Caso Orlandi e periferie: le due nuove commissioni di inchiesta approvate dalla Camera

Quella sul «degrado» delle città è monocamerale, mentre quella sulla scomparsa della ragazza che viveva nella Città del Vaticano è una bicamerale: ora dovrà passare dal Senato per l’approvazione definitiva
Ansa
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Giovedì 23 marzo la Camera ha approvato due proposte di legge per istituire due commissioni parlamentari d’inchiesta: una bicamerale sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, che ora dovrà passare al Senato per diventare legge, e l’altra sulle condizioni di sicurezza e «sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie», che è una commissione monocamerale e quindi è da considerarsi definitivamente approvata.

Le commissioni d’inchiesta parlamentare sono organi interni della Camera e del Senato, previsti dall’articolo 82 della Costituzione, che si occupano di approfondire questioni di pubblico interesse e indagano con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria. Per costituire una commissione d’inchiesta, il Parlamento deve per l’appunto approvare una progetto di legge dove vengono precisati gli scopi, la composizione, i poteri, l’organizzazione interna e il tetto di spese per il funzionamento.

La commissione su Emanuela Orlandi e Mirella Gregori

Emanuela Orlandi e Mirella Gregori sono due ragazze di 15 anni scomparse a Roma in circostanze diverse nel 1983 e mai più ritrovate. Il testo sull’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla loro scomparsa è frutto dell’unione di cinque proposte presentate alla Camera sullo stesso tema: una a firma del gruppo del Movimento 5 stelle (che ha assorbito gli altri testi), una del gruppo di Azione-Italia viva, due del Partito democratico e una di Alleanza Verdi-Sinistra

La Camera ha approvato il testo all’unanimità con 245 voti a favore, tributando anche un grande applauso ai familiari delle due ragazze, presenti in aula. «Le scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori appartengono al ricco bouquet di fiori neri della Repubblica, a quei misteri che ne hanno condizionato il cammino, contribuendo non poco ad alimentare la sfiducia diffusa nelle istituzioni», ha dichiarato intervenendo in aula il deputato Roberto Morassut, primo firmatario delle proposte presentate dal Partito democratico. La scomparsa di Orlandi rappresenta uno dei casi di cronaca più celebri della storia italiana: la ragazza infatti abitava nello Stato Vaticano e le indagini sulla sua scomparsa implicarono il Papa, i servizi segreti italiani e la banda della Magliana. 

Secondo il testo della proposta, la commissione avrà il compito di ricostruire e analizzare la dinamica della scomparsa di Orlandi e Gregori, esaminare il materiale acquisito attraverso le inchieste e verificare i fatti che possano avere costituito ostacolo alla ricostruzione di quanto accaduto. Della commissione faranno parte 20 senatori e 20 deputati, di cui almeno uno di ogni gruppo parlamentare. Il costo della commissione sarà di 50 mila euro annui, divise tra il bilancio della Camera e del Senato per il resto della legislatura.

La commissione sul degrado delle città

Il testo sull’istituzione di una commissione sul degrado delle città è invece stato unificato a partire da sei proposte presentate alla Camera: una di Forza Italia, una di Alleanza Verdi-Sinistra, una del Partito democratico, una del Movimento 5 stelle, una di Noi moderati e una di Fratelli d’Italia. Questa commissione, approvata dalla Commissione Affari costituzionali della Camera il 16 marzo, è un organo monocamerale che sarà composto da 20 deputati, di cui almeno uno per ogni gruppo parlamentare.

Secondo il testo della proposta, questa commissione avrà una serie di compiti, tra cui quello di accertare lo stato del degrado delle città e delle loro periferie, individuare le aree nelle quali ancora persiste il fenomeno dell’abusivismo edilizio e verificare «le connessioni tra il degrado e i fenomeni di radicalizzazione e il rischio di adesione al terrorismo di matrice religiosa fondamentalista». Tra novembre 2016 e dicembre 2017 è già stata attiva una commissione con lo stesso nome: le attività e gli studi di questo organo parlamentare sono stati poi riassunti nella relazione finale sui lavori della commissione, presentata a dicembre 2017 proprio da Morassut. Le spese per questa commissione saranno di 50 mila euro annui e saranno a carico del bilancio della Camera.

Il 22 marzo la Camera aveva approvato all’unanimità l’istituzione di un’altra commissione d’inchiesta, questa volta sulla morte di David Rossi, il capo della comunicazione della banca Monte dei Paschi di Siena trovato morto nel marzo 2013 sotto una finestra del suo ufficio. Con queste, le commissioni d’inchiesta parlamentare attualmente attive diventano quindi cinque, dopo quella sulla mafia istituita il 1° marzo e quella sul femminicidio, istituita il 1° febbraio.

Come abbiamo spiegato in passato, nella storia repubblicana la maggior parte delle commissioni d’inchiesta non ha dato grandi risultati, fatta eccezione per alcuni casi, come quello della commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2, presieduta da Tina Anselmi, che contribuì a far luce su quell’organizzazione eversiva, e quella sulla mafia del 1962, che per l’appunto è stata istituita nuovamente in questa legislatura.

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