Nelle scorse settimane è stata criticata da più parti la risoluzione, approvata in Commissione Cultura del Senato con i voti dei partiti di maggioranza, che impegna il governo Meloni a modificare il divieto di pubblicità delle scommesse e dei giochi d’azzardo, introdotto nel 2018. Secondo i partiti all’opposizione, l’eliminazione del divieto indebolirebbe il contrasto alla ludopatia.
Uno sviluppo degli ultimi giorni, però, potrebbe portare un alleato inaspettato a favore dell’eliminazione del divieto, difesa da vari esponenti del governo. Stiamo parlando della Corte di giustizia dell’Unione europea, criticata spesso in passato proprio dai partiti che ora sono al governo per alcune sue sentenze.
In breve: una recente pronuncia della Corte di giustizia dell’Ue ha ribadito alcuni paletti, trascurati negli ultimi anni, per le norme che vietino la pubblicità dei giochi d’azzardo nei Paesi Ue, e quindi anche in Italia, rafforzando la posizione di chi vuole modificare il divieto entrato in vigore sette anni fa (sebbene sia costantemente aggirato).
Ma procediamo con ordine, vista la complessità della materia.
Uno sviluppo degli ultimi giorni, però, potrebbe portare un alleato inaspettato a favore dell’eliminazione del divieto, difesa da vari esponenti del governo. Stiamo parlando della Corte di giustizia dell’Unione europea, criticata spesso in passato proprio dai partiti che ora sono al governo per alcune sue sentenze.
In breve: una recente pronuncia della Corte di giustizia dell’Ue ha ribadito alcuni paletti, trascurati negli ultimi anni, per le norme che vietino la pubblicità dei giochi d’azzardo nei Paesi Ue, e quindi anche in Italia, rafforzando la posizione di chi vuole modificare il divieto entrato in vigore sette anni fa (sebbene sia costantemente aggirato).
Ma procediamo con ordine, vista la complessità della materia.