Incontrano parlamentari, ministri e sottosegretari. Frequentano i corridoi di Camera e Senato e rappresentano gli interessi delle aziende di molti settori, dall’energia alla sanità. Sono i cosiddetti “rappresentanti di interessi”, meglio noti come “lobbisti”. Questo nome deriva da lobby, che in inglese vuol dire “loggia”, ed è usato per indicare chi, pur non essendo un parlamentare e non avendo incarichi di governo, influenza le decisioni politiche promuovendo dentro e fuori le sedi istituzionali gli interessi dei soggetti per cui lavorano.
Insomma, i rappresentanti di interessi possono influenzare le decisioni che ricadono sulla vita di milioni di cittadini. Complici alcuni scandali e situazioni poco chiare, negli anni il termine “lobbista” ha assunto nel dibattito politico un significato soprattutto spregiativo, a scapito di chi fa questo mestiere in modo trasparente. In Italia tutto è reso poi più complicato dal fatto che non esistono regole chiare su questo settore e mancano i controlli.
Insomma, i rappresentanti di interessi possono influenzare le decisioni che ricadono sulla vita di milioni di cittadini. Complici alcuni scandali e situazioni poco chiare, negli anni il termine “lobbista” ha assunto nel dibattito politico un significato soprattutto spregiativo, a scapito di chi fa questo mestiere in modo trasparente. In Italia tutto è reso poi più complicato dal fatto che non esistono regole chiare su questo settore e mancano i controlli.