Il 24 settembre la Corte dei Conti ha dato al governo venti giorni di tempo per rispondere ad alcune osservazioni sulla delibera con cui, lo scorso 6 agosto, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS) ha approvato il progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina.
Tra i compiti della Corte dei Conti c’è il “controllo preventivo di legittimità” sugli atti del governo: in pratica deve verificare che questi atti siano conformi alle leggi e alle norme vigenti prima che possano produrre effetti concreti. Secondo la Corte, la delibera del CIPESS – l’organismo che decide e vigila sull’uso delle risorse pubbliche destinate agli investimenti – è incompleta e, per questo motivo, i cantieri del ponte non possono aprire.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha dichiarato che l’opera «non è in discussione» e che è in corso una «fisiologica interlocuzione tra istituzioni». Il Partito Democratico, invece, ha parlato di «una sonora bocciatura che mette in discussione l’impianto stesso del progetto». Come stanno davvero le cose? Cerchiamo di fare chiarezza.
Tra i compiti della Corte dei Conti c’è il “controllo preventivo di legittimità” sugli atti del governo: in pratica deve verificare che questi atti siano conformi alle leggi e alle norme vigenti prima che possano produrre effetti concreti. Secondo la Corte, la delibera del CIPESS – l’organismo che decide e vigila sull’uso delle risorse pubbliche destinate agli investimenti – è incompleta e, per questo motivo, i cantieri del ponte non possono aprire.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha dichiarato che l’opera «non è in discussione» e che è in corso una «fisiologica interlocuzione tra istituzioni». Il Partito Democratico, invece, ha parlato di «una sonora bocciatura che mette in discussione l’impianto stesso del progetto». Come stanno davvero le cose? Cerchiamo di fare chiarezza.