Non si sa ancora chi farà parte della nuova Assemblea nazionale del Pd

La prima riunione si terrà il 12 marzo, ma al momento solo quattro federazioni regionali del partito hanno pubblicato l’elenco degli eletti
ANSA/GIUSEPPE LAMI
ANSA/GIUSEPPE LAMI
Il 12 marzo si terrà la prima riunione dell’Assemblea nazionale del Partito democratico dopo le primarie che hanno sancito la vittoria della nuova segretaria Elly Schlein sul presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. L’Assemblea nazionale è l’organo che raccoglie i vertici del partito e ne stabilisce la linea politica insieme al segretario nazionale. Tra i membri dell’assemblea ci sono 600 rappresentanti locali, che sono stati eletti insieme a Schlein con le primarie, nelle liste presentate dai candidati alla segreteria a livello regionale.
A più di una settimana dalle primarie del 26 febbraio il Partito democratico non ha ancora pubblicato l’elenco ufficiale degli eletti in Assemblea nazionale. Negli ultimi giorni sono circolati alcuni numeri riguardo la nuova composizione dell’assemblea, che non sono stati però confermati dal Partito democratico. «I dati che circolano in questo momento non sono ufficiali. L’ufficio organizzazione del partito sta svolgendo le verifiche sugli eletti comunicati dalle varie federazioni locali e l’elenco definitivo sarà pubblicato sul sito ufficiale del Pd a ridosso della prima riunione dell’Assemblea nazionale», hanno spiegato fonti del Partito democratico a Pagella Politica

In base alle verifiche di Pagella Politica al momento quattro federazioni regionali su 20 del Partito democratico hanno comunque pubblicato sui loro siti ufficiali gli elenchi degli eletti in Assemblea nazionale. Si tratta delle federazioni del Pd del Friuli-Venezia Giulia, della Lombardia, della Sicilia e del Veneto.

Oltre ai 600 rappresentanti eletti con le primarie, l’Assemblea nazionale del Pd è composta da una serie di membri di diritto, tra cui 100 tra deputati, senatori ed europarlamentari, i sindaci iscritti al Pd delle città metropolitane, dei capoluoghi di provincia e di regione, i presidenti di regione iscritti e attualmente in carica, e gli ex segretari nazionali iscritti.

L’Assemblea nazionale esprime la linea politica del partito attraverso il voto di mozioni, ordini del giorno, risoluzioni, secondo le modalità previste dal suo regolamento, approvato dalla stessa assemblea con un voto a maggioranza assoluta. L’assemblea dovrà eleggere un presidente, che ricopre anche il ruolo di presidente del Partito democratico. Quest’ultimo deve convocare l’assemblea almeno una volta ogni sei mesi.

La prima riunione della nuova assemblea nazionale, prevista per il 12 marzo, nominerà ufficialmente Elly Schlein come segretaria del Partito democratico: uno dei principali poteri dell’assemblea è infatti quello di nominare o sfiduciare il segretario con un voto a maggioranza assoluta. Nel caso di sfiducia si procede a nuove elezioni per l’assemblea e il segretario. In caso di dimissioni del segretario, come è successo con Enrico Letta dopo le elezioni del 25 settembre 2022, l’assemblea può eleggere un nuovo segretario per il resto del mandato se emerge una candidatura votata dalla maggioranza assoluta dei componenti, altrimenti si va allo scioglimento dell’assemblea e si apre la fase congressuale, come accaduto nel caso di Letta. 

Il mandato dell’assemblea nazionale, così come quello del segretario, dura quattro anni: entrambi gli organi del partito saranno quindi in carica fino al 2027, salvo dimissioni anticipate. Nella storia del Partito democratico nessun segretario è arrivato alla scadenza naturale del suo mandato.

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