Il salario minimo è uno dei temi che dall’inizio di questa legislatura stanno facendo più discutere la politica. Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega – i tre partiti che sostengono il governo Meloni – sono contrari all’introduzione di una retribuzione minima fissata per legge, mentre tutti i partiti dell’opposizione sono favorevoli, seppure con alcune differenze di vedute. 

Da ottobre 2022, in Parlamento qualche passo in avanti è stato fatto sul tema: all’inizio sono state presentate varie proposte di legge e sono state approvate alcune mozioni, poi nell’estate del 2023 i partiti all’opposizione – eccetto Italia Viva – hanno depositato una proposta comune per introdurre un salario minimo di 9 euro lordi l’ora. Questa proposta è stata poi trasformata in un disegno di legge delega dal governo, che ora è all’esame del Senato, e i partiti di opposizione hanno così deciso di avviare una raccolta firme per sostenere una proposta di legge di iniziativa popolare. 

Per mettere un po’ di ordine tra i fatti e i numeri ripetuti più spesso dai politici, abbiamo dedicato la nuova Guida di Pagella Politica al salario minimo. Il primo capitolo spiega le basi del dibattito e mette in fila quali Paesi nell’Unione europea e nel mondo hanno una retribuzione minima fissata per legge. Nel secondo e nel terzo capitolo approfondiamo la proposta di introdurre un salario minimo di 9 euro lordi l’ora e le domande più frequenti che vengono fatte sul salario minimo. Nel quarto capitolo e nel quinto, quello finale, abbiamo elencato i politici che hanno cambiato idea negli anni sul salario minimo, da Giorgia Meloni a Matteo Salvini, e abbiamo raccontato che cos’è successo finora in Parlamento nel percorso per provare a stabilire, per legge, una retribuzione minima anche in Italia.

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