Le regole sulla guida dopo l’uso di stupefacenti sono davvero cambiate?

Si sta parlando molto di una nuova circolare del Ministero dei Trasporti, che in realtà proprio nuova non è
Ansa
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Il 7 maggio molti giornali hanno dato la notizia di una nuova circolare, inviata alle prefetture dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che avrebbe modificato le norme sulla guida dopo l’uso di sostanze stupefacenti, introdotte dalla riforma del Codice della strada. Secondo le ricostruzioni, il ministero avrebbe specificato come le forze dell’ordine devono fare i test per trovare eventuali tracce di sostanze stupefacenti nei guidatori fermati durante i loro controlli, di fatto facendo una sorta di dietrofront.

Negli scorsi mesi, su questo tema c’erano state polemiche perché il nuovo Codice della strada punisce chi è trovato positivo a sostanze stupefacenti alla guida di un veicolo, indipendentemente dal fatto che sia in uno stato di alterazione psicofisica (com’era previsto prima della riforma). E presto sulla questione potrebbe esprimersi anche la Corte Costituzionale, che dovrà stabilire se le regole modificate dalla riforma del Codice della strada sono incostituzionali oppure no.

Ma che cos’è successo realmente? Le regole del Codice sono davvero cambiate? In breve, il ministero ha inviato una circolare alle prefetture, non nelle scorse ore, ma quasi un mese fa. Il testo del Codice non è stato modificato, sebbene la circolare potrebbe in qualche modo “alleggerire” la sua applicazione.

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Che cosa dice la circolare

L’11 aprile, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha inviato alle prefetture una circolare intitolata: “Procedure di accertamento tossicologico-forense per la verifica della condizione di guida sotto l’influenza di alcol o dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope”. Alla circolare era allegata una direttiva che spiega le modalità di esecuzione dei test tossicologici per individuare eventuali sostanze stupefacenti nella saliva dei guidatori fermati dalle forze dell’ordine. 

Come abbiamo spiegato di recente in un altro approfondimento, il documento del ministero si inserisce nel dibattito sulla costituzionalità o meno dell’articolo 187 del Codice della strada, che regola la guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti, ed è stato reso più stringente dalla riforma.

Lo scorso 8 aprile, infatti, una giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Pordenone ha accolto una richiesta della Procura e ha trasmesso alla Corte Costituzionale una questione di legittimità costituzionale dell’articolo 187. Secondo questa norma, se la saliva, il sangue o le urine di un guidatore risultano positive a sostanze stupefacenti, il guidatore può essere punito, indipendentemente dal fatto che si trovi effettivamente in uno «stato di alterazione psicofisica», come invece prevedeva il vecchio testo.

La precedente versione del Codice puniva soltanto i comportamenti che compromettevano la sicurezza stradale, partendo dal presupposto che solo l’alterazione psicofisica potesse creare pericoli. Le nuove regole, invece, puniscono chiunque abbia assunto sostanze alteranti, senza più la necessità di dimostrare che queste abbiano minato le capacità psicomotorie di un guidatore. Così facendo potrebbe essere punito anche chi ha assunto sostanze stupefacenti, come benzodiazepine o cannabis, sotto prescrizione medica.

Per questo motivo, la circolare del ministero ha chiarito che «occorre provare che la sostanza stupefacente o psicotropa sia stata assunta in un periodo di tempo prossimo alla guida del veicolo, tale da far presumere che la sostanza produca ancora i suoi effetti nell’organismo durante la guida». Inoltre, il documento ha specificato che è «importante indicare i farmaci eventualmente dichiarati dal soggetto o riportati nella certificazione medica eventualmente esibita e acquisita dagli organi accertatori attestante una terapia farmacologica». 

Su questo argomento si era espresso tempo fa lo stesso ministro Salvini che a gennaio, replicando a un articolo della Gazzetta dello Sport, aveva detto che «chi assume medicinali prescritti dal proprio dottore, seguendo le indicazioni e le dosi corrette, non ha nulla da temere» «Benzodiazepine, barbiturici, analgesici oppiacei, antistaminici e cannabis terapeutica sono sostanze che da sempre prevedono precise prescrizioni e raccomandazioni prima di mettersi alla guida. Esattamente come in passato», ha dichiarato il leader della Lega.

Quindi una novità riguardo l’applicazione dell’articolo 187 c’è stata visto che il contenuto della circolare suggerisce che le forze dell’ordine potranno usare una qualche discrezionalità nel decidere se applicare l’articolo ai guidatori che assumono medicinali con sostanze alteranti. Questo, però, rischia di portare a un’applicazione non uniforme dell’articolo 187. 

In ogni caso, non è chiaro perché la notizia di questa circolare sia stata ripresa solo il 7 maggio, parlando di “novità” nella legge che potrebbero risultare fuorvianti. Nel pomeriggio del 7 maggio lo stesso Ministero delle Infrastrutture ha specificato in una nota che non c’è «nessuna nuova circolare che contraddice le novità del Codice della strada sulla droga zero». «La direttiva che disciplina le modalità dei controlli sull’uso di stupefacenti è stata adottata l’11 aprile», ha confermato il ministero, secondo cui le precisazioni sarebbero state adottate «in piena coerenza con le nuove regole che puntano a punire chi si mette alla guida dopo aver assunto droghe e superando il concetto (soggettivo e non dimostrabile) di “stato di alterazione”». 

Su questo punto sarà decisivo il parere della Corte Costituzionale, che dovrà stabilire – come detto – se l’articolo 187 rispetta o meno i princìpi della Costituzione. Al netto del parere della Corte, fonti vicine a Salvini hanno spiegato a Pagella Politica che «nessuno intende punire qualcuno che si fuma una canna settimane prima di mettersi alla guida». «Con la circolare abbiamo solo smentito le falsità di chi non vede l’ora di attaccare Salvini e il centrodestra, e per questo motivo adesso si parla a sproposito di “dietrofront del governo”».
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