Il 18 giugno, durante una manifestazione organizzata in Piazza dei Santi Apostoli a Roma, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha criticato la riforma costituzionale del premierato, approvata lo stesso giorno dal Senato, e il disegno di legge sull’autonomia differenziata, approvata definitivamente dalla Camera nella notte del 19 giugno. Secondo Schlein, la legge che stabilisce le nuove regole per dare più poteri alle regioni su singole materie rischiano di creare nuove disuguaglianze territoriali tra i cittadini, per esempio nell’accesso alle cure sanitarie. «Noi non accettiamo che un bambino nato a Reggio Calabria abbia un’aspettativa di vita di 5 anni in meno di un bambino nato a Bologna», ha dichiarato (min. 2:58) la segretaria del PD dal palco della manifestazione.
Senza entrare nel dibattito sui pro e sui contro della nuova legge sull’autonomia differenziata, la statistica citata da Schlein è corretta o no? Abbiamo verificato.
A fine marzo Istat ha pubblicato i dati più aggiornati sugli indicatori demografici in Italia. Tra questi c’è la “speranza di vita alla nascita”, chiamata anche “aspettativa di vita”, che indica «il numero medio di anni che una persona può contare di vivere dalla nascita nell’ipotesi in cui, nel corso della propria esistenza, fosse sottoposta ai rischi di mortalità per età che hanno caratterizzato l’anno di osservazione».
Secondo Istat, nel 2023 la speranza di vita degli uomini in Italia era pari a 81,1 anni, mentre quella delle donne a 85,2 anni. Come mostra il grafico, negli ultimi cinquant’anni la speranza di vita è costantemente aumentata, salvo rare eccezioni. La più notevole è quella del 2020, dove la pandemia di Covid-19 ha fatto scendere l’aspettativa di vita in Italia. Nel 2023 l’indicatore degli uomini è tornato ai livelli precedenti alla pandemia, mentre quello delle donne resta ancora di poco inferiore.
Senza entrare nel dibattito sui pro e sui contro della nuova legge sull’autonomia differenziata, la statistica citata da Schlein è corretta o no? Abbiamo verificato.
A fine marzo Istat ha pubblicato i dati più aggiornati sugli indicatori demografici in Italia. Tra questi c’è la “speranza di vita alla nascita”, chiamata anche “aspettativa di vita”, che indica «il numero medio di anni che una persona può contare di vivere dalla nascita nell’ipotesi in cui, nel corso della propria esistenza, fosse sottoposta ai rischi di mortalità per età che hanno caratterizzato l’anno di osservazione».
Secondo Istat, nel 2023 la speranza di vita degli uomini in Italia era pari a 81,1 anni, mentre quella delle donne a 85,2 anni. Come mostra il grafico, negli ultimi cinquant’anni la speranza di vita è costantemente aumentata, salvo rare eccezioni. La più notevole è quella del 2020, dove la pandemia di Covid-19 ha fatto scendere l’aspettativa di vita in Italia. Nel 2023 l’indicatore degli uomini è tornato ai livelli precedenti alla pandemia, mentre quello delle donne resta ancora di poco inferiore.