Tra Vasco e Salvini, chi ha ragione sul nuovo Codice della strada

Il cantante ha criticato le novità sulla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti e il ministro gli ha risposto. Entrambi non la raccontano giusta
Ansa
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Negli scorsi giorni c’è stato un botta e risposta tra il cantante Vasco Rossi e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini sulla riforma del Codice della strada. Il 14 dicembre, giorno in cui sono entrate in vigore le novità approvate dal Parlamento, Vasco ha criticato la riforma in un video pubblicato su Instagram. «Se avete fumato una canna anche una settimana prima, e venite fermati, potete essere arrestati immediatamente e vi viene ritirata la patente per tre anni», ha commentato sarcastico il cantante. «Questo il ministro Salvini ha deciso per il vostro bene di fare, per voi naturalmente».
Il giorno dopo Salvini ha risposto a questa critica, a margine del congresso della Lega Lombarda. «Adoro Vasco Rossi come cantante, ma vorrei che si confrontasse con i parenti di qualcuno che è morto in un incidente stradale causato da uno che guidava sotto l’effetto di stupefacenti», ha detto il segretario della Lega. Salvini ha ribadito lo stesso concetto anche durante il suo intervento alla manifestazione di Atreju, organizzata a Roma da Fratelli d’Italia, e in un post pubblicato su X. 

Poco dopo Vasco ha replicato a Salvini, chiedendo al ministro di confrontarsi con «tutti quelli che, senza patente, perderanno il lavoro e non potranno più andare a lavorare». Secondo il cantante, infatti, la nuova legge «non salva nessuna vita», ma «punisce e arresta chi perfettamente lucido al volante può avere assunto cannabis o fumo passivo anche giorni prima di mettersi alla guida».

Le novità nel Codice della strada

Una delle principali modifiche introdotte dalla riforma del Codice della strada riguarda l’articolo 187 del Codice, ora intitolato “Guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti”, invece di “Guida in stato di alterazione psicofisica per uso di sostanze stupefacenti”. In poche parole, adesso non è più necessario dimostrare che l’uso di sostanze stupefacenti abbia alterato le capacità di guida per essere puniti. In precedenza, il Codice della strada puniva con una multa tra 1.500 e 6 mila euro e l’arresto da sei mesi a un anno chi guidava in stato di alterazione psicofisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope. Ora, le stesse pene si applicano a chiunque guidi dopo aver assunto queste sostanze, indipendentemente dall’alterazione delle capacità di guida e soprattutto a distanza di molto tempo dall’assunzione. Per esempio tracce di THC, il principio attivo della cannabis, possono restare nell’organismo mesi dopo l’assunzione.

Oltre a queste modifiche, rimangono in vigore le altre sanzioni: chi guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti rischia la sospensione della patente da uno a due anni, raddoppiata se il veicolo non è di proprietà del conducente. Tutte le pene vengono raddoppiate se chi guida provoca un incidente stradale.

Che cosa non torna nella critica di Vasco

Qui va fatta la prima precisazione alle parole di Vasco Rossi: i «tre anni» di ritiro della patente citati dal cantante nel suo video, infatti, riguardano un caso specifico. 

Un conducente di un veicolo fermato dalle forze dell’ordine può essere sottoposto a tre livelli di verifica. Il primo controllo è preliminare: le forze dell’ordine possono effettuare un test rapido per accertare l’assunzione di sostanze stupefacenti, usando anche apparecchi portatili. Il secondo e terzo controllo invece vengono fatti solo se il primo dà esito positivo e vanno svolti in laboratorio a partire da un campione prelevato sul luogo del fermo del conducente (alla presenza di personale sanitario) oppure portandolo in una struttura sanitaria. Se per qualche ragione non dovesse essere possibile effettuare questi controlli, il nuovo Codice della strada stabilisce che il conducente debba sottoporsi a una visita medica entro 60 giorni dopo il fermo. Se non si supera questa visita medica, la patente viene revocata e bisogna aspettare tre anni per conseguirla di nuovo.

Insomma, i tre anni di ritiro della patente rappresentano il massimo della sospensione per chi guida la propria auto dopo aver consumato sostanze stupefacenti. Altre pene, come la sospensione “standard” da uno a due anni per chi risulta positivo ai test, rimangono invariate. 

Per quanto riguarda il «fumo passivo», citato da Vasco, al momento non è chiaro se stare vicino a persone che consumano cannabis possa causare la positività ai test, ma secondo alcuni studi scientifici sembrerebbe di sì.

Bisogna fare qualche precisazione anche sulle persone che in seguito alla sospensione della patente «perderanno il lavoro» perché «non potranno più andare a lavorare», come ha detto Vasco. La riforma del Codice della strada, infatti, non modifica la disciplina del “permesso di guida”. I prefetti possono concedere questo permesso speciale alle persone a cui è stata sospesa la patente, senza aver causato incidenti, se per loro è «impossibile o estremamente gravoso raggiungere il posto di lavoro con mezzi pubblici o comunque non propri». La durata di questo permesso è inferiore alle tre ore di guida giornaliere. Quindi, almeno sulla carta, le persone che usano l’auto per recarsi sul luogo di lavoro potrebbero continuare a guidare anche con la patente sospesa.

Infine, il cantante esagera quando parla di «arresto immediato». Nel caso della guida dopo aver assunto stupefacenti, l’arresto è una delle pene previste, insieme alla multa, e può essere comminato solo dopo un eventuale processo: non esistono per questo tipo di reato misure cautelari come la carcerazione preventiva, a meno che il conducente non abbia causato un incidente in cui sono morte persone. L’arresto in flagranza di reato è previsto solo per una serie di reati con pene minime non inferiori ai cinque anni, quindi non per chi guida dopo aver assunto stupefacenti. 

L’omicidio stradale

Passiamo ora alla risposta di Salvini, che ha chiesto a Vasco di confrontarsi con i genitori dei ragazzi morti per un incidente stradale causato da una persona «sotto l’effetto di stupefacenti». Questa replica rischia di essere fuorviante e non risponde nel merito all’obiezione del cantante.

La riforma del Codice della strada è intervenuta anche sul codice penale, e ha modificato il reato di “omicidio stradale o nautico”. In concreto, se qualcuno uccide una persona mentre guida un veicolo o una nave, rischia il carcere da due a sette anni. Se si dimostra che c’è stata un’alterazione psicofisica causata dall’assunzione di stupefacenti, la pena aumenta e va da otto a 12 anni di carcere. 

Dunque,  in questo caso bisogna ancora dimostrare – come avveniva prima della riforma – che c’è stato un nesso di causa-effetto tra l’assunzione di una sostanza stupefacente e un incidente per ricevere una pena più severa, mentre non basta risultare positivi a un controllo che magari attesti di aver consumato la sostanza una settimana o un mese prima dell’incidente. Lo stesso discorso vale per il reato di “lesioni personali stradali o nautiche gravi o gravissime”.

In poche parole, nella sua risposta Salvini ha lasciato intendere che il cambio dell’articolo da “guida dopo aver assunto” a “guida sotto l’effetto” di stupefacenti sia direttamente collegato alle pene per chi causa incidenti mortali guidando drogato. Per ricevere l’aggravante al reato di omicidio stradale, però, con la riforma del Codice della strada bisognerà ancora dimostrare di essere sotto l’effetto di sostanze stupefacenti al momento dell’incidente, mentre l’inasprimento della norma riguarda solo i conducenti che vengono fermati per controlli di routine.

Al netto di alcune imprecisioni Vasco ha criticato, come tanti in questi giorni, il cambio delle regole riguardo la guida dopo l’assunzione di stupefacenti. Salvini però non ha risposto nel merito al cantante, lasciando intendere che quella modifica intervenga su chi causa incidenti mortali dopo aver consumato droghe, ma non è così.

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