Domenica 5 marzo il leader della Lega Matteo Salvini ha commentato le anticipazioni di alcune fonti stampa secondo cui il Ministero della Salute vuole inasprire le norme contro le sigarette. Tra le altre cose si sta valutando l’estensione del divieto di fumo nei parchi e alle fermate dei mezzi di trasporto pubblico, anche per le sigarette elettroniche. «Da ex fumatore che ha smesso quattro anni fa, il divieto di fumarle all’aperto appare esagerato», ha scritto Salvini difendendo le sigarette elettroniche. 

Non è la prima volta che l’attuale ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti prende posizione in favore delle sigarette elettroniche. Già in passato Salvini aveva difeso le sigarette elettroniche, con cui però ha un evidente conflitto d’interessi: sia durante la campagna elettorale per le elezioni di settembre 2022 sia in quella per le elezioni del 2018 la Lega ha ricevuto finanziamenti da una società attiva nel settore.

Il 9 agosto 2022 la Vaporart Srl ha fatto alla Lega un finanziamento da 50 mila euro, come risulta dai dati del Parlamento sulle erogazioni ai partiti e ai movimenti politici (qui abbiamo ricostruito nel dettaglio chi ha finanziato l’ultima campagna elettorale della Lega). La Vaporart è un’azienda che produce liquidi aromatizzati per le sigarette elettroniche, ha sede a Milano e ha il sito produttivo a Cremosano, in provincia di Cremona. Altri 5 mila euro alla Lega sono stati erogati da Vaporart alla fine di gennaio 2023.

Come avevamo spiegato a novembre 2018 in un fact-checking per l’agenzia stampa Agi, anche a febbraio di quell’anno Vaporart aveva finanziato la campagna elettorale della Lega, versando al partito di Matteo Salvini 100 mila euro. All’epoca fonti stampa parlavano di un’erogazione da 75 mila euro, ma fonti della Camera ci avevano confermato che il finanziamento era stato di 100 mila euro. In un comunicato Vaporart, che aveva finanziato solo la Lega, aveva correttamente sottolineato che il contributo elettorale era «avvenuto in piena trasparenza e in totale rispetto delle norme di legge». A luglio 2020 Vaporart ha finanziato la Lega per una seconda volta con altri 20 mila euro.

I governi di cui ha fatto finora parte Salvini sono intervenuti con provvedimenti in favore del settore delle sigarette elettroniche. A ottobre 2018, quando il leader della Lega era ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio, il primo governo Conte ha approvato un decreto-legge con un condono fiscale per le aziende produttrici di liquidi per le sigarette elettroniche, come Vaporart, che stavano maturando debiti con il fisco per un’imposta non pagata. Il Contratto di governo tra Lega​​ e Movimento 5 stelle, firmato nel 2018, aveva promesso di «provvedere alla correzione dell’extra tassazione sulle sigarette elettroniche». La legge di Bilancio per il 2023, la prima del governo Meloni, approvata alla fine del 2022, ha abbassato le imposte sul consumo dei prodotti utilizzati con le sigarette elettroniche. Con la stessa legge di Bilancio il governo di cui Salvini è oggi di nuovo vicepresidente del Consiglio ha invece aumentato le accise sulle sigarette.

Le connessioni tra Salvini e il mondo delle sigarette elettroniche vanno ancora più indietro nel tempo rispetto ai due casi citati. Nel 2014 il leader della Lega ha per esempio partecipato al cosiddetto “Svapo day”, una protesta organizzata contro l’aumento delle imposte proposto e poi approvato dal governo Renzi. Salvini ha continuato a difendere il settore anche dall’opposizione e nel dicembre 2020 ha scritto su Twitter: «Il governo vuole triplicare da gennaio le tasse sullo svapo. Questi sono matti. Giù le mani dallo svapo». Il programma elettorale della Lega per le elezioni del 25 settembre 2022 non contiene però riferimenti alle sigarette elettroniche.