Il 6 marzo scorso, l’ISTAT ha pubblicato la stima della popolazione residente in Italia al 1° gennaio 2017: per il secondo anno di fila si è registrato un calo e, dopo i meno 139 mila dello scorso anno, c’è stato il calo di altre 86 mila unità, con un numero di residenti che si è attestato a 60.579.000.



I motivi di questo calo sono diversi, ma tra i principali c’è la scarsa natalità: i bambini nati nel corso del 2016 sono stati infatti 474 mila, il dato più basso dall’Unità d’Italia a oggi. Come abbiamo scritto di recente, oggi le regioni più prolifiche sono quelle del Nord, mentre il Mezzogiorno ha i tassi di natalità più bassi. Vent’anni fa accadeva il contrario, e questa inversione di tendenza indica i gravi problemi, anche demografici, del nostro Meridione. L’ISTAT scrive che, se tutta Italia avesse la fertilità della provincia di Bolzano (1,78 figli per donna), sarebbe tra i primi posti in Europa; viceversa, il tasso delle regioni meridionali (il minimo è toccato in Sardegna con 1,07 figli per donna) esteso a tutto il Paese ci porterebbe “all’ultimo posto in Europa e, verosimilmente, nel mondo”.



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