Tutto quello che non sappiamo sui consiglieri dei ministri

Solo i siti istituzionali di nove ministeri su 24 riportano informazioni complete su questi incarichi, mentre negli altri casi c’è poca trasparenza
Ansa
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Aggiornamento martedì 17 settembre, ore 13 – Dopo l’uscita di questo articolo, il Ministero dell’Università e della Ricerca ci ha fornito le informazioni richieste. Al ministero sono presenti 13 consiglieri, con compensi che vanno dai 10 mila euro annui lordi ai 75 mila euro annui lordi, sei sono a titolo gratuito.

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Il caso che ha coinvolto l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia ha puntato i riflettori su una figura defilata del nostro apparato politico e amministrativo: quella del consigliere dei ministri. Che cosa fanno questi consiglieri e chi può ambire a questo ruolo? Quanto dura il loro incarico, a quanto ammonta il loro stipendio e quanti sono, a oggi, tutti i consiglieri ministeriali nel governo Meloni? 

In base alle verifiche di Pagella Politica, rispondere a queste domande è tutt’altro che semplice: solo per nove ministri sui 24 totali, infatti, le informazioni sui consiglieri sono facilmente reperibili sui siti istituzionali. Per altri 13 la lista dei consiglieri ci è stata fornita dai ministeri e dai dipartimenti di riferimento, mentre per i restanti due, nonostante le nostre richieste, le informazioni rimangono parziali e lacunose.

Il ruolo del consigliere

Partiamo con il chiarire che cosa fa il consigliere di un ministro e come viene nominato. In breve, come specifica anche una pagina dedicata sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, i consiglieri «hanno compiti di collaborazione, consulenza e assistenza nell’esercizio delle funzioni del ministro». Sono quindi persone ritenute esperte in determinate materie a cui il ministro può rivolgersi per avere supporto durante la sua attività istituzionale. L’esempio più comune è il consigliere diplomatico, una figura che ha il compito di aiutare il ministro nelle relazioni internazionali, e che per questo è presente in tutti i ministeri, potendo spesso contare su un ufficio e una struttura a lui dedicata (come nel caso del Ministero della Difesa). 

Oltre al consigliere diplomatico, i ministri possono nominare altri consiglieri, il cui numero può essere stabilito per legge. Per esempio, un decreto del presidente del Consiglio di marzo 2024 ha stabilito che, oltre al portavoce e al consigliere diplomatico, il ministro della Cultura può chiamare a collaborare «fino a 15 consiglieri, nonché fino a ulteriori 15 consiglieri a titolo gratuito», scelti tra «esperti di particolare professionalità e specializzazione nelle materie di competenza del ministero e in quelle giuridico-amministrative ed economiche». Tra gli esperti di «particolare professionalità» individuati dall’ex ministro Sangiuliano c’è la direttrice d’orchestra Beatrice Venezi, nominata a novembre 2022 consigliera del ministro “per la musica”, a cui spetta una retribuzione di 30 mila euro lordi l’anno. Al Ministero della Cultura ci sono anche consiglieri a titolo gratuito, come il noto paroliere Giulio Rapetti, in arte Mogol, che è stato nominato consigliere “per la cultura popolare” da Sangiuliano a gennaio 2023. Tra i consiglieri non pagati sarebbe dovuta rientrare proprio Boccia, la cui nomina a consigliera per i “grandi eventi” è stata però più volte smentita dall’ex ministro Sangiuliano.

Inoltre una legge del 2013 obbliga le pubbliche amministrazioni — quindi anche i ministeri e la Presidenza del Consiglio — a pubblicare tutti i dati relativi all’incarico dei collaboratori e dei consulenti, includendo i compensi. Il fatto che tra le informazioni necessarie ci sia il trattamento economico di questi consulenti ha creato più di un problema riguardo la pubblicazione dei decreti di nomina dei consiglieri, come vedremo più avanti.

Una semplice domanda

Il governo è formato da 15 ministeri, ognuno con a capo un ministro, a cui si aggiungono altri nove ministri “senza portafoglio”, che svolgono funzioni delegate dalla Presidenza del Consiglio e in quasi tutti i casi sono organizzati in dipartimenti. 

Sui siti dei 24 ministeri e dipartimenti che formano il governo le informazioni sui consiglieri ministeriali sono facilmente accessibili solo in nove casi: Ministero degli Esteri, dell’Interno, dell’Economia e delle Finanze, della Giustizia, dei Trasporti, dell’Agricoltura, dell’Istruzione, del Turismo e della Cultura. Per alcuni di questi ministeri, le informazioni sono disponibili direttamente nelle sezioni dei siti riguardanti lo staff e i collaboratori, per altri è possibile effettuare una ricerca per incarico o per nome. In ogni caso, queste informazioni sono reperibili da tutti i cittadini in pochi passaggi.

Per gli altri 15 ministeri il discorso è diverso, dato che le informazioni disponibili sono o incomplete o meno facilmente accessibili: per esempio in alcuni casi manca il compenso dei consiglieri, in altri la durata dell’incarico, in altri ancora non sono chiari i ruoli. Per questo abbiamo contattato le strutture amministrative di questi ministeri e abbiamo posto loro una semplice domanda: quanti sono i consiglieri del vostro ministro? Avere una risposta soddisfacente non è stato altrettanto semplice. 

Dopo le risposte dei ministeri e dei dipartimenti, siamo riusciti a ricostruire la lista dei consiglieri di 22 ministri sui 24 totali, ma rimangono dubbi sul Ministero dell’Università e della Ricerca e sul Ministero della Difesa. Discorso a parte vale per i consiglieri dei ministri senza portafoglio, che non hanno alle spalle una struttura ministeriale apposita e sono insediati negli uffici della presidenza del Consiglio dei ministri. Le informazioni relative ai loro ministri non sono disponibili sui siti dei singoli dipartimenti, dove al massimo sono presenti i nomi dei consiglieri o il loro numero totale (senza riferimenti al trattamento economico), ma sono inserite in una tabella scaricabile nella sezione “Amministrazione trasparente” della presidenza del Consiglio.

Al di là di queste osservazioni, numeri e informazioni disponibili alla mano, vediamo quanti sono e quanto guadagnano i consiglieri dei ministri del governo Meloni di cui si ha notizia.

Quanti sono e quanto guadagnano i consiglieri?

A causa della mancanza di trasparenza non è possibile stabilire con certezza quanti siano i consiglieri dei ministri del governo Meloni. Secondo i dati a nostra disposizione, i consiglieri sono almeno 155. Anche se non tutti percepiscono uno stipendio per le loro attività (almeno 63 sono a “titolo gratuito”), i consiglieri dei ministri possono svolgere un ruolo di primo piano e delicato, visto che – come ha evidenziato il caso Sangiuliano-Boccia – partecipano a riunioni con il ministro e hanno accesso a dossier e luoghi riservati.

Secondo le verifiche di Pagella Politica, il ministro che può contare sull’aiuto di più consiglieri è proprio il ministro della Cultura, che ha a disposizione 20 consiglieri. Tra i nomi noti, oltre ai già citati Venezi e Mogol, fino a giugno 2023 c’era anche quello di Francesco Giubilei, editore della rivista di destra Nazione Futura spesso ospite dei talk show politici, che era stato nominato da Sangiuliano consigliere “per la promozione della cultura tra i giovani”. Per questo incarico Giubilei percepiva 40 mila euro lordi annui, ma si è poi dimesso.

Analizzando il trattamento economico di tutti i consiglieri dei vari ministri emerge che, per quelli per cui è stabilito un compenso, la cifra può essere variabile. Per esempio si va dai 4.500 euro annui lordi di Pierluigi Trombetta, consigliere diplomatico del ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ai 125 mila di Vincenzo Maria Nigro, ex giornalista di la Repubblica nominato dal Ministero degli Esteri consigliere “per tutti gli aspetti legati alla comunicazione, nonché alle relazioni con i media e con i soggetti istituzionali”. 

Tra i consiglieri che guadagnano di più c’è anche Augusto Massari, consigliere diplomatico del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che percepisce quasi 98 mila euro lordi all’anno. A questo compenso si aggiunge — stando a quanto è scritto nella tabella — un eventuale trattamento economico “accessorio” di 93 mila euro, cioè un compenso corrisposto tenendo in considerazione «responsabilità», «obblighi di reperibilità e di disponibilità a orari disagevoli», quindi una sorta di compenso per il lavoro straordinario. Tra i ministri senza portafoglio invece la consigliera più pagata è Caterina Mercurio, consigliera giuridica della ministra per le Riforme istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati: per la sua assistenza Mercurio riceve 70 mila euro di “retribuzione di posizione”, cui potrebbero aggiungersi altri 70 mila euro di “indennità”. Per le retribuzioni di questi ultimi due consiglieri il condizionale è d’obbligo: nonostante le ricerche infatti non è chiaro se Massari e Mercurio lo scorso anno abbiano usufruito o meno del “trattamento accessorio” e della “indennità”.

Il ministro con la più alta percentuale di consiglieri a titolo gratuito è Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, che conta nove consiglieri su nove a titolo gratuito. Ci sono anche ministri, come quello della Giustizia Nordio, che non prevedono nessun consigliere a titolo gratuito. Un caso singolare è rappresentato dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, che ha otto consiglieri giuridici, tutti stipendiati tra i 20 mila e i 48 mila euro lordi annui. Il numero è superiore a quello di tutti gli altri ministri, che non hanno mai più di quattro consiglieri giuridici a testa.

Come detto, siamo riusciti a ricostruire un quadro più o meno completo dei consiglieri di 22 ministri su 24, mentre per i restanti due rimangono dei dubbi sul loro numero ed eventuale trattamento economico.

I dati che non abbiamo

I dubbi maggiori sono emersi quando abbiamo cercato di capire la situazione dei consiglieri al Ministero dell’Università e della Ricerca e al Ministero della Difesa. 

In particolare, sul sito del Ministero dell’Università e della Ricerca è riportata la nomina di un solo consigliere, Lamberto Maria Moruzzi, con il ruolo di consigliere diplomatico, ma non sono disponibili né informazioni sulla durata del suo incarico né sul suo trattamento economico. Sul sito sono segnate solo alcune spese di viaggio sostenute da questo consigliere relative al 2023, pagate con soldi pubblici per un totale di circa 5 mila euro.

Abbiamo contattato il Ministero dell’Università e della Ricerca per avere maggiori informazioni, ma al momento della pubblicazione di questo articolo non abbiamo ricevuto ancora risposta.

Il caso della Difesa

L’ultimo dubbio riguarda il Ministero della Difesa. Sul sito del ministero si legge che i consiglieri di Guido Crosetto sono due: il consigliere diplomatico Guido De Sanctis e il consigliere giuridico Michele Corradino, ma per nessuno dei due sono specificati il trattamento economico e la durata dell’incarico. Sui due consiglieri non ci sono informazioni nemmeno nella sezione del sito ministeriale dedicata all’amministrazione trasparente.

Sul sito del Ministero degli Esteri è presente un elenco con i nomi di alcuni consiglieri diplomatici dei vari ministeri. Confrontando quell’elenco con quello presente sul sito del Ministero della Difesa si nota che non tutti i nomi coincidono: il consigliere Corradino non c’è nell’elenco stilato dal Ministero degli Esteri, mentre sono presenti altri due consiglieri, Emanuele Farruggia e Michele Esposito, entrambi consiglieri per gli Affari internazionali del Ministero della Difesa. Anche per questi due nomi, però, non ci sono informazioni pubblicamente disponibili sull’eventuale trattamento economico. Il Ministero della Difesa ha spiegato a Pagella Politica che Farruggia ed Esposito sono consiglieri «non direttamente selezionati dal Ministero della Difesa» e che per questo motivo le informazioni a riguardo non compaiono sul sito del ministero.

Tra le varie ricerche è emerso anche il nome del tenente colonnello Gianfranco Paglia, nominato proprio da Crosetto a novembre 2022. Paglia collabora con il ministro nell’organizzazione delle “iniziative volte a valorizzare, in ambito sportivo, il personale militare affetto da disabilità”, ed è noto per aver criticato nei mesi scorsi alcune dichiarazioni del generale Roberto Vannacci, parlamentare europeo della Lega. Il nome di Paglia non è inserito nell’elenco in cui sono presenti De Sanctis e Corradino e non è chiaro se la sua carica di consigliere includa o meno un trattamento economico aggiuntivo.

La scarsa trasparenza del ministero guidato da Crosetto in materia di consiglieri è già stata segnalata in passato. A giugno 2023, in un’interrogazione parlamentare, il deputato del Movimento 5 Stelle Pasqualino Penza ha chiesto al ministro Crosetto informazioni sul numero di consiglieri a sua disposizione, di quali temi si occupavano, se erano militari in servizio e se avevano diritto o meno a un trattamento economico. Quasi due mesi dopo, ad agosto 2023, Crosetto ha risposto a Penza dichiarando di avere sette consiglieri, tutti a titolo gratuito, ma senza specificarne i nomi.

A settembre 2023 il quotidiano Domani ha contattato il ministero per chiedergli come mai, a distanza di mesi dall’interrogazione parlamentare, i nomi di questi consiglieri non comparissero sul sito del ministero: «Non sono presenti sul sito del ministero perché non sono consulenti o collaboratori, ma consiglieri a titolo gratuito, quindi non c’è obbligo di pubblicità», aveva risposto il ministero al giornalista. 

Come abbiamo visto, però, le pubbliche amministrazioni sono tenute a pubblicare tutte le informazioni relative a incarichi di collaborazione e consulenza, anche se a titolo gratuito. Insomma, nonostante la vicenda Sangiuliano-Boccia abbia portato l’attenzione dei media sulla figura dei consiglieri ministeriali, da parte dei ministeri non c’è assoluta trasparenza sulle nomine di queste figure, sulle loro attività al servizio delle istituzioni e sui loro eventuali compensi economici.

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