La crescita dell’Italia resta tra le più basse dell’Ue, secondo la Commissione

Nel 2025 il PIL italiano salirà dello 0,7 per cento: solo quattro Paesi faranno peggio
ANSA/ETTORE FERRARI
ANSA/ETTORE FERRARI
Nel 2025 il Prodotto interno lordo (PIL) dell’Italia crescerà dello 0,7 per cento rispetto al 2024: questa è la quinta percentuale di crescita più bassa tra i 27 Paesi dell’Unione europea. È quanto emerge dalle nuove previsioni economiche della Commissione europea, pubblicate il 19 maggio.  

Secondo le stime, quest’anno soltanto quattro Paesi registreranno una crescita inferiore a quella italiana: Austria (-0,3 per cento), Germania (+0 per cento), Lettonia (+0,5 per cento) e Francia (+0,6 per cento). All’opposto, i Paesi che nel 2025 cresceranno di più saranno Malta (+4,1 per cento), Danimarca (+3,6 per cento) e Irlanda (+3,4 per cento). La Spagna, invece, crescerà del 2,6 per cento, mantenendo un ritmo di crescita superiore alla media europea.
La crescita dell’Italia sarà sostenuta soprattutto dalla domanda interna, in particolare dagli investimenti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Secondo le previsioni della Commissione Ue, la crescita dei consumi privati sarà favorita dai salari in ripresa e dall’aumento dell’occupazione, anche se rallenteranno rispetto agli anni precedenti.

Nel 2026 il PIL italiano beneficerà di un’ulteriore crescita degli investimenti pubblici, mentre l’effetto negativo dei dazi statunitensi sulle esportazioni sarà più visibile. Il commercio estero continuerà a pesare sulla crescita, anche se la diversificazione dei mercati dovrebbe attenuare in parte gli effetti delle barriere tariffarie. 

La crescita dell’inflazione in Italia resterà sotto il 2 per cento nel 2025 e scenderà all’1,5 per cento nel 2026. Il deficit pubblico italiano – ossia la differenza negativa tra quanto lo Stato incassa e spende – è previsto in calo: dal 3,4 per cento del PIL nel 2024 al 3,3 nel 2025 e al 2,9 nel 2026. Il debito pubblico, invece, continuerà a salire, dal 135,3 per cento del PIL nel 2024 fino al 138,2 per cento nel 2026, spinto anche dai crediti fiscali del Superbonus. Secondo la Commissione Ue, questi effetti continuano a riflettere l’impatto dei bonus edilizi varati dal secondo governo Conte nel 2020 e confermati dai governi successivi.

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Il quadro europeo

Guardando al contesto generale, la Commissione europea prevede che nel 2025 il PIL crescerà dell’1,1 per cento nell’intera Unione europea e dello 0,9 per cento nell’area euro, confermando i livelli di crescita del 2024. Rispetto alle previsioni pubblicate lo scorso autunno, però, la Commissione Ue ha fatto una revisione al ribasso, causata in buona parte dall’aumento dei dazi commerciali decisi dagli Stati Uniti e dal clima di incertezza che ne è seguito. I dazi sono stati poi sospesi ad aprile, ma il loro impatto ha già inciso sulle aspettative di investimento e sul commercio internazionale.

Per quest’anno, la Commissione prevede che la domanda interna resterà il principale motore della crescita, anche se le esportazioni subiranno un freno a causa del rallentamento della domanda globale e della perdita di competitività delle imprese europee. La crescita dell’occupazione continuerà ma a ritmi più contenuti: si stima un aumento dell’1 per cento nel biennio 2025-2026, pari a circa 2 milioni di nuovi occupati.

La crescita dovrebbe rafforzarsi nel 2026, raggiungendo l’1,5 per cento nell’Ue e l’1,4 per cento nell’area euro, spinta dai consumi e dalla ripresa degli investimenti. L’inflazione è prevista in calo: nell’area euro passerà dal 2,4 per cento del 2024 al 2,1 nel 2025 e all’1,7 nel 2026, mentre nell’Ue nel suo complesso scenderà all’1,9 per cento. Secondo la Commissione Ue, il calo dei prezzi dell’energia, l’aumento del valore dell’euro e la debole domanda globale contribuiranno a raffreddare le pressioni inflazionistiche.
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