realizzato nel Centro direzionale del ponte sullo Stretto – Fonte: Strettodimessina.it
Immagine 1. Il render del «centro conferenze» che sarà realizzato nel Centro direzionale del ponte sullo Stretto – Fonte: Strettodimessina.it
Per quanto riguarda invece le «metropolitane», il progetto non prevede nuove linee metropolitane nelle città siciliane. È prevista invece la cosiddetta “Metropolitana dello Stretto”, che consiste in tre nuove fermate ferroviarie sotterranee sul versante siciliano, collegate alle stazioni di Villa San Giovanni, Reggio Calabria e Messina. Non si tratta dunque di una metropolitana nel senso comune del termine.

Dalle verifiche di Pagella Politica non risulta infine che con i soldi del ponte saranno costruite «scuole» o «marine private», come ha detto Salvini. Questi interventi non rientrano nemmeno tra le opere di compensazione richieste, per esempio, dal Comune di Messina. È possibile che Salvini volesse parlare di aree marine protette, più che di «marine private»: in effetti, il progetto prevede interventi di mitigazione ambientale nelle zone del cantiere a maggiore impatto.

Ricapitolando: la maggior parte dei 13,5 miliardi di euro è destinata alla costruzione del ponte e delle infrastrutture direttamente collegate, come i raccordi stradali e ferroviari. Solo una quota minore andrà a opere accessorie, come il Centro direzionale o gli interventi di compensazione ambientale. Non sono previsti investimenti in scuole, marine private o metropolitane vere e proprie. Dunque, la suddivisione presentata da Salvini non trova riscontro nei documenti ufficiali.
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