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Negli ultimi giorni la Lega e il Partito radicale, i due principali promotori dei referendum sulla giustizia, hanno denunciato più volte il poco spazio dato dai mezzi di informazione sul voto referendario del 12 giugno. Il 31 maggio l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), l’autorità indipendente che si occupa della regolamentazione in ambito comunicativa, ha evidenziato una critica simile, richiamando la «Rai e tutti i fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici» a garantire «un’adeguata copertura informativa» sui referendum, rispettando l’imparzialità nei confronti dei favorevoli e dei contrari.
Abbiamo analizzato che cosa dicono i numeri più recenti e, rispetto al passato, è vero che la tv – il principale mezzo di informazione nel nostro Paese – ha dedicato meno spazio ai referendum. Le cause dello scarso interesse sui referendum sono diverse e riguardano, tra gli altri, anche la politica e i partiti.
Negli ultimi giorni la Lega e il Partito radicale, i due principali promotori dei referendum sulla giustizia, hanno denunciato più volte il poco spazio dato dai mezzi di informazione sul voto referendario del 12 giugno. Il 31 maggio l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), l’autorità indipendente che si occupa della regolamentazione in ambito comunicativa, ha evidenziato una critica simile, richiamando la «Rai e tutti i fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici» a garantire «un’adeguata copertura informativa» sui referendum, rispettando l’imparzialità nei confronti dei favorevoli e dei contrari.
Abbiamo analizzato che cosa dicono i numeri più recenti e, rispetto al passato, è vero che la tv – il principale mezzo di informazione nel nostro Paese – ha dedicato meno spazio ai referendum. Le cause dello scarso interesse sui referendum sono diverse e riguardano, tra gli altri, anche la politica e i partiti.