Il 17 dicembre il leader di Italia viva Matteo Renzi ha mandato una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte – pubblicamente consultabile sul sito del suo partito – con una serie di richieste per evitare la crisi di governo.

Dal coronavirus al Next Generation Eu, passando per il sempreverde Jobs Act, Renzi ha ripetuto diverse dichiarazioni che avevamo già verificato in passato, alcune delle quali dette anche da altri politici. Ne abbiamo selezionate nove.

Il record di morti

«Abbiamo il più alto numero di morti da Covid in Europa»

Impossibile dirlo con certezza: i confronti sui decessi tra i Paesi del mondo vanno maneggiati con molta cautela.

Per approfondire: Dati alla mano, sui morti di Covid è inutile fare classifiche

I vincoli del Next Generation Eu

«Le risorse sono vincolate in numerose dimensioni: la destinazione, la tempistica, i risultati, le riforme di sistema che si accompagnano alla spesa»

Corretto: i soldi che arriveranno all’Italia dall’Europa hanno una serie di condizioni da rispettare, addirittura più rigorose di quelle previste per accedere agli aiuti del Pandemic crisis support del Mes.

Per approfondire: Sì, il Recovery fund prevede più condizioni del Mes

Prestiti e debito

«Non è un fondo di 209 miliardi, perché i trasferimenti a fondo perduto sono circa 82 miliardi. Il resto sono prestiti, e quindi equivalgono a risorse a debito»

Corretto: dei circa 209 miliardi di euro che andranno al nostro Paese, 82 miliardi sono sussidi a fondo perduto, mentre i restanti 127 miliardi prestiti, presi a debito.

Serve però una precisazione: queste cifre sono ancora stime, quindi potranno cambiare leggermente in futuro.

Per approfondire: Recovery Plan: l’Italia è l’unica che ci lavora in segreto

Dove vanno i soldi europei

«Che senso ha spendere 88 dei 127 miliardi dei prestiti europei solo per finanziare progetti che già esistevano?»

Corretto: circa 193 miliardi di euro (secondo altre stime ufficiose 196) dovrebbero arrivare all’Italia dal Recovery and resilience facility, la quota più corposa dei 209 miliardi vista prima: 65,5 miliardi saranno sovvenzioni a fondo perduto e 127,6 miliardi prestiti.

Al di là della sensatezza o meno della decisione, nella bozza del “Piano nazionale di ripresa e resilienza”, si ipotizza che 40 miliardi dei prestiti saranno impiegati per progetti nuovi («additivi» è l’espressione usata), mentre i restanti circa 88 miliardi circa saranno dedicati a piani già previsti.

Come hanno sottolineato alcuni, questa scelta sembra essere dettata dal fatto che le condizioni economiche più vantaggiose dei prestiti europei, rispetto a quelle con cui l’Italia si finanzia sui mercati, possano limitare l’aumento (comunque già previsto) del debito pubblico del nostro Paese.

I fondi alla sanità

«E come è possibile mettere solo nove miliardi sulla sanità?»

Corretto: nella bozza del “Piano piano nazionale di ripresa e resilienza”, il governo prevede di destinare alla sanità 9 miliardi di euro. Bisogna però considerare che questa cifra non tiene conto delle risorse presenti nella legge di Bilancio per il 2021 e di quelle già stanziate nel corso di quest’anno per affrontare l’emergenza coronavirus.

Per approfondire: No, 17 miliardi del Recovery fund non vanno solo alla «parità di genere»

Renzi e i soldi alla sanità

«In tre anni il mio Governo ha messo sette miliardi in più, senza pandemia»

Impreciso: tra il 2014, 2015 e 2016 – i tre anni in cui è stato al governo – le risorse del Sistema sanitario nazionale sono passate da 107 miliardi di euro a 111 miliardi, un aumento di circa 4 miliardi, e non di 7 (aumento registrato invece tra il 2014 e il 2018, con la fine del governo Gentiloni).

Gli aumenti al Ssn – sempre avvenuti, tranne in due anni, dal 2001 al 2019 – non bastano per dire che in passato non ci sono stati veri e propri “tagli” alla sanità. Dal 2010 all’anno scorso, infatti, le risorse in più aggiunte di anno in anno sono state sempre minori rispetto a quelle programmate negli anni precedenti.

Per approfondire: I tagli alla sanità ci sono stati, oppure no?

I soldi al turismo

«Se davanti a un piano di 200 miliardi l’Italia mette solo 3 miliardi sulla cultura e sul turismo stiamo perdendo noi stessi»

Corretto: al di là del giudizio politico, la cifra dei 3 miliardi indicata da Renzi è contenuta nel “Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

Per approfondire: Sì, il Recovery Plan prevede 3 miliardi per turismo e cultura

L’apertura delle scuole

«I nostri figli hanno perso un anno rispetto ai ragazzi tedeschi o francesi. Perché loro tengono aperte le scuole, a differenza nostra»

Esagerato: da inizio novembre – quindi da un mese e mezzo – in Italia sono svolte a distanza le lezioni nelle scuole superiori di secondo grado. In Francia e Germania tutte le lezioni si sono svolte in presenza, ma le cose stanno cambiando. Per esempio, dal 16 dicembre anche la Germania ha deciso di chiudere, in questo caso, tutte le scuole per il peggiorarsi della seconda ondata, passando alla didattica a distanza.

Parlare di un «anno perso» è dunque esagerato, al di là del fatto che si tratta di un giudizio sull’inefficacia della didattica a distanza rispetto a quella in presenza.

L’eterno ritorno del Jobs Act

«Il Jobs Act ha permesso di creare oltre un milione di posti di lavoro»

Sbagliato: questa frase è uno degli storici cavalli di battaglia di Renzi, su cui abbiamo scritto molte volte. Ancora una volta: no, non è vero che il Jobs Act ha creato così tanti posti di lavoro.

Per approfondire: Renzi esagera i meriti del Jobs Act