In questi giorni, dopo che alcuni agenti della polizia hanno caricato giovani manifestanti durante due cortei pro Palestina a Pisa e a Firenze, si è tornati a parlare della possibilità di introdurre i codici per identificare i membri delle forze dell’ordine quando sono in servizio.
Da almeno vent’anni questa proposta divide i partiti e il dibattito pubblico. Semplificando, da un lato c’è chi sostiene – tra cui vari partiti di centrosinistra e sinistra – che i codici identificativi siano necessari per evitare comportamenti violenti della polizia. Dall’altro lato c’è chi si oppone a questo strumento, come i principali partiti di destra e centrodestra, dicendo che potrebbe addirittura mettere a rischio le stesse forze dell’ordine.
Nelle scorse legislatura, e anche in quella attuale, in Parlamento sono state presentate varie proposte di legge su questo tema, che non hanno ottenuto finora risultati concreti.
Da almeno vent’anni questa proposta divide i partiti e il dibattito pubblico. Semplificando, da un lato c’è chi sostiene – tra cui vari partiti di centrosinistra e sinistra – che i codici identificativi siano necessari per evitare comportamenti violenti della polizia. Dall’altro lato c’è chi si oppone a questo strumento, come i principali partiti di destra e centrodestra, dicendo che potrebbe addirittura mettere a rischio le stesse forze dell’ordine.
Nelle scorse legislatura, e anche in quella attuale, in Parlamento sono state presentate varie proposte di legge su questo tema, che non hanno ottenuto finora risultati concreti.