Qualcuno di loro si definisce «esotico», alludendo alla sua provenienza e alla cadenza dell’italiano. Quasi mai sono intervistati sui giornali nazionali e di rado compaiono nei programmi televisivi di approfondimento politico. Probabilmente, un cittadino qualunque farebbe fatica a riconoscerli. Stiamo parlando dei deputati e dei senatori dei partiti autonomisti e delle minoranze linguistiche, politici che in Parlamento rappresentano gli interessi delle regioni a statuto speciale, in particolare delle province autonome di Trento e Bolzano, e della Valle d’Aosta.
Rappresentare a Roma gli interessi delle autonomie e delle minoranze linguistiche non è semplice: i parlamentari che rappresentano le autonomie locali sono pochi e raramente le loro proposte di legge sono esaminate. Questi deputati e senatori riescono comunque a difendere gli interessi delle loro comunità locali attraverso gli emendamenti ai decreti-legge del governo e ad accordi con la maggioranza parlamentare su singoli provvedimenti, posizionandosi da un punto di vista politico al di là delle divisioni tra governo e partiti di opposizione.
Rappresentare a Roma gli interessi delle autonomie e delle minoranze linguistiche non è semplice: i parlamentari che rappresentano le autonomie locali sono pochi e raramente le loro proposte di legge sono esaminate. Questi deputati e senatori riescono comunque a difendere gli interessi delle loro comunità locali attraverso gli emendamenti ai decreti-legge del governo e ad accordi con la maggioranza parlamentare su singoli provvedimenti, posizionandosi da un punto di vista politico al di là delle divisioni tra governo e partiti di opposizione.