Nelle ultime settimane la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha firmato una serie di intese con alcune regioni chiamate “Accordi per lo sviluppo e la coesione”. Il 13 marzo Meloni ha siglato un accordo di questo tipo con le province autonome di Trento e di Bolzano, il giorno dopo è stato il turno della Toscana, mentre dall’inizio di quest’anno è già toccato a Emilia-Romagna, Valle d’Aosta, Abruzzo, Calabria e Friuli-Venezia Giulia. Prima ancora, il governo Meloni aveva firmato intese con Liguria, Marche, Veneto, Lazio, Lombardia e Piemonte (tutti i link rimandano ai testi ufficiali degli accordi).
Per la firma di ogni accordo, la presidente del Consiglio è andata nella regione interessata, annunciando davanti ai giornalisti stanziamenti per i territori che vanno da decine di milioni a miliardi di euro, a seconda dei casi. Ma da dove vengono tutti questi soldi? In concreto, che cosa prevedono questi “Accordi per lo sviluppo e la coesione”? E perché sono importanti?
Per la firma di ogni accordo, la presidente del Consiglio è andata nella regione interessata, annunciando davanti ai giornalisti stanziamenti per i territori che vanno da decine di milioni a miliardi di euro, a seconda dei casi. Ma da dove vengono tutti questi soldi? In concreto, che cosa prevedono questi “Accordi per lo sviluppo e la coesione”? E perché sono importanti?