Cosa prevede la legge che inasprisce le pene per chi maltratta gli animali

Dalle uccisioni ai combattimenti illegali, il testo approvato dal Parlamento punisce più severamente anche aziende e associazioni 
ANSA
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Il 29 maggio il Senato ha approvato in via definitiva una nuova legge che inasprisce le pene contro chi maltratta gli animali. La legge modifica diverse disposizioni del codice penale e del codice di procedura penale, introducendo pene più severe per reati già esistenti e nuove fattispecie di reato. Il provvedimento, già approvato dalla Camera a novembre 2024, è stato approvato dall’aula del Senato ed è frutto dell’unione di più proposte presentate dai partiti di tutti gli schieramenti, da Fratelli d’Italia ad Alleanza Verdi-Sinistra, dalla Lega al Movimento 5 Stelle.
Uno dei cambiamenti più significativi riguarda il titolo del codice penale dedicato ai reati contro gli animali. Finora, questa parte del codice penale era intitolata “Dei delitti contro il sentimento per gli animali”, nel senso che la legge tutelava la persona che possedeva un animale. La nuova legge ha eliminato la parola «sentimento», facendo in modo che le norme tutelino direttamente gli animali stessi. 

Il testo ha previsto un aumento delle pene per i reati più gravi contro gli animali, come l’uccisione e il maltrattamento: la reclusione per chi uccide un animale passa da un massimo di due anni a un massimo di tre, e fino a quattro in caso di sevizie o sofferenze prolungate, con una multa che può arrivare fino a 60 mila euro. Anche chi organizza spettacoli con combattimenti tra animali o traffico illecito di cuccioli rischia pene più severe, che passano da un massimo di tre a un massimo di quattro anni.

In più, la legge prevede aggravanti per tutti i principali reati contro gli animali se i reati in questione coinvolgono minori, se sono diffuse immagini dei fatti con strumenti informatici, come i telefoni, o riguardano più animali.

La legge interviene anche sul piano procedurale: introduce l’affido definitivo a enti o associazioni di cura degli animali sequestrati per via di maltrattamenti; stabilisce regole più stringenti per il sequestro e la confisca degli animali coinvolti nei reati; e prevede che chi commette abitualmente reati contro gli animali possa essere sottoposto a misure di prevenzione personali e patrimoniali previste dal codice antimafia. Inoltre, durante i procedimenti penali, è stato introdotto il divieto di abbattere o cedere gli animali oggetto di indagini fino alla sentenza definitiva.

Dal punto di vista amministrativo, è stata rafforzata la responsabilità di aziende e associazioni private, che potranno essere sanzionate se traggono vantaggio da reati contro gli animali, con multe e sanzioni interdittive, come il divieto di esercitare l’attività o di contrattare con la pubblica amministrazione. Per il traffico illecito di animali da compagnia, già sanzionato dalla legge del 2010, sono state poi stabilite multe più alte e sospensioni o revoche delle autorizzazioni per chi viola più volte le norme.

Altre novità riguardano il divieto di tenere legati gli animali da compagnia con catene o strumenti simili, salvo per esigenze sanitarie o di sicurezza temporanea, e l’aumento delle sanzioni per chi non rispetta gli obblighi di identificazione e registrazione degli animali posseduti. Infine, il testo è intervenuto sulla protezione della fauna selvatica e degli habitat naturali, inasprendo le pene per la cattura e la detenzione illegale di specie protette e per la distruzione di zone tutelate dallo Stato.

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