A più di una settimana dalle alluvioni che hanno colpito parte dell’Emilia-Romagna, causando la morte di almeno 15 persone e migliaia di sfollati, il governo Meloni è al lavoro per contrastare l’emergenza e contenere i danni. Oltre ai fondi da stanziare per aiutare le famiglie e le imprese danneggiate dalle alluvioni, il governo e i partiti di opposizione stanno discutendo su chi dovrà occuparsi della ricostruzione delle zone colpite una volta terminata l’emergenza. A coordinare i lavori di ricostruzione sarà con ogni probabilità un commissario straordinario, una figura richiesta per primo dal presidente della Regione Emilia-Romagna e del Partito democratico Stefano Bonaccini. Un commissario straordinario è un ufficiale nominato dal governo che agisce in deroga alle disposizioni ordinarie e per un tempo determinato, allo scopo di far fronte a eventi straordinari attraverso poteri esecutivi speciali.
Lo stesso Bonaccini è al momento il principale candidato per questo ruolo. Spesso infatti, in caso di eventi eccezionali, il commissario straordinario viene scelto tra gli amministratori locali, vista la loro conoscenza del territorio. Il 9 maggio, per esempio, il governo ha nominato proprio Bonaccini come commissario delegato per la gestione dell’emergenza maltempo dopo le prime alluvioni che avevano colpito l’Emilia-Romagna, assegnandogli fondi per dieci milioni di euro. Il 23 maggio l’esecutivo ha poi approvato un decreto-legge con le prime misure per affrontare la nuova emergenza maltempo, con nuovi stanziamenti destinati alle zone colpite. Al momento il testo del decreto non è ancora stato pubblicato in Gazzetta ufficiale.
Per la quantità di risorse che dovranno essere gestite e per il valore politico del ruolo, non tutta la maggioranza di centrodestra è d’accordo con sulla figura di Bonaccini.
Il 24 maggio per esempio il deputato e segretario della Lega in Romagna Jacopo Morrone ha criticato l’operato di Bonaccini, affermando che «la logica vorrebbe che a riparare i danni fosse un commissario terzo, di alto profilo, estraneo alla politica e all’amministrazione regionale che ha consentito che si aggravasse il dissesto idrogeologico del territorio regionale». Lo stesso giorno il consiglio regionale dell’Emilia-Romagna ha approvato una mozione per chiedere la nomina di Bonaccini come commissario straordinario, ma i consiglieri di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno tutti votato contro. Allo stesso tempo diversi presidenti di regione di centrodestra, come quello della Liguria Giovanni Toti (Noi con l’Italia), quello del Veneto Luca Zaia (Lega) e quello della Calabria Roberto Occhiuto (Forza Italia), si sono però schierati a favore del presidente dell’Emilia-Romagna.
In ogni caso, ieri in un’informativa al Senato il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci (Fratelli d’Italia) ha detto che la nomina del commissario per la ricostruzione non è al momento in discussione. «In questi giorni sento parlare di ipotesi di nomina di un commissario straordinario, ma vi assicuro che il tema non è all’ordine del giorno perché siamo ancora nella fase della emergenza, che verrà chiusa soltanto quando la Protezione civile e la regione interessata, in questo caso l’Emilia-Romagna, avranno comunicato che non ci sono più le condizioni per mantenere lo stato di emergenza», ha detto Musumeci.
Lo stesso Bonaccini è al momento il principale candidato per questo ruolo. Spesso infatti, in caso di eventi eccezionali, il commissario straordinario viene scelto tra gli amministratori locali, vista la loro conoscenza del territorio. Il 9 maggio, per esempio, il governo ha nominato proprio Bonaccini come commissario delegato per la gestione dell’emergenza maltempo dopo le prime alluvioni che avevano colpito l’Emilia-Romagna, assegnandogli fondi per dieci milioni di euro. Il 23 maggio l’esecutivo ha poi approvato un decreto-legge con le prime misure per affrontare la nuova emergenza maltempo, con nuovi stanziamenti destinati alle zone colpite. Al momento il testo del decreto non è ancora stato pubblicato in Gazzetta ufficiale.
Per la quantità di risorse che dovranno essere gestite e per il valore politico del ruolo, non tutta la maggioranza di centrodestra è d’accordo con sulla figura di Bonaccini.
Il 24 maggio per esempio il deputato e segretario della Lega in Romagna Jacopo Morrone ha criticato l’operato di Bonaccini, affermando che «la logica vorrebbe che a riparare i danni fosse un commissario terzo, di alto profilo, estraneo alla politica e all’amministrazione regionale che ha consentito che si aggravasse il dissesto idrogeologico del territorio regionale». Lo stesso giorno il consiglio regionale dell’Emilia-Romagna ha approvato una mozione per chiedere la nomina di Bonaccini come commissario straordinario, ma i consiglieri di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno tutti votato contro. Allo stesso tempo diversi presidenti di regione di centrodestra, come quello della Liguria Giovanni Toti (Noi con l’Italia), quello del Veneto Luca Zaia (Lega) e quello della Calabria Roberto Occhiuto (Forza Italia), si sono però schierati a favore del presidente dell’Emilia-Romagna.
In ogni caso, ieri in un’informativa al Senato il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci (Fratelli d’Italia) ha detto che la nomina del commissario per la ricostruzione non è al momento in discussione. «In questi giorni sento parlare di ipotesi di nomina di un commissario straordinario, ma vi assicuro che il tema non è all’ordine del giorno perché siamo ancora nella fase della emergenza, che verrà chiusa soltanto quando la Protezione civile e la regione interessata, in questo caso l’Emilia-Romagna, avranno comunicato che non ci sono più le condizioni per mantenere lo stato di emergenza», ha detto Musumeci.