Chi governa in Vaticano e nella Santa Sede

Che sono due entità diverse: dal Papa alla Segreteria di Stato, passando per il Governatorato, come funziona il potere nello Stato più piccolo del mondo
ANSA
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Con la morte di Papa Francesco si è aperta una fase di transizione per la Chiesa cattolica. L’attenzione è rivolta al prossimo Conclave, ma nel frattempo – durante la sede vacante – resta la domanda: ora chi prende le decisioni? E, più in generale, come funziona il potere nella Santa Sede e in Vaticano?

I termini “Santa Sede” e “Vaticano” sono spesso usati come sinonimi, ma indicano realtà diverse. Dietro il piccolo Stato circondato da Roma c’è una struttura articolata, composta da uffici, commissioni, dicasteri e altri organismi che non seguono lo schema di un governo tradizionale.

Le differenze tra Santa Sede e Vaticano

Dal 1929, anno in cui furono firmati i Patti Lateranensi tra il Regno d’Italia e la Santa Sede, esistono due entità distinte: la Santa Sede, che è il centro di governo della Chiesa cattolica, e la Città del Vaticano, che è uno Stato sovrano a tutti gli effetti.

In base al Codice di diritto canonico – l’insieme delle leggi che regolano la vita interna della Chiesa cattolica – la Santa Sede (chiamata anche “Sede apostolica”) è composta dal Papa e dagli uffici che amministrano la Chiesa. Esiste da secoli, è riconosciuta come soggetto di diritto internazionale, ha relazioni diplomatiche con oltre 180 Paesi, partecipa a conferenze e negoziati multilaterali, e firma accordi internazionali. Per questo motivo, è la Santa Sede – e non il Vaticano – ad avere ambasciatori (chiamati “nunzi apostolici”) e a essere rappresentata alle Nazioni Unite come osservatore.

Lo Stato della Città del Vaticano, invece, ha una funzione diversa. È stato creato per garantire alla Santa Sede l’indipendenza e la sovranità necessarie per esercitare liberamente la propria missione. Occupa un’area di circa 44 ettari nel centro di Roma (la più piccola al mondo, pari a un quarto della superficie del Principato di Monaco), racchiusa da mura e accessibile da alcuni ingressi, dove vivono meno di mille persone.
Dal punto di vista pratico, la distinzione tra le due entità si riflette anche nei documenti ufficiali. Per esempio, un accordo internazionale è firmato dalla Santa Sede, mentre le normative interne – che riguardano il traffico o la sicurezza – sono emesse dallo Stato della Città del Vaticano.

Curiosità: la cittadinanza vaticana non si acquisisce per nascita, ma è legata esclusivamente alla funzione svolta all’interno dello Stato. Per esempio, la ottengono i cardinali residenti a Roma o in Vaticano, e coloro che vi risiedono stabilmente per ragioni di ufficio, carica o impiego, con l’autorizzazione delle autorità competenti. È quindi una cittadinanza funzionale e temporanea, che si perde con la cessazione dell’incarico o dell’autorizzazione alla residenza.

Il governo della Santa Sede

A capo della Santa Sede c’è il Papa: tutte le decisioni fondamentali passano da lui, e non esistono contropoteri o meccanismi di controllo come nei sistemi democratici. Può modificare norme, nominare o rimuovere i responsabili dei vari uffici e decidere la linea politica, dottrinale e amministrativa della Chiesa. Le sue decisioni possono essere formalizzate attraverso diversi tipi di atti, tra cui le bolle, le costituzioni apostoliche e i motu proprio.

Per esercitare queste funzioni, il Papa si serve della Curia romana, l’insieme degli uffici che lo assistono nel governo della Chiesa. Il più importante tra questi è la Segreteria di Stato, che coordina l’attività della Curia e cura i rapporti diplomatici della Santa Sede. La sua origine risale al XV secolo, ma ha assunto l’attuale configurazione solo nel XX secolo, attraverso una serie di riforme, l’ultima voluta proprio da Papa Francesco ed entrata in vigore nel 2022. A capo della Segreteria c’è il segretario di Stato (dal 2013 è il cardinale Pietro Parolin), considerato il principale collaboratore del Papa. È una figura centrale anche nell’attività diplomatica e può rappresentare direttamente il pontefice. Pur non essendo formalmente un capo di governo, per prestigio e potere decisionale è spesso paragonato a un primo ministro e a un ministro degli Esteri.
Il segretario di Stato Pietro Parolin – Foto: ANSA
Il segretario di Stato Pietro Parolin – Foto: ANSA
La Segreteria di Stato è divisa in tre sezioni. La prima è la Sezione per gli Affari generali, che gestisce l’attività quotidiana del Papa, i documenti ufficiali, le comunicazioni interne e le nomine. Questa sezione è presieduta dal sostituto per gli Affari generali (in passato questo ruolo è stato ricoperto dal cardinale Angelo Becciu, condannato nel 2023 in primo grado per peculato, la cui partecipazione al Conclave è ancora incerta). La seconda è la Sezione per i Rapporti con gli Stati, che si occupa della diplomazia della Chiesa: segue i rapporti bilaterali, le questioni internazionali e i negoziati multilaterali. La terza è la Sezione per il Personale diplomatico, che cura la formazione e la gestione dei nunzi apostolici.

Accanto alla Segreteria di Stato ci sono i dicasteri, che sono gli altri uffici centrali della Curia e sono spesso paragonati ai ministeri. Ciascun dicastero – in totale sono 16 – ha competenze specifiche: per esempio, c’è quello per la Dottrina della fede, quello per i Vescovi, quello per la Cultura e così via.

Fa parte della Curia romana anche il camerlengo, il cardinale che dopo la morte di un Papa ha il compito di amministrare i beni della Santa Sede e di vigilare sul loro stato, in attesa dell’elezione del nuovo Papa. È una figura centrale nella gestione della transizione e agisce in coordinamento con altri organismi economici e amministrativi (attualmente, il camerlengo è Kevin Joseph Farrell). 

Oltre agli uffici della Curia, ci sono due organismi che svolgono un ruolo rilevante nel governo della Chiesa, anche se non esercitano un potere esecutivo: il Collegio cardinalizio e il Sinodo dei Vescovi. Il Collegio cardinalizio è composto da tutti i cardinali della Chiesa (al momento sono 252): la sua funzione principale è eleggere il Papa in occasione del Conclave (i “cardinali elettori”, con meno di 80 anni, sono 135), ma viene anche convocato per consultazioni su questioni di particolare rilievo. È presieduto dal decano del Collegio cardinalizio, che attualmente è Giovanni Battista Re e celebrerà i funerali di Papa Francesco (questo incarico è stato ricoperto anche da Joseph Ratzinger, che ha celebrato i funerali di Papa Giovanni Paolo II ed è stato poi eletto Papa, con il nome di Benedetto XVI). Alcuni cardinali che fanno parte del Collegio ricoprono incarichi nella Curia romana, altri guidano diocesi in varie parti del mondo.
Il cardinale decano Giovanni Battista Re – Foto: ANSA
Il cardinale decano Giovanni Battista Re – Foto: ANSA
Il Sinodo dei Vescovi, invece, è un’assemblea di vescovi provenienti da tutto il mondo che si riunisce periodicamente per discutere temi rilevanti per la vita della Chiesa. Non va confuso con la Conferenza episcopale italiana (CEI), un organismo distinto dalla Santa Sede, che riunisce tutti i vescovi delle diocesi italiane e coordina l’attività pastorale a livello nazionale (attualmente il suo presidente è il cardinale Matteo Zuppi).

Completano il governo della Santa Sede alcuni organismi specializzati in ambiti specifici, come la giustizia e l’amministrazione economica. Sul piano giudiziario, esistono diversi tribunali ecclesiastici centrali: il più noto è il Tribunale della Rota Romana, che funge da tribunale d’appello. Al vertice c’è il Supremo tribunale della Segnatura apostolica, che è il massimo organo giudiziario della Chiesa e può intervenire anche su questioni procedurali e amministrative.

Sul fronte economico, la Santa Sede dispone di vari enti che gestiscono il patrimonio e i bilanci. I più importanti sono il Consiglio per l’Economia e la Segreteria per l’Economia, incaricata di sovrintendere a tutte le attività economiche e finanziarie. Ci sono poi l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA), che gestisce i beni immobili e mobili ed è considerata la banca centrale della Santa Sede, e l’Ufficio del Revisore generale, che svolge funzioni di controllo e verifica contabile.

Il governo del Vaticano

Lo Stato della Città del Vaticano ha una struttura istituzionale distinta da quella della Santa Sede: è uno Stato sovrano, con propri organi legislativi, esecutivi e giudiziari, anche se, essendo una monarchia assoluta, il Papa ne detiene la pienezza dei poteri. In pratica, però, la gestione quotidiana è affidata ad altri soggetti.

Il potere legislativo è esercitato dalla Pontificia commissione per lo Stato della Città del Vaticano, composta da membri nominati dal Papa e presieduta dal presidente del Governatorato (attualmente è la suora Raffaella Petrini, nominata nel febbraio 2025 da Papa Francesco). La Pontificia commissione emana leggi e regolamenti, ma non è un Parlamento: non è eletta e non rappresenta la popolazione vaticana.
Suor Raffaella Petrini con Papa Francesco – Foto: ANSA
Suor Raffaella Petrini con Papa Francesco – Foto: ANSA
Il potere esecutivo è affidato al Governatorato, che è organizzato in direzioni, ognuna delle quali gestisce ambiti specifici, dalla manutenzione degli edifici alla sicurezza, dalla sanità alla gestione dei Musei Vaticani. Il presidente del Governatorato coordina i vari uffici e svolge un ruolo simile a quello di un capo di governo, seppure in un contesto molto limitato per dimensioni e competenze.

A supporto del Governatorato c’è la Segreteria generale (da non confondere con la Segreteria di Stato della Santa Sede), che cura il funzionamento amministrativo dell’intero apparato vaticano. Tra i suoi compiti ci sono la gestione del personale, la logistica, i bandi, le nomine interne e la comunicazione tra gli uffici.

Anche il Vaticano ha un proprio ordinamento giudiziario, distinto da quello della Santa Sede. La funzione giudiziaria è esercitata in nome del Papa da tre organi principali: il Tribunale, la Corte d’Appello e la Corte di Cassazione. A questi si affianca l’Ufficio del Promotore di Giustizia, che svolge le funzioni inquirenti e requirenti, cioè l’equivalente del pubblico ministero. I magistrati sono nominati dal Papa e, nell’esercizio delle loro funzioni, sono soggetti solo alla legge. Il sistema garantisce l’imparzialità dei giudici, il diritto di difesa e il contraddittorio tra le parti. Il Papa conserva il potere di intervenire in qualsiasi processo e può concedere grazia, indulto o commutare pene.

Infine, non bisogna confondere il Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano e la Guardia svizzera pontificia. Il primo è la forza di polizia del Vaticano, dipende direttamente dal Governatorato e ha compiti di sicurezza pubblica, ordine interno, controllo degli accessi, investigazione e, all’occorrenza, scorta del Papa durante gli spostamenti. La seconda, invece, è un corpo militare che dipende dalla Santa Sede: ha funzioni cerimoniali e di protezione personale del Papa. Le guardie svizzere indossano un’uniforme colorata e sono presenti soprattutto in occasioni pubbliche e solenni, ma svolgono anche compiti di vigilanza armata nei palazzi apostolici e nella residenza papale.

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