Il Parlamento ha approvato la risoluzione per la riforma del Mes

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Il 9 dicembre, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è in Parlamento per rendere le proprie comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre, chiamato a ratificare la riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes).

Nel corso della giornata è previsto che entrambe le camere approvino le risoluzioni, gli atti con i quali i parlamentari indicano un indirizzo politico al governo.

I due voti di oggi sono stati anticipati da giornate politicamente tese all’interno della maggioranza. Una parte significativa del Movimento 5 stelle, il 2 dicembre, aveva annunciato in una lettera la propria contrarietà alla riforma del Mes. Il dissenso, nei giorni passati, ha persino fatto ipotizzare l’inizio di una crisi di governo. Fra il 5 e il 7 dicembre, con una serie di riunioni-fiume, i parlamentari di maggioranza hanno messo a punto una risoluzione condivisa da tutti i partiti che sostengono il governo. Si prevede di conseguenza che i due voti, alla Camera e al Senato, non siano più a rischio. Le opposizioni (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia) hanno annunciato il proprio voto contrario alla risoluzione, e quindi alla riforma del Mes.



Ore 21.17 – La diretta di Pagella Politica finisce qui. Grazie a chi ha seguito e una buona serata!

Ore 21.15 – Oggi, 9 dicembre, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha reso le proprie comunicazioni alla Camera e al Senato in vista del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre sulla riforma del Mes. Nonostante le preoccupazioni dei giorni passati, le risoluzioni di maggioranza sono state approvate senza inciampi sui numeri sia a Montecitorio che al Senato. Superato lo scoglio del Mes, preoccupa il dibattito sulla gestione del Recovery Plan, con Italia viva sul piede di guerra per l’eccessivo accentramento di poteri a Palazzo Chigi.

Ore 21.10 – Il Senato ha approvato con 159 sì, 129 no e 4 astenuti la risoluzione della maggioranza alle comunicazioni del presidente Conte in vista del Consiglio Ue.

Ore 20.39 – Il segretario della Lega Matteo Salvini ha annunciato in aula al Senato la contrarietà del suo partito alla riforma del Mes: «Il Mes è il Robin Hood al contrario, toglie soldi a chi ha bisogno per salvare le banche tedesche», ha commentato il leader leghista.

Ore 19.50 – Nel suo discorso, Matteo Renzi ha anche minacciato di ritirare i propri ministri dal governo. «Signor Presidente, visto che i suoi collaboratori chiamano le redazioni dei giornali dicendo che noi siamo di Italia viva in cerca di una poltrona – ha detto Renzi – le comunico che se ha bisogno di qualche poltrona ce ne sono tre: due da ministro e una da sottosegretario». L’ex presidente del Consiglio ha annunciato che il suo partito non voterà una legge di Bilancio in cui sia presente un emendamento sulla cabina di regia del Recovery Plan, metodo che non permetterebbe un confronto sul tema.

Ore 19.41 – Il senatore e leader di Italia viva Matteo Renzi sta intervenendo in aula al Senato. «Serve dirsi le cose in faccia», ha esordito l’ex presidente del Consiglio, rivolgendosi al premier Conte. «Noi d’Italia viva non scambieremo il nostro sì alla proposta di governance con uno strapuntino o un posto a tavola – ha detto Renzi – non stiamo chiedendo che nella cabina di regia ci sia uno dei nostri». Il leader di Italia viva si riferisce all’accusa, rivolta al suo partito, di contestare la proposta di Palazzo Chigi per ottenere un rimpasto (e dunque un peso maggiore all’interno del consiglio dei ministri) oppure inserirsi con i propri rappresentanti all’interno della cabina di regia.

Ore 19.15 – Al Senato stanno per cominciare le dichiarazioni di voto sulle risoluzioni, in ritardo sulla tabella di marcia. Cresce l’attesa per l’intervento del leader di Italia viva Matteo Renzi, che negli ultimi giorni ha minacciato la rottura con il governo per la proposta di gestione del Recovery Plan delineata da Palazzo Chigi. Pagella Politica ha verificato le dichiarazioni dell’ex presidente del Consiglio più di 400 volte. Qui le potete vedere tutte.

Ore 18.38 – Mentre al Senato prosegue la discussione generale in vista del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre, la Camera ha approvato con la fiducia il nuovo decreto Migranti che modifica i decreti Sicurezza voluti dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. L’aula di Montecitorio aveva già dato il proprio ok alla fiducia sul testo lunedì 30 novembre, ma l’ostruzionismo del centrodestra ha fatto slittare il voto conclusivo ad oggi, 9 dicembre. Il provvedimento, approvato con 279 sì alla Camera, passerà ora all’esame di Palazzo Madama, con tempi strettissimi. Perché il decreto non decada dovrà infatti essere approvato anche dal Senato entro il 20 dicembre.

Ore 18.16 – Contrariamente a quanto era filtrato nelle scorse ore, stasera non si terrà nessun consiglio dei ministri sulla governance del Recovery Plan. Il consiglio dei ministri si riunirà domani alle 16, ma all’ordine del giorno ci sarebbero «scadenze di tipo ordinario» e non i fondi europei. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non sarà presente perché parteciperà al Consiglio europeo a Bruxelles, anticipato oggi dalle comunicazioni a entrambe le camere.

Ore 17.57 – Dopo le comunicazioni del presidente Conte, in aula al Senato è ancora in corso la discussione generale. In attesa del risultato: sapevate che pochi giorni fa il Pd ha diffuso una storia probabilmente inventata su Mussolini e gli stipendi delle donne?

Ore 17.19 – Il leader di Italia viva Matteo Renzi parlerà in Senato verso le 18.30. L’intervento di Renzi è particolarmente atteso perché il suo partito sta aspramente contestando la gestione del Recovery Plan da parte della presidenza del Consiglio. In particolare, Italia viva si è opposta in maniera molto netta all’ipotesi che i fondi europei possano essere gestiti da una cabina di regia in capo a Palazzo Chigi e ai ministri Stefano Patuanelli (Sviluppo economico) e Roberto Gualtieri (Economia). La centrale di comando prevederebbe poi la presenza di sei manager, a loro volta affiancati da cinquanta funzionari ciascuno, per un totale di trecento. Secondo il partito di Matteo Renzi, la struttura permetterebbe un eccessivo accentramento dei poteri nella mani del presidente del Consiglio. Superato lo scoglio della riforma del Mes, il tema della gestione dei fondi europei potrebbe essere il prossimo ostacolo per la maggioranza, facendo persino temere una crisi di governo.

Ore 16.53 – Dopo l’intervento del presidente del Consiglio, è iniziata la discussione generale in aula al Senato. La senatrice Emma Bonino (+Europa) ha definito la risoluzione della maggioranza «reticente» su molti dei passaggi più delicati relativi al Mes, così da permettere che «ognuno ci legga quello che vuole».

Ore 16.20 – Nel suo discorso il presidente del Consiglio ha fatto anche riferimento al negoziato sul bilancio europeo e sui fondi del Next Generation Ue, bloccato dal veto di Polonia e Ungheria. «Si sta aprendo uno spiraglio proprio in queste ore», ha detto il premier. Di recente, abbiamo spiegato quanto valgono i fondi europei per le economie dei due Paesi del Gruppo Visegrád.

Ore 16.14 – Il presidente Conte sta riferendo in aula al Senato le comunicazioni già rese stamattina alla Camera. L’appuntamento con Palazzo Madama era particolarmente atteso. Dopo le comunicazioni del premier, sono infatti previsti gli interventi del segretario della Lega Matteo Salvini e del leader di Italia viva Matteo Renzi.

Ore 16.04 – Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è in Senato per riferire sulla posizione dell’Italia in vista del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità. Il governo ha superato il voto sulle risoluzioni alla Camera senza incidenti. I numeri sono più incerti per il Senato. La previsione è che la risoluzione dei partiti di governo venga approvata (è necessaria la sola maggioranza relativa), ma rimanga sotto la soglia della maggioranza assoluta di 161 voti su 320 (contando anche i senatori a vita).

Ore 15.35 – Ora che i lavori sono in pausa, è il momento giusto per recuperare l’ultima puntata del nostro podcast: abbiamo ricostruito la storia di come è cominciata l’“infodemia” in Italia sulla pandemia.

Ore 15.13 – La giornata del presidente del Consiglio Conte è iniziata alle 9 alla Camera per le comunicazioni sul Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre sulla riforma del Mes. Dopo i mal di pancia dei giorni passati all’interno del Movimento 5 stelle, la risoluzione di maggioranza è stata votata con 314 sì. Solo sei deputati Cinquestelle hanno votato in dissenso. La risoluzione concordata dai partiti di maggioranza definisce la riforma del trattato del Mes «non conclusiva» e sottolinea il ruolo del parlamento che sarà poi chiamato a ratificare le decisioni europee. Sulla linea di credito del Mes per le spese sanitarie, la maggioranza impegna il governo a prendere decisioni sull’utilizzo solo dopo un ampio dibattito parlamentare.

Ore 14 – Dopo il voto, i deputati di Fratelli d’Italia hanno indossato delle magliette con la scritta M5S=MES. Il presidente della Camera Roberto Fico ha immediatamente sospeso la seduta. Conclusi i lavori in aula, gli stessi parlamentari di Fratelli d’Italia hanno messo in scena una finta asta in cui “mettevano in vendita” beni e diritti in cambio di “poltrone di 5 stelle”. «Abbiamo inscenato una finta asta per denunciare l’ennesimo tradimento perpetrato ai danni degli italiani vista la riforma che comporterebbe probabilmente l’obbligo di ristrutturazione del debito», ha commentato la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.
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Ore 13.25 – Si sono concluse le comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla Camera. Il premier è atteso in aula al Senato oggi pomeriggio alle ore 16.

Ore 13.20 – L’aula della Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in vista del prossimo Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre sulla riforma del Mes. I voti a favore sono stati 314, i contrari 239, 9 gli astenuti.

Ore 13.14 – Sono in corso le dichiarazioni di voto a titolo personale dei parlamentari. Il deputato Cinquestelle Fabio Berardini, fra i sei che voteranno in dissenso con il proprio gruppo parlamentare, ha rivolto un duro attacco ai vertici del Movimento: «Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il capo politico Vito Crimi ci dovrebbero spiegare perché vogliono tradire il programma del Movimento 5 stelle».

Ore 13.07 – Il capogruppo del Movimento 5 stelle alla Camera Davide Crippa ha annunciato il sì del proprio gruppo alla risoluzione di maggioranza. Il tema ha creato aspre divisioni all’interno del Movimento nei giorni passati, poi rientrate dopo un lungo lavoro sul testo della risoluzione di maggioranza. Crippa ha sottolineato che il voto di oggi «non è un voto per attivare il Mes e neanche per ratificare la riforma del Mes, che semmai avverrà con lo strumento della ratifica su cui, come ha detto Conte, si esprimerà il parlamento secondo le sue convinzioni». Sei parlamentari Cinquestelle si sono prenotati per parlare a titolo personale, quindi in dissenso con il proprio gruppo.

Ore 12. 48 – La capogruppo di Forza Italia Maria Stella Gelmini ha annunciato che il suo partito voterà no alla riforma del Mes, con gli alleati Lega e Fratelli d’Italia. «Presidente Conte, la sua relazione risente del clima interno alla maggioranza e delle tante contraddizioni e non potrà avere il voto favorevole di Forza Italia», ha annunciato la deputata. La capogruppo ha voluto rimarcare l’indipendenza di Forza Italia, accusata dai partiti di maggioranza di aver adeguato la propria posizione a quella degli alleati euroscettici. «Forza Italia non si fa dettare la linea né dagli avversari, dal governo, né dagli alleati, con cui cerca un punto di convergenza», ha detto Gelmini, rivendicando anche le differenze con il resto del centrodestra: «Noi siamo per il Mes sanitario che non ha nulla a che vedere con il Mes generale, dovrebbero capirlo anche il Movimento Cinque Stelle».

Ore 12.35 – Il capogruppo del Partito democratico Graziano Delrio ha annunciato il voto favorevole dei dem alla risoluzione di maggioranza sulla riforma del Mes. Delrio ha citato l’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: «Sono un cittadino europeo nato in terra d’Italia». Oggi, 9 dicembre, si celebra il centenario dalla nascita dell’ex capo dello Stato morto nel 2016.

Ore 12.27 – Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha annunciato il voto contrario del suo partito alla risoluzione di maggioranza. Nel corso del suo intervento, la deputata di destra si è rivolta provocatoriamente ai colleghi del Movimento 5 stelle, all’interno del quale il Mes è stato motivo di forti divisioni. «Questo può essere il più grande vaffa day di tutti i tempi – ha detto Meloni – aiutateci a mandare al diavolo i venduti, gli intrighi di palazzo, i servi».

Ore 12.18 – Ettore Rosato, deputato di Italia viva, ha annunciato il voto del proprio partito a favore della risoluzione di maggioranza, mettendo tuttavia in evidenza alcuni punti di disaccordo con il governo. «Non si può dire sì alla riforma del Mes e no alle risorse per la sanità – ha detto il deputato di Italia viva – come facciamo a dire che il Mes sanitario non serva dopo aver fatto un giro in un ospedale italiano?». Rosato ha anche criticato duramente la gestione del Recovery Plan da parte del presidente del Consiglio: «Non ci si può chiudere in uno stanzino e decidere in tre o quattro», ha commentato il deputato.

Ore 12.05 – Dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio sono state presentate quattro risoluzioni diverse: una dei partiti di maggioranza, una di Cambiamo!, una di +Europa e una di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Al momento si sta per votare la prima.

Ore 11.30 – Sono in corso le dichiarazioni di voto con le quali i rappresentanti dei gruppi o i singoli parlamentari annunciano il proprio orientamento sulla risoluzione della maggioranza. Sei deputati del Movimento 5 stelle sono iscritti a parlare a titolo personale, quindi in dissenso dalla linea del gruppo. Il voto in dissenso dei sei parlamentari (non convinti dalla risoluzione condivisa) non mette a rischio i numeri della maggioranza. Secondo l’elenco ufficiale degli iscritti a parlare, i sei deputati sono Andrea Colletti, Fabio Berardini, Francesco Forciniti, Pino Cabras, Alvise Maniero, Mara Lapia.

Ore 11 – Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia, ha annunciato il proprio voto in dissenso al gruppo parlamentare a cui appartiene. Forza Italia, solitamente a sostegno di posizioni più europeiste, voterà contro la riforma del Mes, seguendo la linea degli alleati del centrodestra Fratelli d’Italia e Lega. A differenza del suo partito, Brunetta darà invece il proprio sì alla riforma: «Purtroppo è prevalso lo spirito di parte piuttosto che di unità, è prevalsa la propaganda – ha detto il deputato forzista nel suo discorso – ma così si indebolisce il paese, non vince nessuno, e l’Italia rischia di rimanere isolata».

Ore 10.30 – Italia viva ha firmato la risoluzione di maggioranza. Il partito di Matteo Renzi era l’unica forza politica della maggioranza a non aver ancora garantito il proprio appoggio al testo, riservandosi di firmare solo dopo l’intervento del presidente del Consiglio in aula. Nella risoluzione si legge che la maggioranza impegna il governo «a sostenere la profonda modifica del patto di stabilità e crescita» nel corso del prossimo Consiglio europeo, ma anche a «a ribadire» che la riforma del Mes «non può considerarsi conclusiva (…) proprio alla luce delle ultime scelte realizzate in seno alla Ue che descrivono una nuova stagione di necessarie modifiche». Il testo contiene anche un riferimento alla linea di credito del Mes messa a disposizione dei Paesi europei per il sostegno delle spese sanitarie, sul cui utilizzo il Movimento 5 stelle è fortemente contrario. Sul tema, il Governo si impegnerà «ad assumere ogni decisione sul ricorso alla linea di credito sanitaria del Mes solo a seguito di un preventivo ed apposito dibattito parlamentare e previa presentazione da parte del Governo di un’analisi dei fabbisogni, nonché di un piano dettagliato dell’utilizzo degli eventuali finanziamenti».

Ore 10 – Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha concluso le comunicazioni alla Camera, iniziate alle 9. È in corso il dibattito in aula, nel corso del quale i gruppi parlamentari possono intervenire e illustrare le proprie posizioni.

«L’Italia si farà promotrice di una riforma innovativa: l’obiettivo è integrare il nuovo Mes con il resto delle istituzioni europee», ha detto Conte nel suo discorso alla Camera. Il premier ha sottolineato che il via libera alla riforma del Meccanismo europeo di stabilità, previsto dal Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre, dovrà poi essere confermato dal parlamento: «Resta la responsabilità delle Camere sulla ratifica» del trattato.

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