Nel dibattito sulla condizione dei giovani in Italia si riconosce sempre di più che i ragazzi e le ragazze di oggi non hanno le stesse opportunità avute dai loro genitori sul mercato del lavoro.
Emerge però spesso una narrazione distorta sulle retribuzioni: i salari bassi dei giovani vengono giustificati con la mancanza di esperienza e con la necessità di fare gavetta, come del resto avveniva per i loro genitori e i loro nonni. È normale che le retribuzioni dei lavoratori più anziani siano più alte rispetto a quelle dei giovani: l’esperienza fa la sua parte, così come il sistema tramite cui si stabiliscono le paghe, che, soprattutto in Italia, tende a premiare chi rimane nella stessa azienda a lungo (i famosi “scatti di anzianità”).
Ma questo non significa che i giovani di oggi debbano affrontare le stesse difficoltà salariali dei loro genitori.
Emerge però spesso una narrazione distorta sulle retribuzioni: i salari bassi dei giovani vengono giustificati con la mancanza di esperienza e con la necessità di fare gavetta, come del resto avveniva per i loro genitori e i loro nonni. È normale che le retribuzioni dei lavoratori più anziani siano più alte rispetto a quelle dei giovani: l’esperienza fa la sua parte, così come il sistema tramite cui si stabiliscono le paghe, che, soprattutto in Italia, tende a premiare chi rimane nella stessa azienda a lungo (i famosi “scatti di anzianità”).
Ma questo non significa che i giovani di oggi debbano affrontare le stesse difficoltà salariali dei loro genitori.