È ormai entrata nel senso comune l’idea che gli investimenti nei settori innovativi siano uno dei modi indispensabili per sostenere la crescita di un’economia avanzata, come testimonia anche il recente viaggio dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi in California. Strettamente legato allo sviluppo tecnologico è l’investimento di un Paese nel suo capitale umano, cioè l’insieme di istruzione, abilità ed esperienze dei suoi individui.



Il numero della settimana è 43,6 per cento: la percentuale di diplomati delle Isole (Sicilia e Sardegna) che si iscrivono all’università l’anno dopo il diploma (vengono conteggiati anche i diplomati che si iscrivono in università fuori dalla propria regione d’origine).



È la percentuale più bassa tra le varie macroregioni italiane, e si accompagna a un calo molto consistente – circa il 17 per cento – delle immatricolazioni nelle università del Sud dal 2000 in poi. Anche in conseguenza di questo, a livello generale italiano c’è stata una diminuzione delle nuove iscrizioni all’università: un recente rapporto Svimez lo ha calcolato intorno all’8 per cento nel 2000-2015.



Infatti, come abbiamo mostrato in un’analisi recente, negli anni della crisi il divario tra il Sud e il resto del Paese in termini di frequenza universitaria è andato aumentando. La ripresa del Sud dovrà per forza passare anche da qui.