Alta moda, grandi aziende e fondi di investimento: chi ha finanziato la campagna elettorale di Azione-Italia viva

Da fine luglio a fine agosto i partiti di Matteo Renzi e Carlo Calenda hanno raccolto oltre 1,4 milioni di euro: ecco da chi sono arrivati i finanziamenti più sostanziosi
ANSA/ETTORE FERRARI
ANSA/ETTORE FERRARI
Durante la campagna elettorale, Italia viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda, che hanno partecipato alle elezioni con una lista comune, hanno raccolto oltre 1,4 milioni di euro in donazioni. Di questi, circa 970 mila euro sono stati raccolti da Azione e quasi 435 mila da Italia viva. L’importo complessivo è destinato a salire, visto che i dati pubblicamente disponibili arrivano solo fino alla fine di agosto, mentre le elezioni si sono tenute il 25 settembre. Per avere un ordine di grandezza, la cifra ricevuta da Azione e Italia viva è superiore a quelle raccolta dal Partito democratico, che da fine luglio al giorno del voto ha raccolto 1,2 milioni di euro.

I dati sui finanziamenti sono pubblicamente consultabili dall’elenco delle erogazioni versate ai partiti e ai movimenti politici, scaricabile dal sito della Camera. Questi includono sia le donazioni dei privati cittadini e delle imprese sia i contributi economici dei parlamentari. Questi ultimi sono previsti dallo statuto di Italia viva, dove si legge che «gli eletti hanno il dovere di contribuire al finanziamento» del partito, ma non da quello di Azione, che prevede per il suo finanziamento le quote associative degli iscritti, il 2 per mille dei contribuenti ed eventuali donazioni.

I soldi dell’alta moda

Da gennaio a fine agosto 2022 Azione ha ricevuto donazioni per 1,3 milioni di euro. Di questi, circa 970 mila euro (il 75,4 per cento sul totale) sono stati raccolti nel periodo di campagna elettorale compreso tra il 20 luglio e il 31 agosto, ultimo giorno per il quale sono disponibili dati. 

A differenza di altri partiti con una forte rappresentanza in Parlamento, Azione, che è nato nel 2019, ha ricevuto la maggior parte dei suoi finanziamenti da cittadini non eletti. Tra questi, figurano alcuni manager di grandi aziende, soprattutto nel settore della moda. Ricordiamo che Calenda ha un passato da dirigente aziendale ed è stato ministro dello Sviluppo economico.

Il partito di Calenda ha per esempio ricevuto 75 mila euro da Pier Luigi Loro Piana, imprenditore ed ex proprietario dell’omonima casa di moda, che nel 2013 è entrata a far parte del gruppo francese del lusso Lvmh. Azione ha ricevuto anche 20 mila euro da due esponenti del gruppo Ermenegildo Zegna, storico marchio dell’abbigliamento di alta moda. Altri 25 mila euro sono arrivati da Luciano Cimmino, ex deputato di Scelta civica e presidente di Pianoforte Holding, che controlla marchi del settore dell’abbigliamento come Yamamay e Carpisa. Renzo Rosso, fondatore del marchio di abbigliamento Diesel, ha versato 10 mila euro ad Azione, mentre più generoso è stato l’amministratore delegato di Prada, Patrizio Bertelli, che il 3 agosto ha versato 50 mila euro.

Dalla finanza alle grandi aziende

Al di fuori del settore della moda, tra luglio e agosto Carlo Pontecorvo, presidente dell’azienda Ferrarelle, ha versato 10 mila euro ad Azione. Il gruppo per la produzione di carne Cremonini ne ha versati 30 mila, così come lo scrittore e investitore Guido Maria Brera. La società Sanlorenzo Spa, specializzata nella produzione di yacht di lusso, ha contribuito con 15 mila euro; l’amministratore delegato del gruppo Pirelli, Marco Tronchetti Provera, ha contribuito versando 3 mila euro; altri 50 mila euro sono arrivati dalla Fondazione Giovanni Arvedi e Luciana Buschini, legata al gruppo Arvedi, attivo in ambito siderurgico. Già a giugno 2020 la stessa fondazione aveva donato 100 mila euro ad Azione, insieme ad altri 50 mila ad aprile 2021. 

A inizio agosto Gianfelice Rocca, fondatore dell’Istituto clinico Humanitas e presidente del gruppo Techint attivo nei settori della siderurgia, dell’energia e delle infrastrutture, ha versato 30 mila euro. Tra le altre cose, le società del gruppo Techint si occupano anche di infrastrutture per l’energia e il gas naturale. 

Altri 10 mila euro sono arrivati da Alessandro Vescovini, presidente di Sbe-varvit, azienda specializzata nella produzione di bulloni. Come Calenda, Vescovini è un forte sostenitore della necessità di aumentare le capacità di rigassificazione dell’Italia, soprattutto per evitare interruzioni nelle attività produttive. Il 1° settembre, in piena campagna elettorale, Vescovini ha presentato al Ministero della Transizione ecologica un piano, finanziato da un consorzio di aziende, per installare in prossimità delle coste del Veneto o del Friuli-Venezia Giulia una nuova nave cisterna, piena di gas, da usare in caso di necessità.

Il 20 giugno, circa un mese prima delle dimissioni di Mario Draghi, Alberto Bombassei, fondatore e presidente emerito di Brembo, tra le principali aziende nel settore degli  impianti frenanti, ha versato ad Azione 50 mila euro. 

I finanziatori di Italia viva

Da gennaio ad agosto 2022, il partito di Renzi ha ricevuto oltre 733 mila euro in donazioni e, di questi, quasi 435 mila (il 59 per cento sul totale) sono arrivati durante la campagna elettorale, nel periodo compreso tra il 20 luglio e il 31 agosto, ultimo giorno per cui sono disponibili i dati. 

Una piccola parte delle donazioni di Italia viva è arrivata dai parlamentari del partito e da alcuni candidati, mentre importi più consistenti sono stati versati da privati cittadini e da alcune aziende. Tra i privati troviamo l’imprenditore Davide Serra, fondatore del fondo di investimento britannico Algebris, che a fine luglio ha donato a Italia viva 25 mila euro (e 20 mila euro ad Azione). Serra è un sostenitore di Renzi di lungo corso, tanto che si era esposto a suo favore già nel 2012, quando Renzi si candidò alle primarie del Partito democratico, che in seguito perse contro Pier Luigi Bersani. Negli anni successivi Serra ha finanziato diverse iniziative politiche legate a Renzi, tra cui l’edizione del 2014 della Leopolda, il convegno che Renzi organizza ogni anno dal 2010 nell’ex stazione ferroviaria “Leopolda” di Firenze. In più, nel 2021 Serra è stato tra i relatori dell’iniziativa.

Tra le aziende finanziatrici di Italia viva, troviamo Quintessentially lifestyle, specializzata nell’organizzazione di eventi e nei servizi di “concierge” per privati cittadini e aziende, che ha versato 10 mila euro. Il presidente del consiglio di amministrazione della società è Giulio Zambeletti, che nel 2015 aveva firmato insieme ad altri 200 imprenditori un annuncio, pubblicato a pagamento sul Corriere della Sera, per sostenere Renzi. Nella stessa lista compariva anche Giovanni Tamburi, fondatore, presidente e amministratore delegato di Tamburi investimenti partners Spa, una società di investimenti quotata sulla Borsa di Milano con interessi in società ben note come Amplifon, Eataly, Alpitour, Hugo Boss e Moncler. A inizio agosto, Tamburi ha versato 50 mila euro a Italia viva.

Il partito ha poi ricevuto 30 mila euro dall’azienda Ferdani Srl, che secondo il registro delle imprese si occupa di «servizi tecnici, commerciali e amministrativi» per imprese pubbliche e private. La visura camerale mostra che l’azienda è totalmente controllata da Daniele Ferrero, amministratore delegato del marchio di cioccolato Venchi e consigliere di amministrazione per Eataly. Anche il nome di Ferrero compare nell’annuncio pubblicato sette anni fa sul Corriere della Sera.

Infine il già citato Renzo Rosso, fondatore del marchio di abbigliamento Diesel, ha finanziato Italia viva con 10 mila euro, la stessa cifra donata ad Azione

L’imprenditore generoso

Infine, durante la campagna elettorale sia Azione che Italia viva hanno ricevuto 100 mila euro da Lupo Rattazzi, figlio di Susanna Agnelli e presidente della compagnia aerea Neos Air.

Rattazzi è da tempo uno dei principali finanziatori del partito di Matteo Renzi: già nel 2019 aveva finanziato Italia viva con 50 mila euro, e altri 105 mila sono stati versati nel corso del 2020 (i dati sono consultabili qui e qui), una cifra che supera il limite di 100 mila euro all’anno consentito per le donazioni. 

Prima della fondazione di Italia viva, nel 2019 Rattazzi aveva dichiarato di essere iscritto al Partito democratico, aggiungendo che avrebbe «stracciato la tessera in un secondo» se il partito si fosse alleato con il Movimento 5 stelle, cosa poi successa con il secondo governo Conte. Inoltre, nel 2019 Rattazzi aveva donato 30 mila euro anche a Siamo europei, il movimento con cui Calenda si è candidato alle ultime elezioni europee all’interno della lista del Partito democratico, e da cui poi è nato Azione.

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